ATLETICA Il lungo volo di Elena Vallortigara

Elena Vallortigara Foto CARLO GIULIANI

Il lungo volo di Elena Vallortigara, insieme con il record italiano di Filippo Tortu, è stato la stella cometa dell’atletica italiana, illuminata sulla via che porta a Berlino, teatro dei prossimi campionati Europei. Un’ascesa tanto improvvisa, quanto inattesa, perchè non erano in molti a ricordarsi di lei, quando a maggio, in occasione della presentazione del Golden Gala nella pancia dello Stadio Olimpico, la si era citata come “nuovo stimolo” per Alessia Trost. Un soggetto poco conosciuto, che il Corriere dello Sport presentò ai suoi lettori, seguendone passo dopo passo la crescita esponenziale e il raggiungimento dello status di stella azzurra.
Una continuità impressionante di risultati che ha contribuito a restituire certezze, fiducia e consapevolezza ad una ragazza così duramente provata da una lunga serie di problemi fisici che l’hanno portata sull’orlo del ritiro. Anche se, come ha ricordato Elena, “la tentazione di smettere non è mai stata più forte della passione per l’atletica”.
Costruita una base di continuità su misure d’eccellenza, Elena Vallortigara ha accumulato preziosa esperienza nel circuito dei meeting all’estero, non solo di Diamond League, e si è calata con convinzione nei panni dell’atleta di vertice che punta in alto. Senza porsi limiti che non fossero quelli di puntare in ogni gara a migliorarsi.
Ieri a Londra ha vissuto la sua giornata perfetta: aggiungere in un colpo solo sei centimetri al personale è impresa straordinaria. Dall’1,96 è salita oltre la barriera dei 2 metri, nell’Olimpo del salto in alto italiano. Può apparire retorico perchè la parola storico spesso è abusata, ma quando si salta oltre la leggenda di Sara Simeoni non si corrono rischi. E’ diventata la seconda italiana di sempre, a due centimetri da Antonietta Di Martino (2,04 indoor). Non a caso la Di Martino è grande amica e musa ispiratrice di Elena, così come la Simeoni è stata una presenza importante, non facendole mancare il suo incoraggiamento e la sua stima. Antonietta, Sara, Elena: campionesse e donne sensibili, dotate di notevoli qualità umane oltre che tecniche.
Lo sport è pieno di storie non sempre a lieto fine, di promesse non mantenute, di grandi sogni svaniti, sepolti sotto il peso degli infortuni. Elena Vallortigara è riuscita a riemergere, a non arrendersi mai, a continuare ad inseguire con tenacia e determinazione il suo sogno, coltivando la sua grande passione anche quando a credere in lei non erano rimasti in molti.
Ma il destino ora la sta ripagando dei sacrifici fatti, per non aver lasciato che il suo talento sfiorisse sotto il peso delle operazioni e delle cicatrici, che ora sono solo un segno della sua forza. Lei può dirlo, ne ha passate tante. Ma ora salta più in alto che mai. Nel frattempo ha coltivato se stessa e il suo modo di essere, innaffiando con l’amore per il suo ragazzo spagnolo, il suo giardino dei sogni, diventato sempre più verde. Con il fondamentale supporto del suo allenatore senese, Stefano Giardi.
Aveva ragione lei, alla vigilia di un Golden Gala che sembra già lontanissimo, quando disse che agli Europei sarebbe andata per essere una protagonista. Londra le ha già dato ragione, vedendola duellare addirittura con Mariya Kuchina Lasitskene, la attuale numero uno mondiale, che è stata la prima a farle i complimenti dopo il gran salto oltre i 202 centimetri.

