CALCIO Agnelli (Juventus) un deferimento ridicolo, quanta ipocrisia

Da semplice cittadino trovo che l’accusa rivolta ad Andrea Agnelli, presidente della Juventus, sia semplicemente ridicola. Oltre che ipocrita. Non perchè contesto lo status di esponenti della malavita organizzata a quei tifosi venuti in contatto con la società. Perfino banale obiettare: ma se una persona non è sottoposta a misure restrittive, se è incensurata e meritevole di non essere inibita dal girare tranquillamente per città e stadi, come faceva Agnelli a sapere che erano malavitosi? E se lo erano, perchè lo Stato non li ha arrestati? Se vengono definiti legati a malavita organizzata, non avrebbero dovuto essere fermati, controllati, arrestati? 
Invece no, potevano tranquillamente andare allo Stadium. Addirittura esilarante ascoltare il “visto? ve l’avevamo detto” di qualche politico. Ma nel 2014 (3 maggio) quando c’è stata la tragica finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, all’Olimpico, nel giorno che costò la vita al tifoso napoletano Ciro Esposito, le Forze dell’Ordine cosa fecero? Non ebbero rapporti con qualche discutibile tifoso? Voglio dire, da anni, per non dire decenni, gli stadi sono ostaggio delle malavita o quanto meno delle frange violente di pseudotifosi. Perciò, anche per questo motivo gli stadi si sono svuotati, sempre meno frequentati da bambini, ragazzi, famiglie. Cosa ha fatto lo Stato per restituire curve e tribune ai tifosi? Non sanno che una persona normale e perbene non può andare allo stadio per una partita di calcio e sedersi tranquillamente nel posto che ha pagato senza rischiare botte o intimidazioni? Il contatto con i violenti, i biglietti omaggio: sono sicuri che sia un problema solo della Juventus?Mettessero allora la regola che per dare biglietti, per avere contatti, i club devono chiedere la fedina penale certificata ai loro interlocutori. E chissà se basterebbe.
Quanta ipocrisia! 
E comunque, finchè non si cambierà la regola della responsabilità oggettiva, il rischio che le società possano cedere a ricatti, a situazioni poco chiare ci sarà sempre. Perchè, in caso, i club sceglieranno il male minore. Ma sono andato oltre. Torniamo alla ridicola accusa: Agnelli avrebbe dovuto sapere cose che nemmeno la Polizia sapeva? Formulatene un’altra di accusa, perchè questa è decisamente ridicola.

 (ANSA) – TORINO – Andrea Agnelli “non ha impedito a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i gruppi ultras, anche per il tramite e il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata”. E ha “partecipato personalmente. in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata”. Con queste motivazioni la Procura Federale ha deferito il presidente del club bianconero Andrea Agnelli, e con lui l’ex dirigente Francesco Calvo, il security manager Alessandro D’Angelo e il manager della biglietteria Stefano Merulla e la stessa società, “per responsabilità diretta”. Il provvedimento era stato anticipato dallo stesso Agnelli, che è andato all’attacco, giudicando la decisione “inaccettabile, frutto di una lettura parziale e preconcetta nei confronti della Juventus e non rispondente a logiche di giustizia. Anziché limitarsi a contestare eventuali irregolarità nella vendita dei biglietti – è l’osservazione del presidente della Juve – la Procura Federale ha emesso un deferimento nel quale il mio nome e quello dei nostri dipendenti rivestirebbe un ruolo di ‘collaborazione’ con la criminalità organizzata”. Nella sala stampa dello Juventus Center, a Vinovo, Agnelli ha letto una lunga dichiarazione. “Difenderò – ha sottolineato – il buon nome della Juventus che per troppe volte è stato infangato o sottoposto a curiosi procedimenti sperimentali da parte della giustizia sportiva”. Sul caso è intervento John Elkann, presidente di Exor, la holding della famiglia Agnelli: “Sono certo che la piena disponibilità della Juventus a collaborare con la giustizia farà emergere la totale estraneità della società”. Elkann ha colto l’occasione per “ribadire la mia totale fiducia nell’operato di mio cugino Andrea, che ha guidato la Società e il suo gruppo dirigente fino ad oggi, e che continuerà a farlo anche in futuro”. Agnelli ha ripetuto di “non avere mai incontrato boss mafiosi. Se alcuni di questi personaggi hanno oggi assunto una veste diversa agli occhi della giustizia penale, – ha spiegato – questo è un aspetto che all’epoca dei fatti non era noto, né a me, né a nessuno dei dipendenti della Juventus. E se qualcuno potrebbe opporre che gli ultras e i loro capi non sono stinchi di santo, condivido ma rispetto le leggi dello Stato e queste persone erano libere e non avevano alcuna restrizione a frequentare lo stadio e le partite di calcio”. Agnelli sarà sentito dalla commissione Antimafia, dove mercoledì prossimo proseguirà l’audizione del legale del club bianconero, Luigi Chiappero. “La Juventus, i suoi dipendenti e il sottoscritto – ha sottolineato ancora Andrea Agnelli – non ha nulla da nascondere o da temere. Nei mesi scorsi i dipendenti della Juventus hanno collaborato con la Procura di Torino in veste di testimoni, veste che è stata sottoposta a un controllo invasivo e meticoloso, e non è mai mutata. Erano testimoni e sono rimasti testimoni fino alla chiusura delle indagini penali”. (ANSA).

Leandro De Sanctis

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