Alberto Radius, l’addio di un chitarrista storico

Alberto Radius, l’addio di un chitarrista storico. Con la scomparsa di Alberto Radius la musica italiana e un’intera generazione di appassionati ha perso una figura significativa e importante. Il chitarrista milanese di San Colombrano al Lambro è stato tante cose ed è un peccato che al grande pubblico sia stato ricordato essenzialmente per la sua partecipazione nella musica di Lucio Battisti.
Certo, le collaborazioni con alcuni tra i maggiori artisti italiani (anche Battiato, Giuni Russo, Milva, Alice, Bertoli, solo per citarne qualcuno) sono state imprescindibili, ma Radius è stata una stella che ha saputo brillare anche di luce propria, e in questo ambito metto anche le sue principali band, La Formula 3 e Il Volo, che hanno incarnato e fuso le anime di Alberto Radius, chitarra preziosa, tecnica e inconfondibile anche nelle semplici canzoni ma anche chitarra protagonista dei territori progressive che lui e le sue band hanno attraversato, lasciando un’impronta decisa. Non a caso suonando con musicisti del calibro di Area e Pfm, raccogliendo fin dall’esperienza dei Quelli, la band beat da cui sarebbe poi nata la Premiata Forneria Marconi, l’eredità e poi la vicinanza con Franco Mussida, del quale fu il sostituto nei Quelli quando Francone partì per il servizio militare. In Amore non amore, l’album concept più strumentale e sperimentale del primo Lucio Battisti, si avvaleva di musicisti straordinari come appunto Alberto Radius, accanto a Franz Di Cioccio, Giorgio Fico Piazza, Flavio Premoli (in pratica quasi tutta la PFM) Dario Baldan. Un album da riascoltare anche per apprezzare la chitarra di Radius.

Formula 3, Il Volo


Abilità e senso della melodia, incursioni sperimentali: la chitarra di Alberto Radius era riconoscibile non meno della sua voce quando era anche vocalist delle sue band.
Se la Formula 3 è stata presente nella colonna sonora più lontana nel tempo, Il Volo mi entusiasmò e fu una delle volte in cui scoprivo per primo, nella cerchia delle amicizie, un gruppo di valore. Il vinile del primo dei due album del Volo, quegli occhi (in realtà una specie di mappamondo colorato) su fondo bianco, quel volto parziale accennato con capelli, occhi e naso, mi conquistò. Scrisse lui la musica, condita da una manciata di parole di Mogol, Il calore umano, il mio brano prediletto, capace di sintetizzare ed esprimere il sound del gruppo. “Il fuoco che non scotta ma scalda, il caldo giusto strano del calore umano”.
Seguì solo un altro album, perfino difficile da reperire all’epoca, Essere o non essere? Poi aprendo la copertina gatefold la risposta su fondo verde: Essere, Essere, Essere!
Il Volo era forse il primo supergruppo italiano, che riuniva musicisti di spessore provenienti da altre band: con Radius c’erano Mario Lavezzi (chitarra e voce), Vince Tempera e Gabriele Lorenzi (tastiere), Gianni Dall’Aglio (batteria) e Bob Calleri (Basso),
Mi dette molto fastidio quando spuntò un altro gruppo, completamente diverso come genere, anzi direi all’opposto, che dopo 40 anni prese lo stesso nome. Il Volo.
Recentemente avevo avuto modo di ritrovare il suo Please my guitar, dove avevo scoperto una dedica per quello che reputava il vero calcio, quindi un atto d’accusa con la deriva violenta che troppo spesso portava il calcio nelle pagine di cronaca nera. Musica sua, testo di Oscar Avogadro, titolo Il calcio è un’altra cosa.

Il calcio è un’altra cosa

Musica Alberto Radius.
Testo Oscar Avogadro.

E non si può mica continuare così, con l’idiozia che vince la ragione. Col rischio assurdo di morire lì mentre guardi giocare a pallone. E non si può parlare di destino quando gli stadi sono mattatoi dove in dieci si picchia un bambino poi magari ci si sente eroi.
Il calcio è un’altra cosa, è un prato di periferia, due borse della spesa porte della fantasia, il calcio è un ponte teso tra le generazioni, ci puoi trovare padri e figli a caccia di emozioni.
E non si può continuare così, miliardi spesi come noccioline, per gente che poi chi lo sa perché, finisce ad allungare le panchine.
Dovrebbero sparire gli striscioni pieni di insulti svastiche e cazzate, starsene a casa tutti quei cialtroni venuti qui per fare barricate.
Il calcio è stare insieme come una festa di piazza, e dentro un mare di bandiere portarci la ragazza.
E’ battere le mani gridare a squarcia gola, sentirsi al cuore un paio di ali quando il portiere vola.


Ventisei album: solista, Formula 3, Il Volo

Alberto Radius ha inciso dodici album in studio a suo nome. Dieci con la Fomula 3, due con Il Volo, due con i Cantautores.

Album in studio

1972 – Radius (Numero Uno, ZSLN 55153)

1976 – Che cosa sei (CBS, 81476)

1977 – Carta straccia (CGD, 20008)

1979 – America Good-Bye (CGD, 20122)

1981 – Leggende (CGD, 20236)

1982 – Gente di Dublino (CGD, 20333)

1985 – Elena e il gatto (Panarecord, 33328)

1987 – Frammenti di Alberto Radius (antologia)

2004 – Please My Guitar (Idea, COM 151)

2013 – Banca d’Italia (Videoradio/Self, VRCD 000835)

2015 – ….una sera con Lucio (Videoradio/Self)

2017 – Antichi amori (PLAYaudio)

Con la Formula 3

Dies irae

Formula 3

Sognando e risognando

La grande casa

1990

King Kong

Frammenti Rosa

La casa dell’imperatore

25 anni di Lucio Battisti visti da noi

La folle corsa

Con Il Volo

  • 1974 – Il volo
  • 1975 – Essere o non essere

Con i Cantautores

  • 1988 – Cantautores
  • 1989 – La terra siamo noi



Il calcio è un’altra cosa (Radius-Avogadro)



Leandro De Sanctis

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