di Fausto Narducci*
Cetto c’è, ma è un filmetto La Qualunque. Come si fa (ma, ahimè, ora dovrò dire come si faceva) a non essere ammiratori di Antonio Albanese. Istrionico, divertente, capace di riprodursi in personaggi caricaturali che incontriamo tutti i giorni per strada e finora sempre all’altezza dei suoi sketch comici anche al cinema. Nel mio caso anche un pregio in più: ex saltatore in lungo con una grande passione per l’atletica anche…guardata.
Ebbene, cosa l’abbia spinto a riproporre il suo personaggio più riuscito, Cetto La Qualunque in un film sconclusionato, inutile, senza una sola battuta degna di nota e oltretutto con un improbabile cambio di scena rispetto ai precedenti non riesco a capirlo.
Una volta tanto sono d’accordo con i critici: Cetto c’è è un film brutto che ripropone le smorfie e il look qualunquista senza i riferimenti alla scena attuale dell’Italia, le situazioni realistiche e gli sberleffi ai nostri amati politici dei film precedenti. Cetto che diventa re della Calabria rinuncia in partenza alla forza della Satira con una caricatura della Calabria e della Germania da quattro soldi.
La macchina propagandistica
Quello che è più incredibile è che il tardivo tam tam negativo di chi ha visto il film non ha fermato la macchina propagandistica che con calcolati passaggi televisivi e il battage degli amici che detengono l’informazione (Fazio su tutti) ha assicurato un immeritato record di incasso. Quando i giornali hanno dato l’allarme, preannunciando la bufala, era ormai troppo tardi. Ma Albanese ha dilapidato in un solo film il suo patrimonio di simpatia.
* Dalla pagina Facebook
La scheda di Cetto c’è, senzadubbiamente
CETTO C’E’, SENZADUBBIAMENTE – Regia: Giulio Manfredonia. Interpreti: Antonio Albanese, Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Gianfelice Imparato, Davide Giordano.