CINEMA Rosso Istanbul

ROSSO ISTANBUL Regia: Ferzan Ozpetek. Interpreti: Halit Ergenc, Tuba Buyukustun, Mehmet Gunsur, Nejat Isler, Serra Yilmaz.
*visto in edizione doppiata in italiano

Beh, si, temo che purtroppo il miglior Ozpetek si sia esaurito. Se Allacciate le cinture aveva lasciato più che insoddisfatto anche qualche fan di antica data, Rosso Istanbul probabilmente deluderà senza mezzi termini. Il paradosso: tornando a casa Ferzan perde un po’… la strada di casa. Una storia che “mazzica” più di un tavolino sgangherato. Si punta sulle atmosfere ma certe cose avrebbero retto se sorrette da una storia articolata e convincente. Troppi misteri misteriosi, una narrazione che non si preoccupa di colmare lacune ma cerca di incantare momento per momento, puntando su personaggi che restano in superficie, che non suscitano empatia perché troppo poco raccontano o lasciano capire di sè.
Da un turco sarebbe stato lecito aspettarsi di vedere qualche scorcio di Istanbul che non fosse prevalentemente la casa sulle rive del Bosforo dove è ambientata parte del film, mi è rimasta la curiosità, non dico di rivedere luoghi turistici conosciuti durante un breve soggiorno nella parte europea di Istanbul, ma qualche luogo dell’anima, qualcosa di speciale che solo un turco poteva mostrare.
Il regista trapiantato a Roma ha detto che il suo non era un film politico, eppure se devo applaudirlo è per come ha infilato critiche all’attuale regime di Erdogan, perchè di regime intollerante e repressivo si tratta (quanti giornalisti ingiustamente incarcerati dopo il golpe fallito, quante persone denunciate per un nulla come ai tempi del nazismo e degli ebrei traditi) che sono esplicitate in maniera intelligente: l’interrogatorio dalla poliziotta arrogante al protagonista (che si chiama Orhan, un omaggio allo scrittore Orhan Pamuk, incriminato nel 2005 dal governo turco per dichiarazioni sul genocidio degli armeni), i manifestanti che protestano con cartelli messi sullo sfondo, mentre Orhan cammina per una strada di Istanbul.
Non penso che sia stato solo l’handicap del doppiaggio a non avermi fatto apprezzare Rosso Istanbul. Ma è probabile che abbia contribuito, in un film di un regista turco che vive in Italia e i cuoi personaggi sono turchi che vivono in Turchia e turchi che hanno vissuto a Londra…
Un’opera non riuscita.

https://www.vistodalbasso.it/2013/07/11/cinema-come-non-si-scrive-una-recensione/ 

    Leandro De Sanctis

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