Polonia troppo forte, azzurri d’argento agli Europei

Polonia troppo forte, azzurri d’argento agli Europei.
Il sogno azzurro si è infranto sulla dura realtà di una Polonia forte e compatta come si temeva. La finale degli Europei, in un Palazzo dello Sport riempito di calore ed entusiasmo da oltre 11.000 spettatori e nobilitato dalla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stata quasi un monologo polacco. L’Italia è partita male ma ha avuto la forza di esprimere qualche sussulto che ha fatto sperare di poter almeno prolungare un po’ una sfida che è parsa prematuramente indirizzata.
A volte anche piccoli particolari apparentemente insignificanti, possono sembrare premonitori, come quel primo punto azzurro negato perché in quel momento in campo era finito un alto pallone.
Certe cose sono nell’aria, quasi scritte: un anno fa la Nazionale di De Giorgi aveva sfilato il titolo Mondiale ai polacchi proprio in casa loro, rovinando la festa attesa e prevista. Dopo un anno, a ruoli e campi invertiti, la Polonia ha consumato la sua vendetta venendo a vincere l’oro europeo in casa degli azzurri, che dopo 18 anni tornavano ad avere la possibilità di celebrare in casa. Nel 2005 il PalaEur vide il trionfo sulla Russia, stavolta ha assistito a una finale meno fortunata, forzatamente in tono minore per un’Italia surclassata dalla Polonia fin dal servizio.


Polonia, servizio super, Italia male in ricezione e battuta


La Polonia ha battuto benissimo, l’Italia ha subito visto i fantasmi in ricezione, così che Giannelli ha vissuto una serata terribilmente complicata, non potendo trovare continuità e non riuscendo a giocare con i suoi centrali, oltre che spesso con la palla staccatissima dalla rete, vagante per il campo dopo ricezioni balbettanti. Sono stati ben 11 gli ace polacchi, con Huber che ne ha firmati 5. Ma al di là del numero di errori, 16 azzurri e 15 polacchi, la Polonia ha fatto male con il servizio, l’Italia ha avuto qualche sprazzo coraggioso ed efficace, ma è ricorsa alle battute tattiche, senza forzare (e quando provava, era spesso fuori misura). Insomma anche se Leon, attesissimo fuoriclasse, non ha giocato una finale da grandi cifre, la ricezione polacca ha avuto buon gioco mettendo Janusz nelle condizioni migliori per dettare il gioco.
Dopo un battibecco con Russo sotto rete, solo per onor di cronaca, Leon è stato sonoramente coperto da ululati ogni volta che è andato in battuta (3 ace e 5 errori dai 9 metri per lui).
Paradossalmente la percentuale di attacco dell’Italia è addirittura superiore a quella polacca, 55% contro 51%, così come i muri (6 a 4 per gli azzurri) ma le cifre talvolta ingannano e la partita ha raccontato altro. Perché a lungo il muro italiano non è riuscito a fermare l’attacco di una Polonia che dopo due set spargeva sorrisi, ormai convinta di avercela già fatta.
Resta il rammarico almeno per un set, il terzo, in cui l’Italia ha dato l’impressione di poter tornare a giocarsela, anche punto a punto. Ma per la Polonia era routine, per l’Italia invece una fatica improba per tenere alto il livello. Forse al quarto set ci si poteva arrivare, ma anche per qualche sbavatura non inevitabile, la Polonia ha chiuso la finale in tre soli set. Dal 2015 si sono svolti cinque Europei che hanno avuto cinque diversi vincitori: Francia, Russia, Serbia, Italia e Polonia. Un chiaro segnale del grande equilibrio che regola il volley internazionale.
La sconfitta di stasera non cancella quanto di buono ha mostrato la Nazionale di De Giorgi. Inutile cominciare a mettere la pressione olimpica su una Nazionale così giovane e già così vincente. Avrà influito anche l’emozione stasera? Un po’ forse si, ma soprattutto è stata determinante da un lato la qualità della Polonia, che aveva anche una panchina di tutto rispetto a disposizione di Nikola Grbic, dall’altro l’Italia che non è riuscita a fare quelle cose speciali che sarebbero state necessarie. Lavia e Michieletto hanno avuto percentuali d’attacco positive ma i problemi in ricezione e in battuta hanno poi creato le basi per la sconfitta, in virtù di un gioco che non è mai riuscito a decollare e ad avere continuità.
Ma gli azzurri meritano applausi per non aver mai mollato, per aver cercato fino alla fine di rientrare in gara, dimostrando orgoglio e carattere. Il fatto che stasera non sia bastato proietta il discorso sulla prossima stagione. Ma ci sarà tempo per riflettere e parlarne. Di sicuro gli Europei hanno detto cose importanti, riportando anche tutti con i piedi per terra. E non è detto che verso Parigi 2024, questo sia stato un male.


Polonia-Italia 3-0
(25-20, 25-21, 25-23).