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Sull’ultimo numero della rivista della Fidal, un ritratto-intervista con Elena Vallortigara
http://www.fidal.it/rivista_one.php?id=58

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https://www.vistodalbasso.it/2018/07/24/simeoni-e-di-martino-elena-emozionato/

Il salto oltre i 2,02 a Londra

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Ecco l’intervista a caldo, da Londra, ad Elena Vallortigara, raccolta da Alessio Giovannini dell’ufficio stampa della Fidal

di Alessio Giovannini

“Great! Congratulations!” Ecco quello che Elena Vallortigara si sente dire a ripetizione mentre esce dall’Olympic Stadium di Londra. Poco prima nel cuore dell’arena delle Olimpiadi 2012 e dei Mondiali 2017 l’hanno vista tutti volare a 2,02. Sì, proprio così: due metri e zero due.

“Non è un sogno, è realtà – racconta l’azzurra –. Ci ho pensato tante volte, anche nei momenti più bui della mia carriera, quando ho dovuto fare i conti con infortuni e cose che non giravano come avrei voluto. Poi, però, bisogna saper aspettare e costruire perché alla fine tutto arriva al momento giusto. Ed oggi è successo”.

“Fino ad 1,91 mi sembrava che non passasse mai il tempo. Poi ad 1,95 ho sentito chiaramente di avere addosso quel margine per cui potevo puntare direttamente ai 2 metri. Me l’ero detto in partenza: se resto da sola in gara con Mariya (Lasitskene-Kuchina, ndr) ci provo. Non è stato un azzardo, ma consapevolezza di quello che penso di valere in questo momento”.

“La Lasitskene è stata un grande stimolo per me oggi. Del resto se rimani con lei in gara vuol dire che l’asticella si è spostata su misure importanti. All’apparenza può dare un’impressione un po’ fredda, ma è solo molto concentrata. Alla fine è venuta a farmi i complimenti. Anche io in pedana ho imparato a stare nella mia bolla, è molto importante. Di cosa è fatta questa bolla? Di otto anni di rinascita. Questo risultato parte da Siena dove mi sono trasferita dalla fine del 2016 sotto la guida tecnica di Stefano Giardi, anche oggi qui al mio fianco. Dico grazie a lui e a tutte le persone che non hanno mai smesso di credere in me”.

“2 metri e poi 2,02. Che cosa ho provato? Gioia pura! E se mi avete visto con le lacrime agli occhi è stata solo l’emozione di attimi per cui non esistono parole. Con me avevo due anelli, sono i miei portafortuna: uno è quello del mio fidanzato Fernando, l’altro me l’ha regalato mia madre Lia che ne ha uno uno identico”.

“La Simeoni è un mito, una campionessa che ha fatto la storia dell’atletica. Antonietta (Di Martino, ndr) è una cara amica. Da sempre abbiamo un rapporto speciale e lei che come me è passata in mezzo a tanti imprevisti, mi ha dato la forza di non mollare”.

Seconda atleta al mondo nel 2018 e adesso gli Europei.
“Berlino è l’obiettivo di questa stagione in cui sento di essere cresciuta tanto come donna e come atleta. Sono un’altra persona. Non voglio avere nessun tipo di aspettativa. Agli Europei si partirà tutte da zero e tutto può succedere in pedana. Quindi primo step la qualificazione, poi vedremo cosa accadrà in finale”.

IL 2018 ALL’APERTO DI ELENA VALLORTIGARA
25 aprile: Siena 1,94 (1)
1 maggio: Palmanova 1,90 (1)
5 maggio: Caorle 1,95 (1)
31 maggio: Roma 1,94 (3)
3 giugno: Hengelo (NED) 1,91 (1)
6 giugno: Zoetermeer (NED) 1,96 (1)
23 giugno: Modena 1,94 (1)
30 giugno: Parigi (FRA) 1,94 (5)
18 luglio: Liegi (BEL) 1,91 (1)
22 luglio: Londra (GBR) 2,02 (2)

