Il primo giorno della mia vita | Recensione

Il primo giorno della mia vita | Recensione. Paolo Genovese realizza un film che si propone subito come uno dei migliori del nuovo anno. E’ naturale ripensare a un classico di Frank Capra, La vita è meravigliosa (1946) interpretato da James Stewart e Donna Reed come scintilla d’ispirazione, senza che nulla si tolga al valore de Il primo giorno della mia vita, diretto con perizia e ben interpretato da un cast che non lamenta punti deboli. Se nel film di Frank Capra l’angelo custode di James Stewart che sta per suicidarsi gettandosi nel fiume, gli mostrava come sarebbe stata la vita delle persone (familiari, amici, conoscenti a cui aveva fatto del bene) se lui non fosse esistito a Bedfors Falls. Il classico tuffo nel fiume gelido, se vogliamo, è la citazione visiva che porta da Capra a Genovese, da James Stewart a Valerio Mastandrea, dagli anni ’40 ai tormentati giorni nostri che appaiono spesso senza speranza per un futuro migliore. E poi c’è
Il primo giorno della mia vita si proietta nel futuro dei quattro suicidi “raccolti” dal misterioso personaggio interpretato da un Toni Servillo paterno, ironico e intimamente dolente. E il punto di partenza del film, del quale non racconterò altro naturalmente. Così come il misterioso personaggio di Toni Servillo (ma il mistero non durerà per tutto il film) raccoglie l’ideale testimone dell’angelo custode Henry Travers.

Dalla Bedfors Fall di Frank Capra alla Roma di oggi

Margherita Buy poliziotta che ha perso la figlia, Valerio Mastandrea “predicatore” che aiuta gli altri ma non sa aiutare se stesso, Sara Serraiocco ginnasta eterna seconda finita sulla sedia a rotelle, il bambino Gabriele Cristini, diabetico you tuber bullizzato, incompreso e vessato dai genitori.
Compiuto l’estremo gesto vengono “rapiti” e ricevono il dono di una settimana per vedere frammenti significativi di come sarebbe stata la loro vita se non si fossero uccisi, con la possibilità di cambiare idea e di scegliere la vita.
Il primo giorno della mia vita è tratto da un romanzo che Paolo Genovese pubblicò nel 2018 e quindi antecedente al dramma familiare che ha coinvolto anche il regista romano. Una pioggia battente fa da cornice all’inizio e alla fine di un film che scava nell’animo umano, di chi ha deciso di farla finita ma anche di chi resta. Un invito a vivere, una preghiera laica per la vita, sempre e comunque da considerare un dono prezioso, per se stessi ma anche per gli altri. E’ uno di quei film che si arricchiscono delle reazioni e dei sentimenti che suscita nello spettatore, coinvolgendo e inducendo a proiettare emozioni e valori nell’intimo di ciascuno.
Nessuno si salva da solo. Aprirsi alla comprensione, agli altri, può essere la chiave per non lasciarsi sopraffare dalla depressione, a volte motivata, altre invisibilmente misteriosa, ma pur sempre presente.
Non sempre il cinema italiano sa offrirsi con giovani attori che non sfigurano. In questo film invece Gabriele Cristini dimostra personalità. Anche di Sara Serraiocco si può dire che è brava e convincente. Margherita Buy regala un’altra interpretazione di spessore, come Valerio Mastandrea ormai utilizzato spesso per dare vita a personaggi taciturni e sofferenti, ripiegati su se stessi e sulle proprie delusioni.

Il primo giorno della mia vita

IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA – Italia 2023. Durata 121′ Tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Genovese.
Regia: Paolo Genovese
Interpreti: Toni Servillo, Margherita Buy, Valerio Mastandrea, Sara Serraiocco, Gabriele Cristini, Giorgio Tirabassi, Lino Guanciale, Vittoria Puccini, Antonio Gerardi, Elena Lietti, Thomas Trabacchi, Lidia Vitale.
Musiche: Maurizio Filardo.

Leandro De Sanctis

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