VOLLEY Far le scarpe a Zaytsev? No, meglio i cerotti coprenti

Godendo gli ultimi spiccioli di vacanza disintossicante, ho letto sul blog Dal 15 al 25 (dell’amico Gian Luca Pasini) della polemica sorta tra la Fipav e Ivan Zaytsev, giocatore della Nazionale, per le scarpe da indossare durante la stagione azzurra. Da osservatore esterno al mondo della pallavolo e da appassionato di calcio, il primo pensiero è andato naturalmente ai calciatori, che giocando in Nazionale continuano ad indossare i loro scarpini (una volta si chiamavano così le scarpette da calcio).
Il problema nasce dal fatto che la Fipav ha come sponsor tecnico la Mizuno, Ivan Zaytsev calza scarpe Adidas e ha addotto motivazioni mediche a sostegno della sua richiesta.
La diatriba è uno di quei casi in cui i commentatori si dividono, spesso approfittando del caso per dare addosso per partito preso a questa o quella parte, alla Fipav o a Ivan in questo caso. 
Cosa penso io? Credo che le scarpe siano indiscutibilmente l’unico capo tecnico che debba rendere perfettamente a suo agio chi gioca. Si possono indossare magliette scomode (ed è successo anche alla Nazionale di pallavolo negli anni) ma le scarpe no. Quante volte, facendo acquisti on line, vi è venuta la tentazione di acquistare le scarpe per corrispondenza? Una maglietta, un indumento da indossare può anche indurre al rischio della misura imperfetta senza essere provato, ma le scarpe no. Bisogna calzarle, sentirsele addosso come una seconda pelle, comoda e funzionale. Ci sono stati atleti che gettarono alle ortiche medaglie, per aver corso con scarpette nuove all’Olimpiade.
Ma veniamo agli altri aspetti. C’è molta gente (tifosi, federali, avversari…altro) che fa poco per nascondere la gelosia nei confronti del fenomeno Zaytsev, nel personaggio che Ivan ha cavalcato a 360 gradi, specialmente dopo l’argento olimpico di Rio. E ora vorrebbe…fargli le scarpe, tanto per restare in tema, o applaudire chi gliele vuole fare, escludendolo dalla Nazionale. 
Ivan da parte sua non ha considerato tutti gli effetti collaterali di alcune sue scelte. Forse aver potuto giocare nella Sir Safety Perugia con quell’orrendo manicotto sponsorizzato (forse primo caso in Italia e magari anche nel resto del globo pallavolistico) senza che nessuno della sua società gli abbia fatto notare quanto fosse poco opportuno andare in campo addobbato in quel modo, ha fatto credere a Zaytsev che gli sponsor personali possono imporsi ovunque, su quelli del club e su quelli della Nazionale.
Ogni giocatore ha il diritto di sfruttare la sua immagine, ma non è detto che ciò debba avvenire in campo, mentre gioca. Nel post partita, nelle interviste, nelle altre occasioni, ci si può vestire come si desidera o come club o Fipav chiedono. 
In occasione della final Four della Chanpions League di Roma, lo scorso aprile, Ivan Zaytsev si prestò a pubblicizzare, indossando l’abbigliamento gialloorosso dello sponsor e comparendo in video, la DHL. Zaytsev sente molto il suo ruolo di testimonial del volley italiano: è il caso di ricordare quanto Zaytsev abbia fatto e si spera farà per il movimento. Ma è anche il caso che Ivan sia sempre consapevole e non dimentichi che è diventato quello che è grazie alla maglia azzurra, che merita sempre qualche sacrificio supplementare.
Insomma, non bisognerebbe mai arrivare allo scontro, cercare di capire l’uno le ragioni dell’altro. Vale per Zaytsev ma anche per la Fipav. 
Per come la vedo io, ogni giocatore deve poter andare in campo e saltare con le sue scarpe abituali. Tutto il resto a discrezione Fipav, ma le scarpe sono troppo personali.
Detto ciò, senza arrivare alle estreme conseguenze, basterà trovare il compromesso tante volte adottato in occasioni di Olimpiadi o Mondiali in casi analoghi. Zaytsev giochi con le sue scarpe, coprendo però la superficie visibile con nastro adesivo che nasconda il marchio. Una soluzione del genere è stata già adottata in passato per evitare conflitti tra sponsor. E dovrà essere accettata dalle parti.
Ma per favore, smettiamola di prospettare scenari deleteri per una pallavolo che ha già preso da tempo una brutta china. Il lavoro del ct azzurro Blengini è già abbastanza complicato per solo ipotizzare di togliergli anche Zaytsev.
Parafrasando Pirandello, per la serie: uno… Mizuno e centomila. Problemi per tutti.

https://www.vistodalbasso.it/2013/12/04/volley-zaytsev-il-sex-symbo/ 

Leandro De Sanctis

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