Donati smaschera “I signori del doping”: in libreria

Donati smaschera “I signori del doping“: in libreria da oggi, edito da Rizzoli, il libro che racconta nei minimi dettagli il vergognoso complotto che ha cancellato Alex Schwazer dall’atletica mondiale, rovinato deliberatamente vite professionali e umane, privato di legittime medaglie e vittorie la Federazione Italiana di Atletica Leggera e lo sport italiano.
Un complotto che parte da lontano, perché la storia si ripete e dal 1987 al 2015 è anche trascorsa senza che se ne traesse lezione, che si cancellassero dallo sport personaggi che lo hanno trasformato in una ribalta personale e di sistema, forti dell’impunità e dell’incertezza della pena o meglio della certezza che in certi casi, gli strumenti del potere salvano gli uomini che lo gestiscono ed esercitano liberandoli dal peso delle conseguenze dei loro atti.
Alessandro Donati conosce come nessun altro i meccanismi di un mondo sportivo che ha lasciato campo libero ad azioni contrarie all’etica ed è dire poco, considerato che per attuare questa “vendetta” si è sconfinato nel penale. Da persona che ha lottato contro il doping, Donati si è trovato bersaglio di una azione di ritorsione a largo raggio che ha colpito lui dopo quasi trent’anni, e il marciatore Alex Schwazer che a lui si era affidato per tornare a gareggiare e vincere senza sospetti, con il marchio di garanzia etica e libera dal doping che solo Donati poteva garantirgli. Avrebbe potuto e dovuto essere un manifesto anti doping: l’atleta che cedette alla tentazione del doping, scontata la squalifica, si ripresentava dimostrando che senza l’ausilio di sostanze dopanti, era in grado di andare anche più forte e veloce.
Un ritorno che Fidal, Iaaf e Wada avrebbero dovuto seguire con attenzione per trasformarlo in un sport per l’atletica pulita.
In realtà non è andata così. Sandro Donati è ripiombato nell’oscurità che lo avvolse nel 1987 dopo la sua denuncia sul doping e sul salto allungato dell’incolpevole Evangelisti ai Mondiali di Roma. E ha pagato anche Schwazer, che era tornato a gareggiare in condizioni stratosferiche di efficienza, smentendo chi lo riteneva finito e chi giudicava Donati incapace di allenare un marciatore, sia pure con la collaborazione di uno staff qualificato (tra gli altri Mario De Benedictis, fratello del marciatore azzurro Giovanni, e Alessandro Pezzatini).
Un’operazione scattata all’indomani della testimonianza di Alex Schwazer al Processo di Bolzano. Chi ha seguito il caso sui giornali, in tv e su questo sito, molte cose le conosce e sa che molto si deve alla tenacia del Giudice Walter Pelino. E sa che questa squallida vicenda di sommaria ingiustizia si è conclusa con la “morte” sportiva di Alex Schwazer, privato di tutto il suo recente passato e del suo futuro, a cominciare dall’Olimpiade di Tokyo che avrebbe potuto vederlo protagonista, nonostante gli otto anni di squalifica che anche il TAS confermò alla vigilia dell’Olimpiade precedente, Rio 2016.
Con tempistica perfetta quindi, nei giorni in cui parte l’Olimpiade di Tokyo, I signori del doping esce in libreria. Un racconto preciso, dettagliato e avvincente, come un thriller in cui però non sono i buoni a vincere. Non un racconto di parte ma la cronaca di come lo sport abbia certificato la sua mancanza di credibilità, il suo senso di impunità, la sua faccia tosta. Con le sponde di cui hanno goduto certi personaggi, inchiodati poi dalla sentenza del Tribunale di Bolzano, che ha trasformato Schwazer da imputato in vittima, smascherando il complotto nella sostanza (ancorché senza nomi e cognomi). Per una atletica sana sarebbe bastato. Ma non è stato così e ognuno, anche leggendo I signori del doping, capirà il perché.
Una misera storia con due vittime acclarate e tanti colpevoli. Troppi. Una storia che mi auguro di vedere presto trasformata in una serie tv o in un film, perché gli elementi ci sono tutti.