LISTA ITALIANA ALL TIME SALTO IN ALTO FEMMINILE
2.04i Antonietta Di Martino (Banska Bystrica 9.2.11)
2.03 Antonietta Di Martino (24-6 e 2-9   2007)
2.02 Elena Vallortigara (Londra 22.7.18)
2.01 Sara Simeoni (Brescia 4.8.78)
2.00i Alessia Trost (Trinec 29.1.13)
1.98 Antonella Bevilacqua (Valencia 31.5.97)
1.97 Desirèe Rossit (Bressanone 10.6.16)
1.95 Francesca Bradamante (Udine 23.5.98)
1.95 Raffaella Lamera (Firenze 5.6.10)
1.92 Sandra Dini (Udine 14.6.81)
1.92 Daniela Galeotti (Pescara 3.7.99)
1.92 Elena Meuti (Goteborg 8.8.06)
1.92 Erika Furlani (Rieti 24.6.17)

 

https://www.vistodalbasso.it/2018/07/24/atletica-da-mennea-simeoni-a-tortu-vallortigara/

La prima vetrina sul Corriere dello sport, prima del Golden Gala

Sette anni vissuti da atleta senza poter essere davvero una atleta. Sette anni in cui gliene sono successe di tutti i colori, una serie di sfortunati eventi che l’hanno colpita quasi ovunque nel suo giovane corpo. Operata alla caviglia, dischi lombari degenerati, infiammazione al tallone del piede di stacco. Handicap non trascurabile per chi, come Elena Vallortigara, fa salto in alto. Ventisei anni, nativa di Schio, talento giovanile finora frenato dalla zavorra della malasorte, ha cancellato con un colpo di spugna il passato che l’ha fatta soffrire e maturare e si è ripresentata a corte portando il suo personale a 1,95.
Domani sera all’Olimpico sarà per lei un nuovo battesimo con l’atletica internazionale che l’aveva conosciuta ragazza proettente e la ritrova donna ambiziosa e temprata da tutto ciò che ha dovuto superare. Nella formidabile gara di salto in alto in programma nel Golden Gala, ci sarà anche lei.
«Sono molto tranquilla, non sto pensando tanto alla gara, una buona strategia è anche quella di mantenere la quotidianeità, non farsi condizionare dall’evento anche se so bene quanto sia diverso e importante. Ho cercato di vedere lo stress come un’opportunità di mettermi alla prova, ho fatto anche dei test la settimana scorsa, per abituarmi a saltare dopo trenta secondi, come potrebbe accadere. Riflettendoci spero che l’Olimpico mi dia quel qualcosa in più che ho sentito mancare in tutti questi anni»
Ma come ha trovato la forza di non arrendersi agli infortuni, di non mollare tutto?
«Ce l’avevo dentro la forza, forse un po’irrazionale con una parte di razionalità. Ci tengo a fare le cose bene, a non avere rimpianti, nelle cose che faccio voglio dare tutto quello che posso»
Ha dovuto superare anche momenti di sconforto, difficoltà continue.
«Sì, i momenti difficili sono stati tanti e in alcuni ho pensato di dire basta, sono stanca. Non perche avessi paura di smettere, ma quella sensazione non mai stata più forte del volerci riprovare. Mi ritengo una persona concreta, non mi piace inseguire sogni impossibili, che non sono alla mia portata. Sono consapevole del mio valore e ora che sto bene ottenere risultati potrebbe essere una conseguenza. Ma non penso al giudizio degli altri, penso soprattutto a me stessa, al mio allenatore (Stefano Giardi, ndr). Sono fatalista e ho tanta passione per l’atletica, vuol dire che ciò che è successo doveva accadere»
 Il suo fidanzato, Fernando, è spagnolo. Giocava a calcio, ora vive e lavora a Murcia, in un negozio di articoli sportivi e la sera insegna calcio ai bambini. Elena è poliglotta e studia per la laura triennale in scienze e tecniche psicologiche. Ha un buon rapporto con Alessia trost, conosciuta quando entrambe si allenavano con Chessa («Alessia è una ragazza altruista, non pensa solo a se stessa, nei momenti difficili mi ha incoraggiata»).
Cosa si aspetta dal 2018? «Direi che l’obiettivo che mi ero prefissata un mese fa l’ho già raggiunto. Ma vorrei aggiungere qualche centimetro al personale, diciamo tre, e agli Europei non mi accontenterò di partecipare, vorrei la finale».

Leandro De Sanctis

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