Vivere | Recensione film Archibugi

Ho sempre seguito con rispetto Francesca Archibugi, dal suo folgorante esordio con Mignon è partita, datato 1988. Dopo trentuno anni azzardo che il suo ultimo film, Vivere, nonostante le buone intenzioni risulti assai deludente. Anche per una semplice visione sul piccolo schermo. Se il soggetto della Archibugi poteva essere la base di un racconto articolato e approfondito, la sceneggiatura (a cui hanno lavorato anche Paolo Virzì e Francesco Piccolo) e lo svolgimento lo rendono invece un’opera scontata, banale, prevedibile, a tratti perfino irritante. Come sempre accade quando vediamo personaggi comportarsi in maniera sconcertante, o attori diretti senza la cura di evitare il già visto, le trame telefonate.
Non nascondo che spesso la realtà è zeppa di personaggi come quelli che attraversano Vivere, ma ci si chiede perché cavalcare ancora stereotipi abusati ancorché consolidati nella memoria cinematografica, che non a caso li reitera.
Personaggi ondivaghi e scarsamente convincenti nei loro comportamenti, perfino slegati tra loro a dispetto dei legami della trama. Nel cast si vede, poco, ma con piacere un inedito Enrico Montesano ma l’impressione è che tutti siano mal diretti. Perfino professionisti che spesso hanno portato la loro qualità in filmetti di basso livello, e penso a Massimo Ghini, pesce fuor d’acqua nei panni di un medico poco credibile. Micaela Ramazzotti non riesce a sfuggire al cliché che le hanno cucito addosso e che evidentemente accetta ormai a scatola chiusa, evitando di rischiare avventure in nuovi territori. Ma ormai non convince più nelle vesti di donna senza cultura che parla da popolana apparendo perfino stupida, come la sceneggiatura fa dire al suo personaggio. Un’attrice è tale perché sa calarsi in personaggi e ruoli diversi. Da tempo la Ramazzotti è essenzialmente quel personaggio.
Forse condannato dal fisico, anche Adriano Giannini non dà guizzi al suo personaggio di giornalista free lance senza certezze economiche, uomo di casa indolente e scansafatiche, ma sempre pronto a combinare guai con le ragazze, con notevole sconsideratezza. Gli adulti della famiglia o sono irresponsabili o inetti e pasticcioni.
Stavolta non convince nemmeno Marcello Fonte nei panni del vicino di casa della famigliola incasinata, complice un abbigliamento ridicolo, risulta anche lui inutilmente ambiguo e fuori posto, anche se fornisce nel finale la battuta che dà il titolo (“Vi ho visto…vivere”) e vorrebbe dare il senso al film.

Vivere, la scheda

VIVERE – Italia, 2019.
Regia: Francesca Archibugi.
Interpreti: Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, Massimo Ghini, Marcello Fonte, Roisin O’Donovan, Andrea Calligari, Elisa Miccoli, Valentina Cervi e con la partecipazione straordinaria di Enrico Montesano.
Durata: 103 minuti. Soggetto: Francesca Archibugi. Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Francesco Piccolo, Paolo Virzì. Su Sky cinema/Now tv

Vivere, il trailer

Leandro De Sanctis

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