MUSICA Ian Anderson live

 

Due
ore di musica con Ian Anderson, due ore di musica dei Jethro Tull, una
band atipica che dalla fine degli anni ’60 ha attraversato vari generi,
dal blues al folk, dal jazz al prog. Mischiando, facendo delle sfumature
il suo segno distintivo e soprattutto sdoganando dalla sfera della
musica classica il flauto traverso. Il flauto nel rock è Ian Anderson,
il polistrumentista che suona su una gamba sola.
Al
Centrale del Foro Italico non c’era il pienone, come l’1
dicembre del 2012 al Gran Teatro, quando Ian Anderson e la sua band
proposero uno dopo l’altro Thick as a brick e TAAB2 (Thick as a brick 2,
pubblicato a suo nome) il seguito dello storico album, contenuto in un
giornale immaginario che spiccava per diversità in ogni parete di LP e magari ora
conservati a testimonianza della gioventù e di un periodo musicale
irripetibile.
Ma le due
ore di musica sono state intense, divertenti e godibili. Ian Anderson è
sempre una presenza scenica notevole, con la consueta dose di autoironia
e l’entusiasmo di quando, ragazzino, lavorava in un chiosco di giornali
e leggendo il Melody maker, decise che sarebbe stato bello formare una
band.
Platea di over ma
non solo. Anche tanta gioventù, famiglie intere, ed un’insoluta
gentilezza perfino nel personale che spesso rende acidi i momenti di
queste serate musicali, con comportamenti inutilmente aggressivi e
maleducati. 
Insomma, quasi ogni cosa al suo posto, il clima rilassato per godersi il tuffo nel passato. Brani che con i decenni non hanno perso la loro qualità e che risultano sempre trascinanti, semplicemente belli. Da Aqualong a Thick ad a Brick, 1 e 2, una cavalcata nella discografia pescando brani da molti album, la storica “Bourèe” (in e minore, firmata da Bach, comparve su “Stand up”
in barba ai puristi della classica). Fino al solito bis, l’ommancabile “Locomotive breath”,
che ha fatto saltare anche le sedie. E per almeno un minuto, vedendo 50
enni, 60 enni battere le mani e i piedi, agitarsi e applaudire, li ho
immaginati come erano allora, all’alba degli anni ’70, ragazzi che
scoprivano una musica diversa dalle canzoncine che passavano in radio ed alla tv. Avrei voluto chiedere ad ognuno di loro cosa provava, a cosa pensava, quali immagini il flauto di Ian Anderson aveva fatto riemergere nella memoria, dal cuore. Anche per loro la vita è passata in fretta, Ian Anderson, almeno per un paio d’ore, ha ricordato cosa può significare la musica. Ascoltarla, condividerla.

Da ascoltare su you tube
THICK AS A BRICK  album
http://www.youtube.com/watch?v=M9JEPeeohYs
Il bis: 
Locomotive
breath (da Aqualong)


A PROPOSITO: 
* Ian Anderson avrà 66 anni il
prossimo 10 agosto, è nato a Dunfermline, in Scozia. Poi ha vissuto fino
ai 12 anni a Edimburgo, per poi trasferirsi con la famiglia a Blackpool in
Inghilterra.

* La sua celebre band prende il nome dal pioniere della moderna agricoltura, l’agronomo Jethro Tull (1674-1741).

Discografia solista

Studio

Live

 

Discografia con Jethro Tull

Album studio

Live

Video

Raccolte

Ian Anderson

Leandro De Sanctis

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