La Repubblica contestata per le omissioni sulla strage di palestinesi

La Repubblica contestata per le omissioni sulla strage di palestinesi.
Ieri sera a Roma, sotto la sede del quotidiano La Repubblica in via Cristoforo Colombo c’è stato un presidio di protesta nei riguardi del direttore Maurizio Molinari. Contestazione nata per le omissioni del giornale riguardo la strage di palestinesi, per lo più donne e bambini, commessa quotidianamente dall’esercito israeliano del governo di Netanyahu. Centinaia di persone hanno partecipato. Bandiere palestinesi, slogan, cartelli e striscioni hanno accompagnato la pacifica espressione di protesta nei confronti di un giornale che ha ben altra storia alle spalle riguardo diritti civili e umani. ricerca della verità e sostegno delle minoranze e degli oppressi.
La linea disposta dal direttore Molinari fin dall’inizio è stata quella di schierarsi incondizionatamente, aderendo alla guerra repressiva del governo israeliano. Naturalmente, va ribadito per l’ennesima volta a beneficio di chi vuole strumentalizzare perfino auspici di pace, l’orrore del 7 ottobre non è certo giustificato da chi condanna la feroce opera di sterminio decisa poi da Netanyhau. Nelle proteste di chi manifesta contro la repressione attuata da Israele, equiparata non a torto al nazismo. che puntava al genocidio degli ebrei come ora l’odio israeliano ha come obiettivo il genocidio dei palestinesi. ci sono sentimenti umanitari, pacifisti e contro la guerra, le guerre, non certo sentimenti anti ebraici a prescindere. Del resto in rete circolano tantissimi video che esprimono l’odio di Israele verso i palestinesi, che vogliono eliminare dalla faccia della terra per…arrivare a vedere il mare. Lo testimonia tutto quello che è accaduto e accade, gli assurdi ultimatum per confinare i palestinesi (donne e bambini) in strisce di Gaza sempre più ridotte, per poi bombardarle.
Avendo appena letto il libro testimonianza di Tova Friedman, La bambina di Auschwitz. non mi capacito di come Netanyahu abbia applicato una strategia iniziale identica a quella dei nazisti con gli ebrei. La domanda che ogni essere umano sensibile si pone è come sia possibile che un popolo che tanto ha sofferto in passato sia ora artefice di altrettanta sofferenza altrui. Sofferenza prima della morte, anche se si è passati alle bombe senza passare per i campi di concentramento.
Certo che la questione ha radici lontane e troppe corresponsabilità, nel tempo irrisolte e ampliate dagli interessi economici e commerciali che coinvolgono anche i Paesi di un’Europa che ha perso il concetto di civiltà e diritti umani, come dimostra il regime fascista d’Ungheria, la politica della Polonia e in assoluto il progressivo azzeramento di civiltà e tolleranza, la persecuzione dilagante delle minoranze, non solo nella Russia guerrafondaia di Putin.

Muore l’informazione, nascono le dittature

Muoiono i giornali, muore l’informazione, nascono le dittature.
In tutto ciò, il bavaglio e la soppressione dell’informazione corretta si inseriscono in quanto alla base di ogni dittatura, che si insedia compiendo come primo atto l’annullamento della libera stampa. E qui si aggancia anche il presidio anti La Repubblica: tanti giornalisti sono morti a Gaza e il silenzio o la distorsione della verità attuata da gran parte della stampa e della tv fa pensare che il loro sacrificio sia stato inutile.
La Rai si è coperta di ridicolo nei giorni del Festival di Sanremo arrivando a censurare semplici affermazioni pacifiste, perfino scusandosi dopo aver subito a capo chino gli sproloqui da Bar dell’ambasciatore israeliano, che si è permesso di entrare nel merito di un articolo della Costituzione italiana che garantisce libertà di espressione, di canzoni e Festival, di ciò che tanti italiani pensano, senza per questo essere tacciati di essere contro gli ebrei. La condotta della Rai in questo frangente è da considerare gravissima e indifendibile.
Nemmeno ai tempi di Berlusconi ci si era spinti così oltre nella censura. La Repubblica è arrivata a bloccare una pagina di intervista al cantante Ghali (lo ha rivelato il suo manager, notizia pubblicata da Il Fatto quotidiano) dopo che a Sanremo si era espresso contro il genocidio dei palestinesi, come hanno fatto peraltro tanti altri artisti, come Dargen D’Amico, Mahmood e altri.
Altro che pretendere scuse della Rai, dovrebbe essere l’ambasciatore di Israele Bar a vergognarsi di come si comporta il suo governo.
Certo che anche l’Italia non è messa bene in quanto a libertà di espressione, come testimoniano certe proposte di legge pronunciate dopo le civili espressioni pacifiste: vietare presenze in Rai di artisti che si sono espressi per la pace sarebbe il colmo del ridicolo. Ma certi politici ci vivono nel ridicolo.

La FotoGallery del presidio sotto La Repubblica

Anche gli ebrei ortodossi Neturei Karta contro il genocidio

Il movimento di ebrei ortodossi, Neturei Karta ,che condanna il genocidio dei palestinesi da parte di Israele.  Foto di Brian Naughton - Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1205710
Il movimento di ebrei ortodossi, Neturei Karta, che condanna il genocidio dei palestinesi da parte di Israele. Foto di Brian Naughton – Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1205710

Leandro De Sanctis

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