Marco Mengoni re di Sanremo, cominciò con la pallavolo

Marco Mengoni re di Sanremo, cominciò con la pallavolo.
Non tutti forse sanno o ricordano che il trionfatore del Festival di Sanremo è stato pallavolista a Ronciglione da ragazzo, come racconta nell’intervista che potete leggere sotto. Sono passati quasi tredici anni da quella mattina in cui al telefono parlai con Marco Mengoni, un ragazzo allora 21enne appassionato di musica che stava diventato un fenomeno duraturo. Oltre alla simpatia genuina, mi colpì l’umiltà con cui parlava della musica che amava, dei suoi inizi passati anche attraverso lo sport, la pallavolo in particolare. Era l’anno dei Mondiali di volley in Italia e fu naturale toccare l’argomento. Al Festival di Sanremo 2023 ha trionfato, al di là del brano, Due vite, perchè è stato di gran lunga il più bravo a livello di interpretazione, come ha mostrato anche nella serata delle cover, sfoderando una Let it be versione gospel, personale e meravigliosa, con il Kingdom Choir. Ammetto di non amare particolarmente la musica gospel, ma la Let it be di Mengoni l’ho trovata intensa e veramente bella.

Cosa diceva Marco Mengoni nel 2010

Ecco quanto scaturì da una chiacchierata intervista che pubblicai sul Corriere dello Sport-Stadio nel 2010.

Da quando è uscito il suo primo cd, è in testa alla hit parade. Dopo aver vin­to il campionato di X Factor, si è piazzato terzo nella Champions League canora, il Festival di Sanremo. Nemmeno l’album po­stumo di Ji­mi Hendrix è riuscito a scalzare il Re matto di Marco Mengoni dalla vetta della classifica degli album più venduti. Non c’è dubbio che Marco sia il fenomeno musicale del momento: tut­ti lo cercano, tutti lo voglio­no, pochi forse sanno che Marco da ragazzo è stato un giocatore di pallavolo, nella sua Ronciglione. «Si, ho giocato in vari ruoli ­- racconta Marco, entrato nel frullatore degli impe­gni promozionali per il suo ep d’esordio – mi piaceva di più quello di martello, ero più bravo in attacco che in ricezione. Ho gioca­to tanti tornei nella Tu­scia».

La sua era una passione autentica, che lo ha portato al Palazzetto per vedere i suoi campioni preferiti:
«Ho pure l’autografo del grande Mastrangelo, mi piacciono molto anche al­tri giocatori, come Vermi­glio ad esempio».

Andrà a vedere i Mondia­li di Italia 2010?
«Con gli impegni che ho adesso dovrei sdoppiarmi. Ma se mi invitano vado vo­lentieri, farò il possibile per esserci».

Qualche anno fa fu pro­prio lo sport la sua salvez­za.
«È vero, per certe pro­blematiche ero arrivato a pesare 95 chili, avevo ce­duto al cibo. Fu allora che mi buttai sullo sport, gioca­vo anche a tennis. Mi piace molto, purtroppo finora so­no riuscito a vedere soltan­to le donne agli Internazio­nali del Foro Italico».

Figlio unico («Viziato? Un po’ forse si… ») Marco Mengoni asseconda la tra­dizione familiare tifando nel calcio per la Roma. A 14 anni si rimbocca le maniche, co­mincia a darsi da fare per guada­gnarsi l’indi­pendenza, la possibilità di vivere a Ro­ma.
«Ho lavorato nei pub, arrivavo a fine mese con 10 euro in tasca, avete presen­te quando si mangiano sca­tolette e roba del di­scount?».

È nato il giorno di Nata­le («Che sfiga, mai un com­pleanno con gli amici, solo parenti»). La passione per il canto, l’amore per la mu­sica, l’umiltà nell’approc­cio con qualunque cosa fa­cesse. Marco guadagnava andando a cantare ai ma­trimoni, qualche se­rata nei pia­no bar, ha fatto anche il fonico.
«Ero quel­lo a cui da­vano le cose più noiose da fare. Ma per me non era una palla, mi piaceva oc­cuparmene».

