VOLLEY Povera Lega, sepolta dai calendari

Devo ammettere che non vorrei essere nei panni della Lega Pallavolo Serie A Maschile. Giorni fa, leggendo comunicati dai toni se non proprio trionfalistici, quanto meno trasudanti ottimismo per l’interesse con cui la FIVB aveva accolto la proposta del Video Check (adottato quest’anno in tutte le partite della Serie A1), mi ero chiesto diffidando: dove sta la fregatura? Complice l’assenza dal posto di lavoro, fortunatamente nulla è stato pubblicato. Puntuale, il giorno dopo la conferma di quanto poco ottimismo meritasse di essere sparso. Il presidente brasiliano della Federazione internazionale, il signor Graca, ha avallato il calendario del prossimo quadriennio di attività internazionale. Molti eventi cambieranno la loro abituale collocazione ma in quest’occasione mi limito a sottolineare la prima “bomba” guastatrice piazzata nel cuore dei play off italiani: la finale del Mondiale di club a maggio. Ora direte voi: chi ci dice che una squadra italiana riuscirà a vincere la Champons League (Macerata, Piacenza e Trento facciano pure gli scongiuri)?
 A parte il fatto che il volley italiano ha notevole confidenza con le wild card, vi pare possibile dover aspettare metà marzo (come minimo) per sapere se i play off possono giocarsi regolarmente? Ma quando arriverà Ulisse a salvare la povera Lega, che vede la Penelope di Losanna disfare spesso e volentieri i planning faticosamente compilati tra mille variabili e incognite? Quando pianterà frecce nel cuore dei Proci, dei mercanti che sguazzano e fanno affari nel tempio del volley?
Seguo professionalmente di pallavolo da 24 anni. Da 24 anni le date sono un problema per i club italiani e per il campionato. Principalmente a causa dell’attività delle Nazionali, sempre privilegiata dalla Fivb come veicolo principale se non unico di promozione. Ora, da quando con i soldi freschi del Qatar prima e con l’interesse del Brasile poi, anche il Mondiale di Club è diventato appetibile. E quindi perfino club contro club, quando si parla di date.
L’obiezione è sempre la stessa: il campionato italiano non può essere il modello di riferimento che condiziona tutto il resto. Beh, a parte che quando fa comodo il campionato italiano è citato a modello. In realtà specie il Brasile ha sempre fatto il porco comodo suo, con i transfert per i giocatori prima, ora anche con le date. E gli italiani a subire, a pietire questo o quell’atleta, invece che farne a meno e mandare tutti a quel Paese (farli restare a casa loro, investendo gli stessi soldi per crescere giovani in casa).
Ora dovrebbe essere da tempo chiaro a tutti: i mesi che l’Italia vuole per il suo campionato, non ci sono. I club hanno il diritto di pagare gli stipendi in proporzione, alla maggior parte dei giocatori che fanno attività solo in campionato (anche se ciò determinerà malcontento e problematiche reali). 

Ma i nazionali chi li paga per il resto dei mesi? L’equilibrio è precario e potrebbe franare. Ci si può inventare altro per riempire e far circolare i marchi, ma già non si riesce a guadagnare spazio mediatico per il campionato, ogni altra cosa avrebbe appeal vicino allo zero.

La soluzione sarebbe un planning modello calcio. In settimane prefissate, uguali in tutto il mondo, si dà spazio alle Nazionali. Per il resto: attività dei campionati.

Tutti i big del volley internazionale, Italia inclusa, attorno a un tavolo a dividere il calendario equamente. Bisognerebbe snellire gli impegni, la miriade di tornei di qualificazione per tutto (per lo più ingiustificati), tornare alle scremature del passato, quando solo le non qualificate per piazzamenti e diritti ottenuti nelle grandi manifestazioni continentali, dovevano affrontare i tornei di qualificazione per l’Olimpiade. Ma è sempre e solo una questione di soldi, di potere.

Continuo a ritenere inadeguato, anacronistico e deleterio (pensando alla concorrenza di altre discipline) avere un campionato di soli cinque o sei mesi. E’ utopia pretenderlo di sette mesi: la soluzione sarebbe, nell’arco dei sette mesi, contenere una o più pause-spazio per gli impegni delle Nazionali. Concordate con largo anticipo. Ma tra Cev e Fivb sono uno più malato dell’altro, in preda alla frenesia dei cambiamenti a ripetizione, spesso inutili, sempre improvvisi.

Aveva ragione John Lennon, quando cantava Power to the People: il guaio del volley è proprio questo, che il potere non è nelle mani della gente del volley…

Lega Pallavolo Serie A maschile: Massimo Righi, Yvonne Schlesinger, Fabrizio Rossini (nelle foto)

Leandro De Sanctis

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