Napoli-Juventus 5-1 | Difesa di burro, Bremer lancia il Napoli scudetto

Napoli-Juventus 5-1 | Difesa di burro, Bremer lancia il Napoli scudetto

Cinque schiaffi sulle rinnovate ambizioni bianconere. La Juventus che non prendeva gol da otto partite e che ne aveva subiti finora 7, in un solo colpo ne ha presi quasi altrettanti al Maradona. Napoli supera di slancio e in maniera esaltante e imprevedibile, nella misura, l’ultimo teorico ostacolo verso lo scudetto.

L’obiezione che c’è ancora metà campionato da giocare è flebile, pura teoria. Il Napoli ha confermato il buono che aveva mostrato finora nella serata che avrebbe potuto essere più delicata e complicata, se la Juventus non si fosse trovata improvvisamente nuda nel suo reparto difensivo: una difesa di burro, errori a ripetizione di Bremer, tre dormite dilettantesche che hanno donato tre gol agli azzurri, che avevano messo le basi della loro superiorità affondando i colpi nelle imbarazzanti incertezze difensive bianconere. Da una parte una squadra pimpante e con una sua identità ben definita, una squadra che gioca a memoria con movimenti collaudati tra i reparti e che arriva quasi sempre prima sui palloni vaganti. Dall’altra una Juventus che, anche a causa delle infinite rotazioni determinate dagli infortuni che non hanno mai cessato di incidere, si affida per lo più a iniziative individuali, in questo momento affidate prevalentemente a Di Maria, essendo Chiesa ancora in rodaggio post lunga assenza e Vlahovic da tempo fermo, quel Vlahovic che pareva destinato a far compiere quell’indispensabile salto di qualità in un attacco diventato anemico.

Napoli-Juventus 5-1 | Di Maria, l’illusione

E pensare che Di Maria aveva dato l’illusione della rimonta nel primo tempo: prima con una traversa-palo, un tiro da fuori area che aveva accarezzato l’incrocio prima di volare oltre il fondo. Poi realizzando caparbiamente il gol dell’illusione con un’azione personale che si era avvalsa del tocco di Locatelli e dopo un rimpallo fortunoso tra le gambe di Kim, del retro assist di Milik che l’argentino aveva spedito alle spalle di Meret con precisione. E prima dello scadere un tiro di Chiesa stava per trasformarsi in un autogol napoletano, che Meret ha sventato da campione evitando il pareggio bianconero.

  Ma la svolta della serata si è avuta a inizio ripresa, quando una fortuita gomitata di Osimhen ha steso Locatelli. Sangue sulla bocca e trauma che ha tolto Locatelli dalla partita, ma non subito dal campo. Teatro del momento clou della serata è stato proprio il mancato cambio immediato: il Napoli stava per battere un corner, Locatelli sta già uscendo ma l’arbitro Doveri non ha autorizzato l’ingresso di Paredes, cosicché Locatelli è devuto tornare in area piuttosto intontito. Un momentaneo caos fatale, perché il traversone basso partenopeo ha attraversato tutta l’area, diventando un invito al 3-1 per Rrahmani.

Cambio negato, Juve distratta e confusa, partita finita

E stavolta la Juventus non sa trovare la forza per reagire, perché Bremer ne combina un’altra (con Osimhen e Kvaratskhelia il brasiliano è stato… il migliore in campo per i napoletani) e il Napoli dilagante confeziona un trionfo perfino esagerato con la doppietta di Osimhen e il quinto gol di Elmas. Una cinquina che riporta alla memoria un’altra batosta subita dai bianconeri in Coppa Italia tanti anni fa (14 maggio 1978, 5-0; in campionato il Napolli vinse 5-3 a Torino il 20 novembre 1988) e ridisegna la stagione: in tinta tricolore per il Napoli, in grigio scuro per la Juventus.

Il miglior attacco ridicolizza la difesa meno perforata

La squadra di Allegri esce malissimo dalla serata: la squadra più prolifica ridicolizza la difesa meno perforata. Ora la Juventus (che dal 1993 non perdeva subendo 5 gol, 1-5 a Pescara il 30 maggio 1993) dovrà dimenticare in fretta, metabolizzare questa bruciante sconfitta e tornare a inseguire gli unici obiettivi possibili: un posto più alto possibile tra le prime quattro (e il secondo posto raggiunto domenica sera potrebbe diventare una più modesta quarta piazza), la Coppa Italia, un cammino dignitoso in Europa League. Al Maradona è mancata la squadra, le distanze tra i reparti, quella coesione che l’aveva riportata a galla con le otto vittorie consecutive, anche se spesso poco brillanti.

Per Spalletti la conferma che è davvero l’anno buono: c’è il gioco, ci sono i talenti, ci sono gli episodi della buona sorte favorevoli. Tutto insomma quanto occorre per arrivare allo scudetto.

   Napoli-Juventus 5-1

Marcatori: 14′ p.t. 20′ s.t. Osimhen (N), 39′ p.t. Kvaratskhelia (N), 42′ p.t. Di Maria (J), 10′ s.t. Rrahmani (N), 27′ s.t. Elmas (N).

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui (25′ s.t. Olivera); Anguissa, Lobotka, Zielinski (34′ s.t. Ndombele); Politano (1′ s.t. Elmas), Osimhen (34′ s.t. Raspadori), Kvaratskhelia (44′ s.t. Lozano). All. Spalletti.

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Danilo, Bremer, Alex Sandro; Chiesa (29′ s.t. Miretti), McKennie, Locatelli (11′ s.t. Paredes), Rabiot, Kostic; Di Maria (28′ s.t. Iling-Junior), Milik (11′ s.t. Kean). All. Allegri.

Arbitro: Doveri di Roma.

Ammoniti: 45′ p.t. Danilo (J).

#NapoliJuve

Leandro De Sanctis

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