Insigne punisce una Juve sbagliata

Insigne punisce una Juve sbagliata festeggiando nel migliore dei modi il suo centesimo gol con la maglia del Napoli, primo marcatore italiano. Dopo tre rigori sbagliati contro la Juventus ha realizzato il quarto, regalando ai partenopei la seconda vittoria di fila in campionato, contro i bianconeri. E pensare che era un Napoli orfano di titolari importanti. Ciò non fa che acuire i demeriti di una Juventus incapace di prendere punti, nonostante il suo portiere Szczesny non abbia dovuto effettuare parate.
Perché una Juventus sbagliata? Perché la Juve deve andare in campo con un atteggiamento e un assetto tattico diverso. Inutile avere Cristiano Ronaldo se non gli si danno rifornimenti. Un primo tempo regalato, come tante altre volte è successo, senza tirare verso la porta di Meret.
La Juve ha perso per un rigore ma la sua colpa è stata quella di non aver saputo creare con continuità occasioni da gol, nemmeno nel secondo tempo che avrebbe dovuto essere giocato ventre a terra. Invece si è ripartiti col titic-titoc, palla indietro perfino quando si arrivata ai limiti dell’area avversaria.

Il gioco non può partire da Chiellini

Alla Juve stasera è mancata fantasia, è mancato ordine, è mancata la tecnica in troppi elementi. Una Juve sbagliata perché non è possibile che la fonte del gioco debba essere Chiellini. Infatti il gioco non è partito: tanti passaggi a rischio, tanti passaggi sbagliati. Nel ripartire da basso, come si dice oggi, tanti errori perfino in passaggi semplici. Solo Chiesa (al quale andrebbe spiegato che è fallo solo quando l’arbitro lo fischia) ha provato a giocare in velocità, a saltare l’uomo e a tirare. Serataccia per Cuadrado (che ha rischiato anche con i falli) e Morata. Cristiano Ronaldo si è visto poco ma è stato servito meno. Kulusevski è entrato nel tabellino ma non in partita. Rabiot avrebbe dovuto essere più intraprendente, così come Bentancur, che si ostina a non alzare la testa quando prende palla. Danilo ha avuto molta libertà ma non è riusciti a capitalizzarla al meglio. Bernardeschi ha sciupato un’altra occasione per dimostrarsi importante. Bravo De Ligt, un difensore.
Si è rivista una Juve abbastanza confusionaria e senza un regista capace di creare gioco e smistare palloni pericolosi. Quando si gioca con un atteggiamento che non prevede cambi di marcia o di tattica, anche con una difesa rocciosa e con un avversario che non tira mai in porta, si può finire col perdere per un episodio. Come la mano larga di Chiellini in salto nell’azione che ha indotto la VAR a far fischiare il rigore all’arbitro Doveri.
Ma, ripeto, una Juventus che vuole essere da scudetto non può e non deve continuare a giocare tatticamente in questo modo. Sono d’accordo con la lucida analisi di Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport della scorsa settimana, che metteva in evidenza le controindicazioni di una imprescindibile e irrinunciabile ricerca di gioco che deve nascere dal basso. Non diverte e non sempre frutta, esponendo invece a rischi pesanti.
Dopo la sconfitta con l’Inter pensai che la Juve avesse abdicato, ma dopo la serie di successi sui vari fronti, speravo di aver peccato di pessimismo, sia pure condito dalla scaramanzia.
Sinceramente dopo la sconfitta di Napoli, e dopo il modo in cui è maturata, l’ottimismo riguardo il tricolore è purtroppo fuori luogo. Gattuso aveva iniziato la sua avventura napoletana con una vittoria contro la Juventus, poi ribadita nella finale di Coppa Italia. Ora si rilancia in un momento difficile, battendo l’amico Pirlo e frenando, temo irrimediabilmente, la squadra che vinceva lo scudetto da nove anni.
Resto stupito e sconcertato dalle parole usate da Pirlo per commentare la sconfitta. Come si fa ad essere soddisfatti di una prestazione del genere? Nella ripresa le occasioni da rete sono arrivate, ma sempre in maniera confusa, mai limpida. Meret è stato bravo, ma non ha dovuto fare miracoli. Perfino il presunto arrembaggio è stato lento e povero di qualità. Se stai sotto nel risultato, non puoi perdere dieci secondi per triangolare con stucchevoli passaggi nella tua metà campo. Vorrei vedere un cambio di ritmo! Avrei voluto vedere più cuore e più grinta, oltre ad una maggior qualità tecnica. Come ha mostrato Insigne, che è stato l’anima di un Napoli che pur nelle difficoltà, voleva dimostrare qualcosa, anche per superare il ricordo del rigore sbagliato in Supercoppa.
La Juventus rischia o è destinata a scivolare indietro in classifica, a otto punti dall’Inter. E meno male che il Milan, caduto con lo Spezia, è rimasto a +7). Senza contare lo stesso Napoli, la Roma e la Lazio, con l’Atalanta che resta presenza minacciosa. Ci sarà da lottare anche per restare in zona Champions League, per un terzo posto che potrebbe diventare il reale obiettivo da conquistare.
Se Napoli doveva essere un ultimo test prima del Porto e della Champions, il risultato non incoraggia pensieri leggeri. E per fortuna la Juve a maggio potrà inseguire la Coppa Italia nella finale con l’Atalanta. Non andrà snobbata.

Napoli-Juventus 1-0

Marcatore: 31′ rig. Insigne
 NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Maksimovic, Mario Rui; Bakayoko, Zielinski (64′ Elmas); Politano (64′ Fabian Ruiz), Insigne (87′ Lobotka), Lozano; Osimhen (75′ Petagna). All. Gattuso

JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Cuadrado (46′ Alex Sandro), De Ligt, Chiellini, Danilo; Bernardeschi (63′ McKennie), Bentancur (72′ Kulusevski), Rabiot, Chiesa; Morata, Ronaldo. All. Pirlo
ARBITRO: Doveri
Ammoniti: Di Lorenzo (N), Chiellini (J), Cuadrado (J), Bakayoko (N), Rabiot (J)

Insigne (al centesimo gol con il Napoli) e Chiellini
Insigne (al centesimo gol con il Napoli) e Chiellini

Leandro De Sanctis

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