In Silenzio | Recensione

In Silenzio | Recensione.
Le premesse erano indubbiamente interessanti. In Silenzio dopo aver ucciso madre e padre gettandoli dal balcone. Ma nello snodarsi degli episodi, fortunatamente ristretti a sei, ciò che pian piano emerge non mantiene le premesse. La maggior parte dei personaggi, quasi tutti a ben guardare, risulta tutt’altro che limpido in una specie di festival delle scorrettezze e dei cattivi comportamenti, dettati dall’interesse personale (soldi, avanzamenti di carriera, ignoranza) o dai caratteri.
Tutto parte da un doppio omicidio, padre e madre spiaccicati sull’asfalto e un figlio, Sergio (Aròn Piper), che era minorenne all’epoca della vicenda e che sta scontando sei anni in un centro di detenzione minorile.


In silenzio. Ma sempre sorvegliato

Sergio non parla e diventa oggetto di un progetto psichiatrico teso a valutare il suo livello di pericolosità, a tornare alle radici e alle motivazioni di un duplice omicidio che non è stato mai spiegato dal ragazzo, chiusosi in un tenace mutismo. La psichiatra Ana (Almudena Amor) ottiene fondi, uomini e mezzi tecnologici per mettere sotto perenne sorveglianza la casa dove Sergio torna a vivere, braccialetto elettronico alla caviglia e ignaro di essere protagonista dell’esperimento. Telecamere in casa ma anche fuori dal portone e in giro per la città.
Naturalmente non mi soffermo sulla trama, sui dettagli e sui passaggi che portano all’epilogo nel sesto episodio, chiarificatore. Non mi sono piaciuti i tira e molla reiterati che hanno visto esprimersi l’anomalo triangolo amoroso tra Sergio, la ragazza che gli scriveva in prigione (Martha) finendo con l’innamorarsene, e il di lei fidanzato all’apparenza perfettino ma geloso e marcio nell’intimo, senza scrupoli.
Non esce bene il corpo di Polizia che accompagna l’esperimento, tra corruzione e tardivi pentimenti. L’epilogo, che non rivelerò, è la fine di un percorso in cui si sintetizza il cuore del tema affrontato. Essere diversi, sentirsi diversi con tutto ciò che comporta il vivere in un contesto in cui si fa fatica a poter essere se stessi, venendo accettati e convivendo con un minimo di serenità. Tormenti interiori che nascono nell’anima e non se ne vanno.
Almudena Amor, la psichiatra Ana, non mi pare abbia trovato il modo di farsi apprezzare a livello di recitazione, monocorde, e di espressioni, un personaggio scritto in maniera tale che più che coinvolgere, finisce per allontanare da sé l’empatia, per quasi tutta la serie. Non sono risparmiati i “santoni” che usano il nome di Dio e chi atterra nel loro mondo per scopi personali.
Pensare che si stia valutando di fare una seconda stagione, anche dopo il finale che conclude la prima, lascia perplessi. Non consiglierei nemmeno la visione della prima. Ma ormai il prodotto viene valutato con canoni diversi dalla qualità.

In Silenzio

IN SILENZIO – Spagna 2023. Su Netflix, 6 episodi.

Regia: Aitor Gabilondo; Gabe Ibáñez; Esteban Crespo
Interpreti: Arón Piper, Almudena Amor, Aitor Luna, Cristina Kovani, Viti Suárez, Ramiro Blas , Aria Bedmar , Mikel Losada , Manu Rios, Elena Sáenz , Estela Theus , Miguel Garcés.
Visto in versione originale spagnola.

Leandro De Sanctis

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