Egonu a Sanremo, la vittoria dell’intelligenza giovane

Egonu a Sanremo, la vittoria dell’intelligenza giovane.
Paola Egonu, pallavolista azzurra nel terzetto delle migliori giocatrici del mondo, con possibilità di crescere ancora se tecnicamente sarà aiutata a migliorare, ha riportato la pallavolo al Festival di Sanremo e le ha fatto fare una figura regale, allo sport che pratica, alla maglia azzurra e alla sua Italia, oltre che naturalmente a se stessa. Ma voglio focalizzare il mio pensiero sulla serata sanremese, su ciò che ha mostrato e dimostrato, mettendo da parte ogni risvolto pallavolistico.
Paola Egonu mi è piaciuta per come ha gestito la sua serata speciale, nonostante sia stata trascinata per i lunghi capelli in discorsi e polemiche provenienti da gente misera che se non fosse che oggi la cloaca dei social consente anche a chi non sa pensare e parlare, di inquinare chi si trova a frequentarla, rimarrebbe dove meriterebbe di stare. Leggere sproloqui demenziali di certi politici che dovrebbero solo vergognarsi di far conoscere il loro livello intellettivo non deve intaccare la sostanza delle cose. Anche perché come proprio in questi giorni del Festival si è visto, non si mostra il dovuto rispetto nemmeno per il Presidente della Repubblica, per un Sergio Mattarella che ha uno spessore umano che nemmeno ingrassando cento chili gli uomini piccoli della politica e i loro seguaci potrebbero eguagliare.
Paola Egonu intanto ha dato a vedere di divertirsi molto sul palcoscenico più ambito d’Italia, tra Amadeus e Gianni Morandi. Ha vissuto con emozione ma nel modo giusto e giovane la sua opportunità. E’ stata intelligente nel suo monologo, un’intelligenza giovane come i suoi 24 anni e coraggiosa nel mettersi a nudo e rivelare al grande pubblico e a chi non sapeva nulla di lei, qualcosa di intimo e personale. Intelligenza giovane perché non ha preso di petto il marcio della presunta maturità, che cresce come muffa quando si parla di lei, ma l’ha aggirato elegantemente con un contropiede che l’ha mandata in gol: Amo l’Italia.
Eppure nemmeno questo è bastato per sottrarsi agli strali di personaggi vari, perché non contano le idee, le parole da ascoltare e su cui magari provare a riflettere. Contano gli schieramenti della politica, conta fare il tifo contro, senza rendersi conto di quanto marci siano certi pensieri. Perché la peggior politica deve entrarci sempre, guai a perdere un attimo di visibilità, anche dicendo e sostenendo corbellerie che sono una vergogna per il genere umano.
Visto che si parla di Festival di Sanremo, quando succede a Paola Egonu mi ha ricordato la canzone Pietre cantata da Antoine e Gian Pieretti al Festival di Sanremo del 1967. Qualunque cosa faccia o dica, la Egonu diventa pretesto e bersaglio. Le consiglierei di evitare di leggere l’acida cattiveria che la parte marcia dei social riversa su di lei. E fuori dal campo di pallavolo e dalle sue squadre, dove la disciplina e le regole sono fondamentali, dovrebbe continuare ad essere se stessa vivendo la sua gioventù intelligente. Magari stando lontana dalla cattiveria social e ignorandola. Perché non è colpa sua se chi l’attacca viaggia su quei livelli umani e culturali.

Il testo di Pietre, Festival 1967
cantata da Antoine e Gian Pieretti (tra gli autori Ricky Gianco).

Tu sei buono e ti tirano le pietre .
Sei cattivo e ti tirano le pietre .
Qualunque cosa fai,
Dovunque te ne vai,
Tu sempre pietre in faccia prenderai .
Tu sei ricco e ti tirano le pietre,
Non sei ricco e ti tirano le pietre .
Al mondo non c’è mai,
Qualcosa che gli va
E pietre prenderai senza pietà!
Sarà così finché vivrai .
Sarà così .
Se lavori, ti tirano le pietre,
Non fai niente e ti tirano le pietre .
Qualunque cosa fai,
Capire tu non puoi,
Se è bene o male quello che tu fai .
Tu sei bello e ti tirano le pietre .
Tu sei brutto e ti tirano le pietre .
E il giorno che vorrai,
Difenderti vedrai,
Che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così finché vivrai .
Sarà così .
Sarà così finché vivrai .
Sarà così .

Credits
Writer(s): Dante Pieretti, Piero Leonardi, – Rickygianco
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Il monologo di Paola a Sanremo, da Rai News

https://www.rainews.it/video/2023/02/sanremo2023-il-monologo-di-paola-egonu-non-faccio-la-vittima-ho-raccontato-la-mia-vita-6e02d43d-6616-43cf-90ef-f730bbe11835.html

Egonu a Sanremo, le parole da leggere

«Voglio trasmettervi amore ed empatia. Non vi do lezioni di vita, vista la mia età. Nelle ultime settimane sono stato al centro di mille polemiche e molte frasi mia sono solo servite per far rumore. Ogni pensiero non è più sotto controllo quando è pronunciatoOra ci provo. Ho tre fratelli e devo tutto ai mie genitori: ho vissuto un’infanzia felice grazie ai loro sacrifici. Sono andata via di casa a 13 anni. Sogno di diventare madre un giorno e ringrazio i miei genitori che mi mancano sempre di più dato che me ne sono andata di casa da giovane».

«Mi sono sempre fatta molte domande sul perchè fossi alta, italiana o diversa a modo mio. Perchè sono io? Perchè io sono io! Sono quella che risponde così al razzismo: i bicchieri in cui mettiamo l’acqua, anche se colori diversi, contengono la stessa buona acqua. In veneto diremo “moighera” o meglio, basta»

«Nel mio sport gioco in attacco: sbaglio ma sto imparando ad accettare l’errore. Vengo criticata e non finiranno mai ma la maggior parte sono gratuite. Ho affrontato momenti brutti ma mi godo quelli belli. Non sono una vittima, ho solo raccontato le mie debolezze e paure. Amo l’Italia e vesto con orgoglio la maglia azzurra che è la più bella del mondo. Ho responsabilità verso questo Paese: ho perso molte finali, ma non sono una perdente, così come chi non riesce a realizzare al primo colpo il proprio sogno. Come Vasco*, che arrivò penultimo e poi ci ha insegnato che ognuno con il suo viaggio, ognuno diverso è riuscito a realizzare i propri sogni.
* Festival di Sanremo 1983, Vasco Rossi in gara con il brano Vita spericolata.

@rulajebreal

Gli offesi dal fatto che #PaolaEgonu denuncia il razzismo in Italia sono gli stessi che riciclano la retorica del Ku Klux Klan: l’idea che i diritti sono una concessione per cui le minoranze devono ringraziare il regime…è uno dei pilastri dell’ideologia della razza superiore.

Egonu e il Mondiale dal finale amaro, nonostante il bronzo

Leandro De Sanctis

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