Il “senatore” Anzini, 83 anni, vince la sua 27ª maratona di Roma

Il senatore Anzini, 83 anni, vince la sua 27ª maratona di Roma.
Undicimila concorrenti hanno partecipato alla Maratona di Roma numero 27. L’etiope Bekele Fikre Tefera si è imposto in 2:06’48”, record del percorso, che ha migliorato il 2:07’18” del keniota Benjamin Kiptoo Kolum (2009). Alle sue spalle il connazionale Mamo Tadesse Temechachu (2:07’04”) e il marocchino Othamane El Goumri con 2:07’16”. Tra le donne vittoria dell’etiope Sechale Dalasa Adugna (2:26’09”) seguita dalla keniota Gladys Jeruto Kiptoo (2:28’45”) e dall’altra etiope Bekele Tadelech Nedi (2:31’01”). Solo piazzamenti fuori dalla top ten per gli italiani: il romano Luca Parisi (Atl. La Sbarra) dodicesimo in 2h20:40, ottava Paola Salvatori (Us Roma 83) con il tempo di 2h49:17.

Fin qui la gara, ma poi tra le pieghe spesso poco note o quasi sconosciute c’è la storia degli irriducibili maratoneti senza età. Pensate alla categoria sopra gli 80 anni, tra gli 80 e gli 85. Ora, già portare a termine una maratona è un’impresa per chi non è un professionista della corsa o anche un semplice ma attrezzato appassionato. Figuriamoci per un uomo alla soglia degli 83 anni. Ce ne sono tanti che hanno individuato nella maratona un obiettivo, una ragione di vita per sentirsi vivi correndola, mettendosi alla prova, contro nessuno se non con sé stessi. E se la maratona è anche poesia, una faticosissima ma appassionante poesia, è quasi logico che a spopolare tra i maratoneti meno giovani sia stato ancora una volta Domenico Anzini, Mimmo per gli amici, che oltre a correre le poesie le scrive davvero, per passione e ispirazione.
Seguito come sempre dai suoi familiari lungo il percorso (le foto che vedete sono state scattate dalla figlia Manuela), Mimmo, che il 13 aprile festeggerà il suo 83° compleanno, ha divorato per l’ennesima volta i 42 chilometri e 195 metri della “sua” maratona di Roma. Le ha corse tutte e ventisette, nonostante per il parere dei medici già da vari anni avrebbe dovuto riporre le scarpette da corsa per via di un ginocchio che fa tanto male ma ancora ha deciso di assisterlo e di correre con lui.
“Sono arrabbiato perché il ginocchio è quello che è e i dolori sono tanti. Avrei potuto dare di più – racconta Mimmo esausto ma alla fine anche felice, con pudore e determinazione – Sono contento, si, perché questa ventisettesima Maratona di Roma si è fermata anche per me”.
E già, perché lungo il percorso la gente lo ha incoraggiato e applaudito, anche senza conoscere la bella storia che anno dopo anno scrive il maratoneta abruzzese (ma trapiantato a Roma) di Poggio Filippo. Applaude la maglietta gialla e arancione della ASD Magic Runners di Tagliacozzo, i pantaloncini e le scarpe blu, un’inesauribile passione per la corsa e per la vita. La considerazione dell’organizzazione (l’anno scorso Fabio Martelli gli fece recapitare a casa il premio dimenticato), l’affetto dei suoi familiari che lo seguono non senza palpitazioni e preoccupazioni, le foto con lo sfondo del Colosseo e quel sorriso che lo scalda e lo rincuora per aver vinto anche quest’anno la sua sfida personale, audace e coraggiosa, dopo 5 ore, 50 minuti e 50 secondi di determinata fatica.
Complimenti “senatore” Anzini. La Maratona di Roma è grande anche grazie a campioni come lei:

Mimmo Anzini tra Corriere dello Sport e Vistodalbasso.it

https://www.vistodalbasso.it/tag/domenico-anzini/

Domenico Anzini, Maratona di Roma 2022
Domenico Anzini, Maratona di Roma 2022

Leandro De Sanctis

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