ATLETICA Da Mennea-Simeoni a Tortu-Vallortigara

Elena Vallortigara e Stefano Giardi, il suo allenatore
Non so se ci avete fatto caso. Gli intrecci del destino a volte sono davvero curiosi. Negli ultimi anni l’atletica italiana ha avuto soddisfazioni col contagocce e spesso si è ricordata con nostalgia l’epoca d’oro, gli anni di Pietro Mennea e Sara Simeoni. Poi all’improvviso l’ambiente si è entusiasmato per le imprese di due ragazzi di oggi, Filippo Tortu ed Elena Vallortigara. 20 anni il brianzolo di origini sarde, 26 anni la vicentina di Schio, che hanno riacceso la passione per l’atletica e alimentato la speranza di tornare a vedere azzurri protagonisti ad alto livello. Atleti da podio, aspettando la completa ripresa di Gianmarco Tamberi.
Sprint e salto in alto femminile. Il record dei 100 metri abbassato a 9”99 e il volo a 2,02 che è il secondo miglior risultato mondiale dell’anno sulla pedana del salto in alto. Combinazione: proprio le gare di Pietro Mennea e Sara Simeoni. Non c’è dubbio che il destino si sia divertito a proporre suggestioni dimenticate in due gare che sono state a lungo tra le più amate dell’atletica italiana.
Per Filippo Tortu il cammino è appena all’inizio e richiede l’indispensabile pazienza per vederlo crescere, esplorare limiti e confini, 100 e 200 che sono a livello mondiale tra le gare più complicate. Per lo strapotere soprattutto di statunitensi e giamaicani, ma non solo. Elena Vallortigara invece, con il 2,02 di domenica a Londra ha dimostrato di essere già bella e pronta. Potenzialmente in grado di presentarsi agli Europei di Berlino (dal 6 al 12 agosto) con l’ambizione di lottare per una medaglia, per salire sul podio.
Nelle liste mondiali davanti alla Vallortigara c’è soltanto la russa Mariya Kuchina-Lasitskene, autrice delle prime quattro misure stagionali: due volte 2,04, un 2,03, un 2,02. Misure ottenute nelle quattro gare in cui c’era anche Elena: Roma, Parigi, Hengelo, Londra. Ma la quinta miglior prestazione è proprio quella della Vallortigara, il 2,02 di Londra. Non sono poche le saltatrici che inseguiranno una medaglia a Berlino: la belga Thiam, la bulgara Demireva, l’ucraina Levchenko, la britannica Lake e magari qualche sorpresa di giornata. Ma la Vallortigara sarà inevitabilmente tra le candidate al podio.
L’azzurra quest’anno ha avuto una continuità impressionante di risultati: ha trovato certezze, fiducia e consapevolezza. Non poco per una ragazza così duramente provata da una lunga serie di problemi fisici che le hanno rubato anni e anni di attività.
Elena ha la testa giusta per non lasciarsi travolgere dalla sua nuova dimensione. Perché per lei il modo migliore di vivere il momento è mantenere la normalità. Soldi e visibilità non sono le motivazioni che la spingono.
A Filippo Tortu piace correre e si diverte in ogni singolo allenamento. Elena Vallortigara ama l’atletica, le piace saltare. Più in alto che può.
Da Pietro Mennea e Sara Simeoni a Filippo Tortu ed Elena Vallortigara: senza paragoni inutili e sciocchi. Solo registrando la coincidenza che va interpretata come un segnale di incoraggiante vitalità dell’atletica italiana, nonostante tutte le difficoltà. E, come dicevano Totò e Peppino nella celebre lettera (Totò, Peppino e la Malafemmina): Senza nulla a pretendere da loro.
Testo parzialmente pubblicato sul Corriere dello Sport di martedì 24 luglio 2018

Leandro De Sanctis

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