Educazione fisica e motoria, è necessaria chiarezza

Educazione fisica e motoria, è necessaria chiarezza. Le parole contano, faceva dire Nanni Moretti al suo personaggio principale nel film Palombella rossa. Anche il professor Attilio Lombardozzi concorda, a proposito dell’Educazione Fisica. Lo spiega nell’articolo che Vistodalbasso.it ha il piacere di ospitare.

di Attilio Lombardozzi

CHIAREZZA nella definizione dei concetti e nella relativa semantica è una esigenza sempre più impellente nella Educazione fisica. Troppo spesso infatti, persino da enti e personalità di rilievo ma purtroppo anche da parte di laureati e insegnanti, giungono espressioni poco sensate o quanto meno scorrette. Un modo di dire alquanto diffuso su cui si sorvola con molta superficialità è ad esempio quello di chi dice: “Educazione fisica o chiamiamola come vogliamo…”. No, questo modo di esprimersi non può essere accettato appartiene infatti a quelli che non sanno di cosa si parla quando si tratta di Educazione fisica. Si è detto più volte, ma è necessario ripeterlo, che Educazione fisica è una espressione impropria nel senso che le parole (i significanti) non corrispondono ai significati.

C’è però chi sentendosi dotato di scienza infusa pretende di “migliorare” la denominazione della disciplina “deformandola” in educazione motoria senza considerare che l’educazione è un processo che riguarda la persona non i movimenti o, in modo più sconcertante, definendola “scienze motorie”, locuzione assolutamente non adatta a identificare un’attività motoria che ha finalità educative che quindi può solo indicare il complesso delle scienze che studiano la motricità umana. Rasenta il ridicolo in proposito la definizione che danno di se stessi i laureati (quelli più sprovveduti per la verità) quando si definiscono “gli scienze motorie”.
Quello dell’Educazione fisica è un fenomeno alquanto singolare, cambia nome infatti, non se ne comprende il motivo, a seconda del livello del corso di studi. Ancor più singolare è che gli artefici di questa iniquità, (non potrebbe essere altrimenti) non siano studiosi della materia. Nella Educazione fisica purtroppo questa maldestra intrusione è una costante. Al di là di ogni opinione in merito va sottolineato (non ci si stancherà mai di ripeterlo) che Educazione fisica è il nome con cui in tutto il mondo si indica la disciplina.

Serve il rispetto della semantica

Il rispetto della semantica potrebbe essere considerato poco importante ma ci si deve convincere invece che una comunicazione efficace (l’Educazione fisica ne ha impellente bisogno) è possibile solo se i contenuti sono sostenuti dalla proprietà della terminologia. E’ infatti necessario che gli insegnanti di Educazione fisica prendano coscienza della colpevole indifferenza delle istituzioni verso la disciplina e si assumano la responsabilità di garantirne l’efficacia ad esempio attraverso percorsi di formazione continua autogestiti. L’Educazione fisica come è noto non si basa su contenuti standardizzati, i modelli culturali di riferimento nel tempo si sono evoluti e hanno comportato il conseguente adeguamento della didattica al punto tale da poter ragionevolmente sostenere che può rendere concreti i suoi significati più che attraverso le forme di attività proposte soprattuto per l’efficacia della didattica che in questa prospettiva assume sempre più i valori delle didattiche laboratoriali.

La risposta più opportuna al quadro non proprio attraente che si presenta agli occhi degli insegnanti più responsabili può essere la costituzione di un “laboratorio di idee” dove sia possibile lo scambio culturale, la proposta di collaborazioni, l’home-clinic e ogni iniziativa utile a potenziare le funzioni degli insegnanti e, se fosse possibile, offrire suggerimenti e proposte a…?

Potrebbe essere una svolta!

Leandro De Sanctis

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