VOLLEY Zaytsev allo Stadio del Tennis: dalle tribune al campo

 http://www.corrieredellosport.it/news/volley/2015/06/19-1812274/volley_roma_riabbraccia_zaytsev_al_foro_italico/

Ivan
Zaytsev non è ancora al meglio, ma se ci sarà bisogno di lui contro il
Brasile, stasera (ore 20) allo Stadio del tennis andrà in campo, per la
gioia del pubblico di Roma che l’ha sempre considerato una stella, fin
da quando giocava palleggiatore nella M.Roma. che poi l’avrebbe poi
trasformato in attaccante, opposto o schiacciatore che sia.
A che punto è il suo recupero? I suoi problemi fisici le hanno pregiudicato la stagione con la Dinamo Mosca.
«Mi
sono infortunato alla caviglia in Nazionale durante il Mondiale e
quando poi sono stato in Russia il recupero è stato affrettato. Ora sto
migliorando, ma ancora non sono al meglio. Dipende dalle giornate:
alcune volte il dolore è praticamente scomparso, altre invece dà ancora
fastidio»
La
Nazionale in questo primo scorcio di World League ha mostrato
problematiche varie, che l’hanno ad esempio portata a perdere contro una
squadra nettamente almeno in teoria più modesta di lei come
l’Australia. Che spiegazione si è dato? In questo momento i problemi
sono più tecnici o emotivo/mentali?
«La
squadra è molto cambiata, non abbiamo ancora un sistema di gioco
consolidato, lo dobbiamo ancora provare prima di trovare i giusti
automatismi. Senza di questi non sempre si riesce a risolvere le
difficoltà che si incontrano in una partita».
Opposto,
schiacciatore. Sul suo utilizzo in azzurro si parla sempre, anche in
relazione al ruolo. Fino  che punto soffre questo spostamento dal suo
ormai abituale ruolo di club (cambiamento che molti campioni erano
soliti fare per esigenze di squadra, non solo nell’Italia)? 
«Quando
ti abitui a giocare in un ruolo, acquisisci certi automatismi. Quando
cambi, anche se ritorni a fare ciò che hai fatto in passato, devi
ritrovarli. Il cambiamento ti porta a fare un qualcosa di cui non sei
sicuro, non è facile, ci vuole tempo».
L’anno
scorso al Foro fu una notte indimenticabile: il pienone l’entusiasmo,
la vittoria sui polacchi e lei che parla con il microfono al pubblico.
Ora con il Brasile sembra difficile ripetere quel risultato e
quell’atmosfera.  
«Devo
essere sincero le emozioni e le sensazioni di quella sera, dentro il
centrale, circondato dalla nostra gente, sotto le stelle di Roma sono
state uniche, mai provate prima. L’evento è stato bellissimo, forse il
più bello di cui sono stato protagonista. Una cosa davvero particolare
che avrebbe meritato di avere un maggior risalto. Stasera lo replichiamo
contro il Brasile. Sembra che il Foro Italico sarà stracolmo, sono
certo che sarà altrettanto bello»”.
Il Foro Italico che l’ha vista in campo, ma anche spesso spettatore del tennis. Per chi tifa?
«Mia moglie Ashling adora Federer, un campione che è bello da vedere per come gioca».
Ritorna a giocare a Roma e lo fa per la prima volta da papà. L’arrivo di Alexander l’ha cambiato?
«Quando ti nasce un figlio, capisci molte cose della vita, comprendi il valore dei sacrifici che ogni genitore fa»
Nonostante
le sue origini russe pare non si sia ambientato troppo a Mosca. Come
mai? C’è qualcosa che può dire per far capire quali sono le maggiori
differenze (a parte il clima) tra il vivere nel cuore di Roma e a Mosca?
«Avevo
già vissuto in Russia, avevo anche frequentato per quattro anni la
scuola. Mi sono trovato così, così. Si lavora di più, ci sono trasferte
più lunghe, si ha meno tempo a disposizione. Sicuramente mi è pesato
molto il fatto che ero divenuto padre e che ho dovuto vivere lontano dal
“piccolo” e dalla moglie». 
Per le foto ringrazio Fiorenzo Galbiati, Marika Torcivia e Carlo Giuliani

Leandro De Sanctis

Torna in alto