ATLETICA Schwazer parla a “Verissimo”, su Canale 5 (domani ore 16.10)

A Verissimo, in esclusiva, il marciatore Alex Schwazer parla per la prima volta dopo la squalifica dalle Olimpiadi di Rio per doping e, soprattutto, dopo che la Procura di Bolzano, qualche giorno fa, ha fatto sequestrare (in virtù di una rogatoria internazionale) il campione di urine incriminato per sottoporlo all’esame del DNA.
Di seguito un lungo stralcio dell’intervista con Silvia Toffanin che andrà in onda integralmente domani su Canale 5 (ore 16.10).
 Hai mentito o sei stato incastrato?
Schwazer: “Sono stato sicuramente incastrato e quello che adesso resta da capire è come e da chi. Questa cosa del DNA è buona per noi perché riusciremo a capire altre cose. Penso che, se si trovasse una qualsiasi cosa che non appartiene al mio fisico in queste urine, sarà la prova che c’è stato un complotto contro di me”.
 
Quando arriveranno i risultati di questo test?
Schwazer: “Non lo sappiamo perché deve ancora essere fatto e lo farà la Procura di Bolzano. Si tratterà di una questione di qualche settimana. A quanto mi risulta le mie urine sono ancora in Germania, conservate nel laboratorio antidoping”.

Perché sei innocente?
Schwazer: “Sono innocente perché negli ultimi tre anni e mezzo ho pagato come nessun altro a causa del doping. Non solo a livello atletico, ma anche a livello personale e di immagine. Pochi atleti, se non nessuno, sono stati usati così come esempio negativo per il doping come me, dimenticandosi che io avevo già vinto prima senza doping. Sono innocente perché poi, quando ho ripreso, ho fatto tutto quello che adesso un atleta può fare per dimostrare la sua pulizia”.
 
Ma chi ti ha incastrato?
Schwazer: “Non lo so. Io ho detto alcune cose contro delle persone che hanno sbagliato come ho sbagliato io. Due medici e in parte una federazione che adesso è stata esclusa a Rio, ma già 4/5 anni fa, quando già tutti sapevano dei russi, io ho collaborato con la loro agenzia antidoping. Inoltre, penso che, in parte, anche lo scandalo della Federazione Internazionale di Atletica sia nato dalla mia positività. Perché sono stati sequestrati dei dati su altri atleti che mai sarebbero dovuti uscire allo scoperto. E da lì è partita poi tutta questa indagine che ha portato alla situazione di adesso”.
 
 Quali sono le ragioni di questo complotto?
Schwazer: “Penso che sia molto facile capirlo: tutti gli atleti che hanno parlato a queste Olimpiadi non ci sono andati. Non solo io, penso alla mezzofondista russa che ha parlato contro il loro sistema (ed ora è in pericolo di vita). Lei non è stata accettata perché eticamente non corretta per il fatto che in passato si è dopata. Il messaggio quindi è molto chiaro: se uno che ha fatto uso di doping è stato scoperto e non parla allora chi dovrebbe parlare? La conclusione è meglio non parlare, così resta tutto com’è”.
 Giuri che non ti sei mai più dopato?
Schwazer: “Mai, perché ho perso tantissimo. Se vuoi vederlo dal punto di vista sportivo non ne ho bisogno. I tempi che hanno fatto a Rio, li ho già fatti quando avevo 20 anni, li ho fatti adesso a 31 e li farò anche a 40. Sono tempi buoni ma non super tempi”.
 
Ti eri preparato tantissimo per queste Olimpiadi. Se avessi potuto gareggiare avresti vinto?
Schwazer: “Nessun sportivo può dirlo, perché la gara è sempre la gara. Ma sicuramente, se non mi fossi trovato in una giornata molto storta, sarei stato davanti. Già a Roma, tre mesi prima, ho fatto due minuti in meno e non sono andato al massimo e c’era ancora spazio per fare meglio”.

 
Hai 31 anni e sei stato squalificato per otto anni. Quindi, se fosse confermata la squalifica, torneresti a gareggiare a 40. Se potessi, quindi, ricominceresti anche a 40 anni?
Schwazer: “Madre Natura mi ha aiutato, ma questo non vuol dire che tra otto anni ritornerò, perché già questi tre anni e mezzo senza gareggiare sono stati molto lunghi”.

Perché in passato ti sei dopato se Madre Natura era stata generosa con te, per debolezza?
Schwazer: “Sì non lo dovevo fare. Penso che ho rovinato tanto. Purtroppo a volte si sbaglia e non si può tornare indietro. Io cambierei tante cose e non le posso cambiare. Ho cercato di cambiarle in questo anno ma è andata così come è andata.
Comunque, tra otto anni non ci sarò perché otto anni senza gare sono impossibili e io voglio anche voltare pagina. Fortunatamente a livello privato sto bene, ma a livello sportivo questa è una mazzata molto più grande di quella di quattro anni fa. Quattro anni fa ero colpevole, adesso non lo sono e mi hanno tolto tanto, per cui per forza devo staccare”.
 
 Stai dando l’addio allo sport?
Schwazer: “Io sono squalificato per otto anni. Ora ne ho 31 e penso che già adesso, dopo tre anni, ho fatto un mezzo miracolo a tornare, quindi sì, non penso che ci saranno speranze. E poi non saprei cosa potrei fare di più dei controlli a cui mi sono sottoposto in questo anno”.

 
 A caldo dopo la tua squalifica a Rio hai detto che eri distrutto. Adesso come stai?
Schwazer: “Oggi per quanto riguarda il mio sport sto peggio. Dopo la mia positività ho continuato ad allenarmi perché avevo sempre la speranza che il verdetto non sarebbe stato come poi è stato. Quella poca energia che avevo l’ho messa tutta in allenamento. Adesso, invece, pian piano uno realizza anche tutto quello che ha investito, quello che ha fatto in questo ultimo anno per niente. Ora è molto più tosta per me. Fortunatamente la vita non è solo lo sport, in questo momento sono molto contento di avere anche altre cose molto importanti che quattro anni fa non avevo”.

In passato hai dichiarato di aver sofferto di depressione. Ne soffri ancora?
Schwazer: “Dopo il 2012 ho avuto dei momenti non belli, adesso spero di non tornare in questa situazione. Adesso ho una famiglia, sono più grande. E’ una sensazione di tristezza, perché tutti i sacrifici che hai fatto li vedi distrutti. Hai fatto questo per una vita e forse potevi fare altro… non è bello.
Non mi piace raccontare la mia situazione, ma è anche vero che rinchiudersi è sbagliato ugualmente. Adesso vediamo come vanno questi esami. Io sono convinto che uscirà per bene tutto quello che è successo e poi ci rivediamo”.

Se dovessero darti ragione che cosa succederebbe? Potresti tornare a fare il tuo mestiere?
Schwazer: “Non lo so. Dopo questa esperienza ho anche ben poca fiducia. Chi mi dice che non può succedere un’altra volta? Sicuramente, se si riuscisse a capire chi l’ha fatto mi aspetterei un bel scusa, che è una cosa molto rara in questo paese. Ammettere è molto difficile. Sarebbe un primo passo e poi il resto si vedrà”.
 
In tutta questa vicenda molto triste c’è una nota positiva…

Schwazer: “Sì, diventerò papà ma non so ancora se sarà maschio o femmina”.

 

Leandro De Sanctis

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