Juventus, Serie A e la regola del più o meno 4

Juventus, Serie A e la regola del più o meno 4.
E’ il bello del calcio, o ciò che fa dannare, a seconda dei momenti e per quale squadra si faccia il tifo. Beh, la prima giornata completa della Serie A dopo il lungo stop per il Covid-19 ha rovesciato in tre giorni umori, sensazioni, previsioni, speranze. Per rovesciare pronostici è ancora troppo presto e sono ancora molte le variabili, a cominciare dagli infortuni che mettono in difficoltà un po’ tutte le squadre, chi più, chi meno.
Dopo le amarezze della Coppa Italia, zero gol, zero gioco, squadra lenta e molle, spenta e senza guizzi né individuali né collettivi, la Juventus si è risvegliata timidamente ma con un panorama rinfrancante in bella vista dalla sua finestra.
Il 2-0 di Bologna ha creato le condizioni per una giornata forse non cruciale ma sicuramente importante per via della sconfitta della Lazio a Bergamo e del pareggio casalingo dell’Inter con il Sassuolo. Passi falsi maturati in condizioni simili per certi aspetti. Sia l’Inter che la Lazio, in vantaggio (addirittura 2-0 i laziali) hanno fallito ghiotte occasioni da rete. Il tiro di Gagliardini (era più facile segnare…) avrà risvegliato i fantasmi di Egidio Calloni milanista e pure di Christian Vieri che in azzurro contro la Corea ai Mondiali del 2002 se non ricordo male, non segnarono da due passi. Ma Gagliardini è in buona compagnia: succede, e non di rado.
Certo, il facile calendario dell’Inter rende possibile ogni rimonta, ma il calcio insegna che talvolta la teoria è diversa dalla realtà e il dato che allarma i nerazzurri e conforta laziali e juventini, è che una squadra che vuole lottare per lo scudetto non si fa rimontare due volte dopo essere andata in vantaggio. Specialmente segnando il gol vittoria a pochi minuti dalla fine (Borja Valero, 86′) ma poi subendo il pareggio allo scadere (Magnanini, 89′).

I rimpianti della Lazio, crollata alla distanza

Ma anche la bella Lazio della prima mezzora ha avuto occasioni con Immobile, prima di scoprire che l’Atalanta è rimasta quella di prima della pandemia. Nemmeno due gol di svantaggio hanno frenato la sua rimonta, la sua corsa, il sorpasso. Una squadra che potrebbe giocarsi le sue chance anche nella Champions League dei nababbi (e che la Juve dovrà affrontare in campionato, allo Stadium è vero, ma Gomez e compagni rendono perfino di più in trasferta). Si parla sempre di Gasperini, ma forse bisognerebbe esaltare anche il lavoro del preparatore atletico, che fa correre gli atalantini per novanta minuti, con quella freschezza e quella lucidità. La tenuta fisica, la brillantezza dall’inizio alla fine, sono valori fondamentali che l’Atalanta sa imporre. E comunque la Lazio ha pagato a caro prezzo errori individuali: in occasione del gol vittoria di Palomino la difesa, portiere Strakosha incluso, si è comportata come una squadra di seconda categoria.

Le prima quattro con +4 e -4

I numeri talvolta si divertono, basta pensare alla classifica attuale: in vetta ogni squadra ha quattro punti di vantaggio su chi la insegue, o quattro punti di svantaggio da chi la precede.
Juventus 66 punti, più 4 sulla Lazio. La Lazio ha 62 punti, più 4 sull‘Inter che occupa il terzo posto e che è a 8 punti dalla capolista bianconera. L’Inter, scivolata di conseguenza a otto punti dalla Juve, ha 4 punti sull’Atalanta che è quarta, con 6 punti di margine sulla Roma, la quale a sua volta ne hai 6 sul Napoli.

Leandro De Sanctis

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