Italia: Michieletto 10, Giannelli 3, Balaso (L), Sbertoli 1, Scanferla (L), Bottolo ne, Galassi 6, Lavia 13, Romanò 9, Russo 2, Rinaldi, Bovolenta ne, Sanguinetti ne, Mosca ne. All. De Giorgi.
Polonia: Popiwczak (L) ne, Kaczmarek 10, Kurek ne, Klos ne, Leon 13, Bednorz ne, Sliwka 9, Lomacz ne, Kochanowski 9, Semeniuk 1, Zatorski (L), Janusz 1, Fornal, Huber 12. All. Grbic.
Arbitri: Sarikaya (Turchia) e Vasileiadis (Grecia).
Note: Spettatori 11.300, incasso 831.090 euro. Italia: battute vincenti 3, battute sbagliate 16, attacco 55%, ricezione 33%-22%, muri 6, errori 20. Polonia: battute vincenti 11, battute sbagliate 15, attacco 51%, ricezione 54%-18%, muri 4, errori 20.

Europei: nessuna sul podio come l’Italia, 15 volte


Con l’argento del PalaEur l’Italia ha scavalcato l’Urss nella classifica dei podi ottenuti agli Europei: ora sono 15 contro 14. Per l’Urss 12 ori e 2 bronzi. Per l’Italia 7 ori 5 argenti e 3 bronzi. Terza la Serbia a quota 10.

L’argento di Roma è la medaglia numero 53 per gli azzurri

Medaglia numero 53 per la Nazionale maschile italiana nei grandi tornei. Il conto recita: 15 medaglie europee, 5 ai Mondiali (4 ori, 1 argento), 6 alle Olimpiadi (3 argenti e 3 bronzi), 5 in Coppa del Mondo (1 oro, 3 argenti, 1 bronzo),15 nella World League/VNL (8 ori, 3 argenti, 4 bronzi), 4 nella Grand Champions Cup (1 oro, 1 argento, 2 bronzi), 2 nel World Top Four (1 oro, 1 argento), 1 oro nei Goodwill Games (torneo a 4 tra le super potenze del volley di allora, 1991).


L’albo d’oro degli Europei

Nell’ordine anno, sede, oro, argento, bronzo

1948 Roma – Cecoslovacchia Francia Italia

1950 Sofia – U.R.S.S. Cecoslovacchia Ungheria

1951 Parigi – U.R.S.S. Bulgaria Francia

1955 Bucarest – Cecoslovacchia Romania Bulgaria

1958 Praga – Cecoslovacchia Romania U.R.S.S.

1963 Bucarest – Romania Ungheria U.R.S.S.

1967 Istanbul – U.R.S.S. Cecoslovacchia Polonia

1971 Milano – U.R.S.S. Cecoslovacchia Romania

1975 Belgrado – U.R.S.S. Polonia Jugoslavia

1977 Helsinki – U.R.S.S. Polonia Romania

1979 Parigi – U.R.S.S. Polonia Jugoslavia

1981 Varna – U.R.S.S. Polonia Bulgaria

1983 Berlino Est – U.R.S.S. Polonia Bulgaria

1985 Amsterdam – U.R.S.S. Cecoslovacchia Francia

1987 Gand – U.R.S.S. Francia Grecia

1989 Stoccolma – Italia Svezia Olanda

1991 Berlino – U.R.S.S. Italia Olanda

1993 Turku – Italia Olanda Russia

1995 Atene – Italia Olanda Jugoslavia

1997 Eindhoven – Olanda Jugoslavia Italia

1999 Vienna – Italia Russia Jugoslavia

2001 Ostrava – Jugoslavia Italia Russia

2003 Berlino – Italia Francia Russia

2005 Roma-Belgrado – Italia Russia Serbia Montenegro

2007 Mosca – Spagna Russia Serbia

2009 Istanbul-Izmir – Polonia Francia Bulgaria

2011 Vienna – Serbia Italia Polonia

2013 Copenaghen – Russia Italia Serbia

2015 Sofia – Francia Slovenia Italia

2017 Cracovia – Russia Germania Serbia
2019 Parigi – 
Serbia Slovenia Polonia

2021 Katowice – Italia, Slovenia, Polonia
2023 Roma Polonia Italia Slovenia

Le medaglie all’Europeo dell’Italia


De Giorgi e Italvolley a caccia della 15esima

15 medaglie in totale

7 medaglie d’oro: 1989 (Svezia), 1993 (Turchia), 1995 (Grecia), 1999 (Austria), 2003 (Germania), 2005 (Italia), 2021 (Katowice)

5 medaglie d’argento: 1991 (Germania), 2001 (Repubblica Ceca), 2011 (Austria), 2013 (Danimarca), 2023 Italia

3 medaglie di bronzo: 1948 (Italia), 1997 (Olanda), 2015 (Bulgaria)

I piazzamenti dell’Italia


1948 (3°posto); 1950 (np); 1951 (8° posto); 1955 (9° posto); 1958 (10° posto); 1963 (10° posto); 1967 (8° posto); 1971 (8° posto); 1975 (10° posto); 1977 (8° posto); 1979 (5° posto); 1981 (7° posto); 1983 (4°posto); 1985 (6° posto); 1987 (9° posto); 1989 (1° posto); 1991 (2°posto); 1993 (1°posto); 1995 (1° posto); 1997 (3° posto); 1999 (1°posto); 2001 (2°posto); 2003 (1° posto); 2005 (1° posto); 2007 (6° posto); 2009 (10° posto); 2011 (2° posto); 2013 (2° posto); 2015 (3° posto); 2017 (5° posto); 2019 (6°posto); 2021 (1), 2023 (2).

Leandro De Sanctis

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