Il Milan disintegra una Juventus esaurita

Il Milan disintegra una Juventus esaurita. I rossoneri vincono per 3-0 allo Stadium (come aveva saputo fare la Fiorentina), umiliando una Juve che non perdeva con i rossoneri da ben dieci anni (0-1, gol di Gattuso, 2011) e che allo Stadium non era mai stata sconfitta dal Milan. La Juventus ci ha messo la voglia ma si è trovata a pagare una volta di più il modo sbagliato con cui è stata costruita, un centrocampo balordo e senza idee, che avrebbe avuto bisogno di un giocatore tipo De Paul (lo scrivo da qualche settimana ma è la lampante realtà), capace di dettare passaggi in verticale o fiondarsi egli stesso in area. Basta pensare che in tutta la partita sono stati solo due i tiri in porta dei bianconeri: uno di Bentancur a conclusione di una rara bella combinazione, l’altro di Dybala quasi allo scadere.
Con questa sconfitta la Juve è praticamente fuori dalla zona Champions League ancora prima che sia la Uefa a cacciarla, per punire la società presieduta da Andrea Agnelli del folle e sovversivo progetto della SuperLega. Ma è sicuro Agnelli che la tifoseria juventina, abituata a veder inseguire scudetti, sarebbe stata felice di un campionato europeo nelle retrovie della classifica?
Nella serata in cui ci si giocava tutto ciò che restava di questa sciagurata stagione, la Juventus è stata surclassata da un Milan diligente ma poco più. E’ stata la Juve vista per 83 minuti a Udine, non quella degli ultimi sette minuti. Stesso discorso vale per Ronaldo, incapace di fare un solo tiro in porta e ignorato dalla manovra dei compagni.
Il gol che ha indirizzato il risultato è stato piuttosto casuale: Brahim Diaz lo ha realizzato nel recupero del primo tempo, a capo di una strana azione e di un errore di Szczesny, rimasto misteriosamente fuori dai pali dopo la sua uscita tutt’altro che impeccabile. Poi Brahim ha trovato l’incrocio dei pali di una porta che non aveva più un portiere.
Szczesny ha provato, e ci era riuscito, a riscattarsi parando il rigore di Kessie, concesso per un fallo di mano a braccia spalancate di Chiellini. Ma nemmeno questa prodezza del portiere polacco ha scosso una Juve inesistente a centrocampo e in attacco, e poi deficitaria anche in difesa nel finale di partita.
Quando si è fatto male Ibrahimovic, mai pericoloso, ho avuto il presagio che Rebic avrebbe invece segnato. Ed è inevitabile chiedere perché Rebic ha potuto prendere la mira in beata solitudine, chi doveva marcarlo, perché gli è stato consentito di agire indisturbato?
Il gol del 3-0 ha evidenziato l’impotenza della difesa bianconera, con Tomori volato sopra la testa di Chiellini. E Il Milan, guidato con acume da Pioli, ha chiuso da assoluto padrone del campo, rischiando praticamente nulla. E questo la dice lunga sull’impotenza perdurante e definitiva della Juventus che ha avuto a disposizione Pirlo. Il quale ha puntato su un centrocampo con Rabiot, Bentancur e McKennie, ma nessuno dei tre ha brillato. Così come Ronaldo e Morata davanti non hanno fatto cose apprezzabili, ma soltanto capitan Chiellini ha provato a verticalizzare in un paio di occasioni. Il che è tutto dire.
E se Morata si sacrifica e svaria, resta sempre quel pauroso vuoto al centro dell’area avversaria. E non sempre si possono attendere miracoli, come accaduto a Udine. Il rientro di Chiesa non ha prodotto quanto ci si poteva attendere. Perfino Cuadrado non ha saputo incidere, rallentando anzi spesso il gioco. Mentre sul fronte milanista Kjaer ha giganteggiato in difesa aumentando le difficoltà della manovra offensiva bianconera.
E’ una Juventus quasi allo sbando, sfiduciata quando è uscita dalla corsa per lo scudetto, incapace di riprogrammarsi per traguardi inferiori e sottovalutati dopo l’abbuffata dei nove scudetti. E invece sarebbe stato importante non sciogliersi, lottare per restare almeno nell’Europa che conta. Gli errori sono stati molti e di molti: del tecnico, della squadra, della società che si è distratta con la follia della SuperLega e non accenna a fare marcia indietro, ignorando quanto si stia rendendo ridicola.
Già mercoledì rischia un’altra lezione con il lanciatissimo Sassuolo, e c’è ancora una finale di Coppa Italia (contro la super Atalanta) che può essere vista come una maniera per chiudere almeno con un altro trofeo ma che rischia seriamente di diventare l’ennesima mortificazione di questa orrida stagione.

Juventus-Milan 0-3  

MARCATORI: 45’+1′ Brahim Diaz, 78′ Rebic, 82′ Tomori
JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, de Ligt, Chiellini, Alex Sandro; McKennie, Bentancur (67′ Kulusevski), Rabiot, Chiesa (79′ Dybala); Morata, Cristiano Ronaldo. All. Pirlo
 
MILAN (4-2-3-1): G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo Hernandez; Bennacer (81′ Meité), Kessie; Saelemaekers (81′ Dalot), Brahim Diaz (70′ Krunic), Çalhanoglu; Ibrahimovic (66′ Rebic). All. Pioli
 
ARBITRO: Valeri.
Ammoniti: Chiesa (J), Chiellini (J), Saelemaekers (M)
Note: al 58′ Szczesny (J) para un rigore a Kessiè (M) .

Leandro De Sanctis

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