TIRO A VOLO La grinta della signora Rossi: «Se mi portano a Rio, voglio la medaglia»

Sul Corriere dello Sport di lunedì 28-12-2015

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Il dobermann che si agita in macchina si chiama Olimpia. Il destino nel nome, perchè nacque dalla cucciolata di famiglia dopo la medaglia d’oro vinta da Jessica Rossi ai Giochi di Londra 2012, nel Trap. Tre anni dopo, Jessica è cresciuta, la ragazza è diventata donna e si è anche sposata, con Mauro De Filippis, anche lui tiratore.
    Ma quello che è cambiato è che Jessica non ha ancora la certezza di difendere il suo titolo olimpico a Rio 2016. Ha vissuto un periodo difficile nel 2014, ma ultimamente ha mostrato di essere in ripresa e pensa positivo.
Una Jessica che ha saputo riprendersi la sua vita e che ora torna a sparare con maggior consapevolezza e una rinnovata carica di entusiasmo.
«Io adesso ho ritrovato tanta serenità, ho visto miglioramenti, ho preso un bel bronzo all’Europeo, poi c’è stata la gara di Coppa del Mondo in Azerbaigian. Certo, quando lavori e non ottieni risultati cominci a farti delle domande. Dopo l’Olimpiade ho avuto un’annata intensissima, non ho avuto modo di riposarmi»
Le sarebbe servita una pausa?
«Sì, c’era bisogno di staccare, evidentemente. All’inizio l’avevo presa male, dopo due anni in cui avevo vinto tutto. Era una cosa passeggera ma ti viene da pensare, avverti le insicurezze attorno a te, ti vengono dei pensieri. Tante persone mi chiedevano: ma cosa ti è successo? Invece poi ho riconquistato fiducia, anche nelle gare»
 
Merito del matrimonio?
«Mi ha aiutato. Stavo vivendo un periodo dove volevo fare tutto e ho finito col trascurare parte della mia vita privata. Non me ne rendevo conto, non sapevo di dover trovare gli equilibri giusti. Ora cerco di rifare tutto quello che facevo prima ma anche di vivere la mia vita. Ma anche sulle nozze avevano da ridire: in tanti mi hanno detto che era il momento sbagliato, mi hanno contestato la decisione di sposarmi in quella data. In realtà non è che cambiasse molto, perchè stavamo insieme da sei anni e da quattro si conviveva. Però era quello di cui avevo bisogno. Avevamo sempre posticipato per gli impegni del tiro a volo, che io non volevo trascurare.
    Avevo solo voglia di fare qualcosa per me stessa in un periodo in cui non c’erano gare. E poi non mi sono occupata dell’organizzazione, sono solo andata a sposarmi, a giugno. Perfino il viaggio di nozze l’abbiamo posticipato, a novembre: in Polinesia, un paradiso. Ma poi ho ricominciato con ben altre basi. Come donna e come atleta, avevo bisogno di un pezzo della mia vita privata»  
Jessica Rossi professa tranquillità, ha capito che restare serena è il modo migliore per centrare il bersaglio.
«Non voglio assolutamente vivere su quello che ho fatto in passato, anche se dopo Londra ho già dimostrato di saper vincere ancora. Per ora non è bastato ma pazienza, è andata così. So che sono la campionessa del quadriennio in corso, ho vinto tante cose, voglio stare tranquilla non mi voglio adagiare. E comunque: io l’Olimpiade l’ho già fatta e l’ho vinta, la scelta di mandarmi a Rio non sarà mia, quindi… Poi ovviamente vorrei andarci e non per fare un giro a Rio de Janeiro. Vorrei vincere un’altra medaglia, fare del mio meglio»
A metà marzo si riparte, Coppa del Mondo a Cipro. Nessun dubbio sulle sue motivazioni.
«Le ho, le ho, altrochè. Il tiro a volo mi diverte ed è la cosa che voglio fare nella vita. Me ne rendo conto ancora di più quando sto un periodo senza sparare. Dopo l’ultima gara almeno un mese di stop. Poi un assaggio ogni dieci giorni, tanto per non perdere la confidenza. Ora sono contenta, non ho più dubbi e sono felice di aver ritrovato la voglia dopo due anni di difficoltà e di tensioni, anche il non sapere se partirò o no»
Nessuna crisi da campionessa dunque?
«Non mi ha pesato. Semmai nel 2009 ebbi un periodo particolare. Vinsi Europeo e Mondiale a 17 anni, i giornalisti, le interviste, la tv. Ci misi un po’per accettare la nuova realtà. Sostanzialmente non sono cambiata, non mi sono montata la testa, ho più confidenza perfino con le telecamere»
La giornata della signora Rossi?
«La mia giornata è semplice. Mi piacciono cose serene, tranquille. Non amo uscire la sera, far tardi, frequentare pub o locali. Se faccio tardi una sera poi è un dramma svegliarsi il mattino dopo. Mi sento vecchia ma sono fatta così. Abbiamo la nostra ristretta cerchia di amici, mi piace passare il tempo con loro, sono me stessa, libera di sfogarmi. In estate ho scoperto Sky Cinema, ci piace guardare i film sul divano di casa perchè poi quando gareggio faccio vita da vagabonda. Amo anche la musica, soprattutto quella italiana: Laura Pausini, Ligabue»
Non ama il calcio, tifa Bologna ed è attratta da sport di squadra.
«Soprattutto pallavolo e beach volley. Conosco Marta Menegatti»
Non domani, ma nei progetti della signora Rossi c’è anche un bebè.
«Ho sempre avuto come punto di riferimento la Idem e la Vezzali: campionesse longeve che hanno condotto la loro vita da atlete, mogli, mamme. Hanno avuto figli e poi sono tornare a gareggiare ad alto livello. Ed è questo che voglio fare: amo il tiro a volo che è sport che consente longevità. Ma non voglio privarmi della vita. Non devo guardare troppo lontano per avere un esempio che ce la si può fare: basta pensare a Chiara Cainero, oro olimpico e poi mamma» 

Leandro De Sanctis

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