ROMA Dark side of the city: Roma al buio nonostante la tassa per i (dis)servizi

Dato che da due giorni il quartiere è ripiombato nel buio, ripropongo, purtroppo, un appunto per l’Acea. Se per caso hanno voglia, una volta finito di spedire a casa cartelle pazze per bollette già pagate (ma c’è a chi è andata peggio, bollette di migliaia di euro assolutamente immotivate), possono attivarsi per evitare di favorire ladri e malviventi di varie etnie, che nel buio lavorano meglio.
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Non c’è la musica dei Pink Floyd, nonostante il titolo. E l’unica luce che rischiara è quella del flash della camera fotografica. Nonostante le centinaia di euro che individualmente vengono versate al Comune di Roma alla voce tassa sui servizi (tassa sui disservizi, bisognerebbe chiamarla) ecco come si presenta, tre/quattro giorni su sette via Stresa, a Roma Nord. Strada lasciata al buio per risparmiare dal Comune di Roma come si dice in giro o dimenticata dall’Acea che se ne infischia dei guasti prolungati e a singhiozzo? Non servono commenti. Se non un grazie a quei negozianti che lasciano le luci dei loro esercizi accese che, insieme a quelle private di alcuni palazzi, in certi punti squarciano l’oscurità.
Stessa situazione nelle vie limitrofe: via Montessori, via Sangemini, via Mario Fani e poi LungoTevere della Vittoria fino a Oberdan. E chissà in quanti altri quartieri. Basterebbe almeno far restare acceso un lampione su due per ridurre il vergognoso disagio.

Leandro De Sanctis

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