Ora che ha conosciuto il successo, non intende certo sentirsi arrivato, sapendo bene quanto possa essere effimero e sfuggente se non sostenuto da basi soli­de.
Canta, strimpella la chi­tarra, suona il pianoforte, ama i classici del rock.
«Devo assolutamente ri­prendere a studiare il pia­no» dice Marco, che inizia a lavorare alle sue can­zoni nello studiolo ca­salingo, con l’aiuto del pc. Lì nasco­no le idee che poi por­ta allo studio di registrazione.
«Sono uno che non ama gli accademismi. Nel mio Re matto ci sono le influen­ze della musica che mi pia­ce. Le note sono sette… la musica è come la moda: bi­sogna conoscere ciò che c’è stato, impossibile non farsi influenzare».

Di quale gruppo le sareb­be piaciuto essere il can­tante?
«Amo tante band, diffici­le sceglierne solo una. Pos­so dire che avrei tanto vo­luto anche solo raggomito­lare i fili ai Rolling Stones, oppure ai Queen, ai Pink Floyd».

È orgoglioso dell’acco­glienza che gli hanno riser­vato molti musicisti, Mina e Celentano sono tra i big che gli hanno espresso am­mirazione. Traguardi?
«Faccio quel che posso nel quotidiano, senza pretese».

Ora lo attendono lunghi mesi in giro per l’Italia, sa­rà in Tour fino alla fine del­l’anno
«Ma almeno a Na­tale, per i miei 22 anni, vo­glio essere a casa… ».

Marco Mengoni, quando corse al Bentegodi di Verona

Marco Mengoni dai palasport allo Stadio. Lo sport è una costante nella vita del musicista di Ronciglione che giocava a pallavolo. Per lanciare “Pronto a correre” ha girato un video, la cui regia è stata affidata a Gaetano Morbioli, uno dei registi italiani più noti nel settore musicale. Essendo veronese, Morbioli ha scelto proprio lo stadio cittadino, il Bentegodi, per ambientare e girare il video che illustra il brano trainante dell’ultimo album di Marco Mengoni,  #Pronto a correre

Marco Mengoni sul Corriere dello Sport-Stadio nel 2010

Sanremo 2023, classifica e premi

1) Marco Mengoni con “Due Vite”
2) Lazza con “Cenere”
3) MR. Rain con “Supereroi”
4) Ultimo con “Alba”
5) Tananai con “Tango”
LA CLASSIFICA DAL 28° AL 6° POSTO

6) Giorgia con “Parole dette male”
7) Madame con “Il Bene nel Male”
8) Rosa Chemical con “Made in Italy”
9) Elodie con “Due”
10) Colapesce Dimartino con “Splash”
11) Modà con “Lasciami”
12) Gianluca Grignani con “Quando ti manca il fiato”
13) Coma_Cose con “L’addio”
14) Ariete con “Mare di guai”
15) LDA con “Se poi domani”
16) Articolo 31 con “Un bel viaggio”
17) Paola e Chiara con “Furore”
18) Leo Gassmann con “Terzo cuore”
19) Mara Sattei con “Duemila minuti”
20) Colla Zio con “Non mi va”
21) Cugini di campagna con “Lettera 22”
22) gIANMARIA con “Mostro”
23) Levante con “Vivo”
24) Olly con “Polvere”
25) Anna Oxa con “Sali – Canto dell’anima”
26) Will con “Stupido”
27) Shari con “Egoista”
28) Sethu con “Cause perse”.

Colapesce Dimartino – con la canzone “Splash” – vincono il Premio della Critica del 73° Festival e il Premio della Sala Stampa.
Premio Sergio Barzzotti ai Coma_Cose per il miglior testo.
Premio per la miglior composizione musicale a Marco Mengoni.


Leandro De Sanctis

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