L’immensità | Recensione film

L’immensità | Recensione film
Seguendo la recente abitudine di dare a film titoli di canzoni, anche se non si tratta dei “musicarelli” degli anni ’60, Emanuele Crialese porta al cinema L’immensità, titolo di una magnifica canzone scritta da Don Backy, Detto Mariano e Mogol (Festival di Sanremo 1967) e cantata anche da molti artisti, tra i quali Johnny Dorelli, Mina, Milva e in tempi più recenti Francesco Renga e Negramaro).
Film personale, nel senso che nasce da ricordi di Crialese, destinato a dividere perché da un lato racconta una storia densa di significati a livello di dinamiche familiari e psicologia, dall’altro forse non riesce a trovare la formula cinematografica migliore per dirlo e lasciando così spazio all’incertezza del giudizio e del gradimento.
Roma, anni ’70, una famiglia con tre bambini e una coppia che non è più tale, divisa soprattutto dal maschilismo egoista di un marito (Vincenzo Amato) che fatica a tollerare l’estro e la voglia di vivere della moglie spagnola (Penelope Cruz, eccellente interprete). Uno smarrimento che la figlia maggiore sintetizza ed esprime attraverso una tenace e disperata ricerca di identità: nata Adriana, si fa chiamare Andrea perché vuole vivere il suo maschile (l’esordiente Luana Giuliani). Una famiglia patriarcale e maschilista come tante in quegli anni, con un marito che non solo coltiva l’amante ma non si cura di non ingravidarla. E i bambini assorbono tutto, comprendendo chi più chi meno, e istintivamente ribellandosi, nel caso di Adriana-Andrea, anche ad alta voce e con coraggio.
Una storia che Crialese decide di raccontare anche attraverso le canzoni e la tv, una tv allora in bianco e nero, giocando con il volto di Penelope Cruz che si insinua nei visi di Patty Pravo e Raffaella Carrà, simboli di donne protagoniste e indipendenti. Pensiamo all’audacia dell’ombelico di Raffaella Carrà nella trasmissione del sabato sera e a ciò che spesso cantava. Da Studio Uno a Senza rete, gli anni ’70 erano ancora strettamente connessi alla tv, alla Rai, non ancora minacciata dall’invasione delle tv berlusconiane che sono state poi alla base della successiva volgarizzazione del prodotto televisivo a partire dagli anni’80. Ci sono scene emotivamente forti, ma anche momenti di significativa leggerezza, che esprimono l’estro di una mamma che non poteva essere chiusa in gabbia: quando mamma e figli apparecchiano la tavola cominciando a stendere la tovaglia cantando, il messaggio arriva forte e chiaro. E oggi sconcerta ricordare come in quei tempi, la donna con forte personalità e desiderio di indipendenza, veniva giudicata pazza e fatta internare, per un periodo nei casi migliori, più a lungo in altre situazioni drammaticamente senza ritorno.
A chi si è chiesto il perché del titolo, L’immensità, si può lasciare libertà di interpretazione, ma il testo della canzone potrebbe essere la risposta, quel sentirsi piccini, nullità appunto, in un mondo immenso tutto da scoprire e da vivere, nella speranza di trovare un amore vero.

Cosa ha detto Crialese

“L’immensità è il film che inseguo da sempre: è sempre stato “il mio prossimo film”, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro.
È un film sulla memoria che aveva bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa. Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una madre che poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e umano, con Penélope Cruz, con la sua sensibilità e la sua straordinaria capacità di interazione con tre giovanissimi non attori che non avevano mai recitato prima. Luana, Patrizio e Maria Chiara sono rimasti bambini sempre e come tali sempre intensamente e immensamente veri”




Sì, io lo so / Tutta la vita sempre solo non sarò / Un giorno troverò / Un po’ d’amore anche per me / Per me che sono nullità / Nell’immensità


L’immensità

L’IMMENSITA‘ Italia-Francia, 2022, Durata: 97 minuti.
Regia: Emanuele Crialese
Interpreti: Penelope Cruz, Luana Giuliani, Vincenzo Amato, Aurora Quattrocchi, Filippo Pucillo, Pippo Pattavina, Elena Arvigo, Laura Nardi.

Leandro De Sanctis

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