SOCIETA’ Corteo per i vaccini liberi, ma sui giornali regna la disinformazione

Poi dice che la gente comune non legge più i quotidiani d’informazione… 
Rapida analisi del modo in cui si è data notizia (si fa per dire) della manifestazione per i vaccini liberi che si è tenuta domenica a Roma ed alla quale hanno partecipato circa 10.000 persone. 
Tre giornali analizzati, solo La Repubblica può essere promossa nell’ideale pagella dell’informazione. 
Per il resto, come accade spesso anche in Tv (che non guardo, quindi non so giudicare, se non riportare che La7 ne ha parlato), più che altro disinformazione. Hai visto mai che la gente cominciasse a ragionare con la propria testa?

 La Repubblica – Mezza pagina con foto, e quattro pareri interessanti e ben motivati di genitori che hanno marciato sotto la canicola delle ore 13 (ora legale). Ida Forni di San Giovanni Valdarno, Marco Capolupo di Napoli, Valentina Premeri di Pordenone, Luca Fornasier di Roma. 
Titolo La marcia del popolo No vax “Lasciateci liberi di scegliere”.
Roma, in diecimila in corteo contro il decreti della ministra Lorenzin.

Corriere della Sera – Una semplice notizia con foto, 10 linee, quindi circa 7 righe di testo. Titoletto: Sfilano i vax free: “Libertà di cura”. 
Nel testo non si dice che hanno sfilato diecimila persona, ma genericamente e in modo riduttivo: centinaia di famiglia. Ora se ogni famiglia può avere quattro persone, dire centinaia di famiglie cosa fa pensare? 400, 800, 1.200 persone? Verrebbe da chiedere all’estensore: quale calcolo ha fatto? Ha diviso 10.000 per (quante) centinaia di famiglie? Bastava guardare le foto sul web per capire che hanno sfilato migliaia e non centinaia di persone.

Il Messaggero – Una semplice notizia, con foto. Dieci righe di testo. Occhiellino: La protesta Il corteo no vax
Titolino: In migliaia in piazza a Roma contro l’obbligo delle vaccinazioni.
Invece di far sapere che i manifestanti (toh) sono arrivati in pullman e indicare il percorso, forse sarebbe stato più giornalistico sintetizzare le motivazioni della protesta.

Leandro De Sanctis

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