CINEMA La mafia uccide solo d’estate

LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE – Regia: Pierfrancesco Diliberto. Interpreti: Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, Cristiana Capotondi, Claudio Gioè, Nini Bruschetta, Alex Bisconti. Italia 2013.

Un esordio significativo ed originale, La mafia uccide solo d’estate è il film che ha fatto conoscere Pif, spalancandogli le porte del successo anche come testimonial della Tim. Ma per una volta, nonostante provenga dalla tv, c’è qualità dietro un personaggio che ha studiato cinema e fatto la gavetta, utilizzando la televisione come trampolino per arrivare a produrre qualcosa di personale.
La mafia uccide solo d’estate è un film originale e importante, per ciò che racconta, per come lo racconta, per l’uso quasi innocente ma in realtà lucidamente accusatorio, delle parole e del montaggio. 
Perchè Pif non sale in cattedra, non chiude il pugno per denunciare la mafia e lo stato, lo stato mafioso ed un sistema che s’intreccia fino a confondersi e a diventare un tutt’uno. Utilizza l’ironia e l’innocenza per mettere a fuoco dinanzi allo spettatore quanto di meno ironico e innocente si possa immaginare.

Sfilano, dinanzi agli occhi ingenui e curiosi del bambino Arturo, personaggi che hanno pagato con la vita i loro ideali, la loro onestà, la correttezza e la rettitudine, il senso del dovere e dello Stato. Quel senso dello Stato che nemmeno lo Stato ha avuto, lasciandoli infatti da soli nella terra del nemico. Mandati anzi allo sbaraglio, aspettandone la fine, senza che lo stato civile fosse in grado di capire, di appoggiarli, di acquisire consapevolezza di quella realtà che sarebbe poi limpidamente emersa nelle aule dei tribunali.
Il film di Pif riesce a raccontare con leggerezza infantile ed ironia, anni pesantissimi del nostro Paese. Pif non fa comizi, sa che in certi casi, quando le cose sono evidenti, basta far parlare la realtà, fotografare ciò che è stato, accostare parole, inquadrature, foto, spezzoni televisivi. Non servono didascalie.
E lo spettatore fa uno più uno, col senno di poi. Sapendo ciò che allora gli eroi mandati al massacro (Dalla Chiesa, Chinnici, Borsellino, Falcone…) non sapevano ancora. 

Si sorride, quasi con pudore e vergogna, perchè in realtà c’è poco da ridere ripensando alle infamie cui furono sottoposti gli eroi massacrati della nostra povera Italia mafiosa.
Chi in quegli anni era bambino, ragazzo, adolescente, giovane, condirà la visione con un velo di amara e malinconica tristezza, ricordando quei momenti di cronaca drammatica ascoltati alla radio, visti in Tv, letti sui giornali. Ripensando a quelle vite spezzate non solo nell’indifferenza, ma con la complicità di chi tesseva una tela di affari, sangue e morte. Eroi loro malgrado, gente che ha creduto. E che ha perso la vita per questo. Pif li ricorda e li omaggia, raccontando con fantasia e tenerezza frammenti di vite drammaticamente interrotte. In un percorso che è una presa di coscienza della realtà, ignorata solo da chi non ha voluto vedere e sapere.

Leandro De Sanctis

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