I signori del doping, la quarta di copertina

«Buonasera professore, oggi con i giornalisti si è parlato di un mio ritorno alle gare. Vorrei fare una cosa mai vista prima a livello di antidoping. E la prima persona che mi viene in mente è lei.» A scrivere questo messaggio, nel novembre 2014, è Alex Schwazer, già Oro olimpico nella 50km di marcia a Pechino 2008 e poi squalificato per doping poco prima di Londra 2012. Il destinatario è Alessandro Donati, uno dei migliori allenatori di atletica al mondo ma, ancor di più, simbolo internazionale (scomodo) della battaglia contro l’uso del doping. Lo stesso Donati che, nel 2012, aveva fatto partire la segnalazione in seguito alla quale Schwazer era stato squalificato. Inizia così quella che dovrebbe essere una storia positiva: un atleta che “si redime” e torna a praticare sport pulito, e un allenatore integerrimo. Ma non siamo in un mondo ideale. Al contrario, profondamente corrotto, dominato da istituzioni – federazioni sportive e organizzazioni nominalmente preposte all’antidoping – marce in tutti i loro gangli. Sono coloro che Donati definisce “i Signori del doping” perché, operando in condizioni di strapotere e immunità, da anni hanno instaurato un sistema di ricatti e corruttela, anziché svolgere il ruolo a cui sarebbero preposti: garantire lo sport pulito. Così, fin dal principio, il percorso di Schwazer e Donati si trasforma nell’incubo e nella persecuzione che vengono ricostruiti con ricchissima documentazione in questo libro che ha un ritmo serrato da spy-story. È la realtà che supera la fantasia: un vile e sporco agguato che fa saltare ad Alex l’Olimpiade di Rio 2016, e poi falsificazione di provette, menzogne su menzogne e un intrigo internazionale che porta fino in Russia per un “giro d’affari” stellare. E, alla fine, l’innocenza di Alex viene riconosciuta dalla giustizia ordinaria – la Procura di Bolzano – ma non dalla “giustizia sportiva”! Ma qual è il senso di tutto ciò? Perché distruggere uno degli atleti più promettenti che l’Italia abbia avuto negli ultimi anni e il suo eccellente allenatore? Lo si scopre leggendo questo libro importantissimo che affonda il colpo nel sistema sportivo internazionale e, come scrive Attilio Bolzoni nella Prefazione, «è saggio, è narrazione, è atto di accusa ma soprattutto è l’eredità preziosa che ci lascia uno dei grandi personaggi dello Sport contemporaneo. La spaventosa storia di Alex Schwazer, il testamento di Sandro Donati».

L’autore, Alessandro Donati

ALESSANDRO DONATI nato a Monte Porzio Catone, Roma, 1947, Maestro dello Sport specializzato nell’atletica, è il simbolo mondiale della lotta contro il doping. Nella sua vita interamente dedicata a seguire e far crescere gli atleti ai massimi livelli, si è spesso trovato a pagare lo scotto delle proprie denunce scomode, come quando, dopo 10 anni da allenatore della Nazionale italiana di atletica leggera, nel 1987 fu sollevato dall’incarico perché, ai Campionati del Mondo a Roma, smascherò la frode in Mondovisione del salto in lungo truccato per far vincere l’oro a Giovanni Evangelisti, totalmente all’oscuro della combine. Negli anni la sua attività in nome di uno sport pulito – condotta sempre con profonda passione e spirito etico – è stata intensa. È autore di diversi libri di denuncia sul fenomeno del doping e sul malaffare che lo circonda, fra cui ricordiamo Campioni senza valore (Ponte alle Grazie, 1989) e in particolare il bestseller Lo sport del doping (Gruppo Abele, 2012). Nel 2015 iniziò ad allenare Alex Schwazer con cui sta tuttora vivendo la scandalosa vicenda di persecuzione e ingiustizia che racconta in questo libro.

I signori del doping, la scheda

I SIGNORI DEL DOPING Il sistema sportivo corrotto contro Alex Schwazer, di Alessandro Donati. Rizzoli libri, euro 18. Cartonato con sovraccoperta, pagine 416 (cm 14,2 x 21,7)

Alessandro Donati
Alessandro Donati
Alessandro Donati con Alex Schwazer. A sinistra Mario De Benedictis, a destra il professor D'Ottavio
Schwazer e Donati a Tagliacozzo, sulla pista “sconsacrata” del suo primo test

Leandro De Sanctis

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