BASKET, PalaEur senza finale scudetto, che peccato!

Il basket italiano ha perso una grande occasione lasciando che la finale scudetto tra Virtus Roma Acea e Monte Paschi Siena si giochi nell’angusto Palazzetto dello Sport, capienza ufficiale di circa 3.600 posti, usufruibile da almeno 4.000 spettatori.
Il presidente della società romana, Claudio Toti, ha preferito evitare il trasferimento nel tempio del basket e della pallavolo italiana: il PalaEur.
Una scelta sbagliata, per varie ragioni. Non è un caso se le partite più viste della storia del basket e del volley italiano, si siano giocare al PalaEur, ora diventato PalaLottomatica.
Occasioni che a distanza di tanti anni sono ancora ricordate come momenti storici per questi sport. Dal doppio spareggio Ignis Varese-Simmenthal Milano (due successi delle Scarpette Rosse, nel 1965-66 a tavolino per la posizione irregolare di Tony Gennari, nel 1971-72 per 64-60) al mitico (per i tifosi romani) Banco-Billy del 1983. Roma contro Milano, Bianchini contro Peterson.
Stagione regolare al Palazzetto, come la Virtus quest’anno, ma poi quando si arrivò alla finalissima, andare all’Eur fu scelta naturale, inevitabile. 11.500 spettatori in gara1, 14.348 nello spareggio vinto dal Bancoroma di Larry Wright ma anche dei romani (Gilardi, Castellano, Sbarra).
Anche la pallavolo vanta il suo record di pubblico legato ad uno spareggio scudetto giocato al PalaEur, il 17 maggio del 2000. L’impatto all’ingresso fu straordinariamente emozionante: migliaia di bandierine di plastica di colore verde e blu, un muro del suono impressionante e inconsueto per una partita di club. Quella sera si disse che sugli spalti c’erano 13.000 spettatori. La verità emerse il giorno dopo: 15.133, quasi tremila persone in più rispetto al primato della Coppa Italia di qualche anno prima (12.411).
Il pubblico quella sera trascinò la Piaggio Roma Volley allo scudetto: Modena vinceva due set a zero, sfiorò il tricolore ma poi Tofoli & C. si ripresero e rimontarono. Tofoli regista, Osvaldo Hernandez opposto, Bracci e Vladi Grbic in banda, Gardini e Ihosvany Hernandez al centro, Klok libero. Montali allenatore, Vittorio Sacripanti direttore generale, Francesco Becchetti patron di un’impresa indimenticabile. Senza il PalaEur sarebbe stato tutto diverso.
E’ un peccato che Toti non l’abbia capito e che nessuno lo abbia aiutato a prendere la decisione giusta. Per la sua Virtus, per i suoi giocatori e per il basket italiano.

Leandro De Sanctis

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