Bundesliga, l’omaggio a George Floyd non è politica ma diritto umano

La recente sentenza emessa nella Bundesliga dovrà fare giurisprudenza ed essere presa ad esempio, punto di riferimento di ogni federazione o Lega, di ogni sport, di ogni giudice sportivo.
I calciatori Marcus Thuram del Borussia Moenchengladbach, Jadon Sancho e Achraf Hakimi del Dortmund e Weston McKennie dello Schalke 04, avevano celebrato i loro gol rendendo omaggio a George Floyd, lo statunitense di colore ucciso da un agente di polizia a Minneapolis.
Erano stati deferiti, secondo regolamento in teoria. In pratica no, perché il loro gesto non è riconducibile alla politica ma semplicemente alla sfera dei diritti umani. Quello di cui il povero Floyd non ha goduto, quello di chiunque, anche se svolge il mestiere dello sportivo, di manifestare il proprio pensiero e protestare.
La Federcalcio tedesca, nel recepire anche una tardiva ma opportuna richiesta avanzata dalla Fifa, ha deciso di non procedere né nei loro confronti, né nei confronti di chi lo farà in futuro.
    Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha dichiarato: “Per evitare dubbi, in una competizione della Fifa gesti come quelli fatti dai giocatori della Bundesliga meriterebbero un applauso e non una punizione. Tutti dobbiamo dire no al razzismo e a ogni forma di discriminazione. Diciamo no alla violenza, in ogni sua forma”
In effetti sarebbe stato imbarazzante e incomprensibile punire il gesto di solidarietà dei calciatori, visto che una delle campagne planetarie della Fifa riguarda proprio il razzismo.
Lo sport è abituato ad un atteggiamento vigliacco, ogni volta che c’è da schierarsi contro un sopruso, contro il calpestamento ignobile dei diritti umani, contro i regimi che imprigionano, torturano, uccidono, soffocano ogni voce di dissenso. E non si è mai visto dissenso per chi governa nel segno di una sostanziale democrazia, che non garba soltanto alle dittature, esplicite o mascherate che siano.
Troppo spesso le federazioni, anche in Italia, hanno punito “a norma di regolamento”, aggiungendo ingiustizia all’ingiustizia. Beh, la Bundesliga ha dimostrato che i regolamenti si possono interpretare applicando il buon senso. Specialmente quando sono palesemente ipocriti e sbagliati.

Leandro De Sanctis

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