ATLETICA Mai così male Usain Bolt: rimonterà in tempo per i Mondiali?

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 La sofferta volata di New York, sabato scorso, ha mostrato un’immagine di Usain Bolt lontanissima da quella che il mondo ha imparato a conoscere sette anni fa, all’Olimpiade di Pechino 2008. Il primatista mondiale dei 100 e dei 200 metri non sembra più lui.
    Vedere il cronometro fermarsi sul 20”29, osservare Usain sforzarsi per evitare di farsi precedere da Zharnel Hughes, 19enne sprinter di Anguilla che ha chiuso in 20”32, ha lasciato sbigottiti. Ma quando mai Usain a questo punto della stagione è stato così lento? Beh, mai, appunto. Almeno da quando è diventato il re dello sprint.
    E’ vero che nel caldo pomeriggio newyorchese ha corso contro un vento che viaggiava a quasi tre metri al secondo (2,8 per la precisione), ma ciò non basta a rendere normale un tempo e una prestazione per lui decisamente anomali. Corsia 5, maglietta gialla, il gesto che l’ha reso famoso ripetuto a beneficio della telecamera che lo inquadrava. Ma il film di quel 200 non ha seguito il copione dei giorni migliori. Anzi, è rimasto in linea con quanto mostrato dal giamaicano in questo primo scorcio di stagione.
   

Così che il 20”13 ottenuto a Ostrava, in una serata fredda e con la pista bagnata dall’abbondante pioggia, resta alla fine il suo miglior tempo stagionale sul mezzo giro di pista, che non l’ha ancora visto scendere sotto i 20 secondi (aveva esordito a Kingston in 20”20 l’11 aprile).
    Nell’infografico a fianco, sono riassunti i tempi realizzati da Bolt alla data di metà giugno nelle ultime nove stagioni. Riscontri che magari non saranno oro colato ma che indubbiamente fotografano il momento più difficile del re dello sprint, almeno da Pechino 2008 in poi.
    Non era mai successo che Bolt non riuscisse a correre un 200 in meno di 20 secondi. A volte ha tardato l’esordio sulla distanza ma quando li ha corsi anche in fase iniziale di stagione, era sempre andato forte. A parte l’anno scorso, un 2014 che praticamente ha quasi saltato interamente e che alla data di metà giugno non l’aveva ancora visto debuttare, il punto di riferimento più vicino diventa allora il 2013. 
    Bolt aveva nello score il 9”95 con cui vinse al Golden Gala e il 19”79 siglato nel mitico stadio Bislett di Oslo. Il confronto basta e avanza per far scattare un serio allarme: cosa è successo a Bolt? Usain sta andando piano proprio quando il suo grande rivale statunitense, Justin Gatlin, sta vivendo una specie di seconda giovinezza, in barba ai 33 anni ed ai quattro anni di stop per doping. Gatlin è stato lo sprint più veloce di quest’anno, ma lo era stato anche nel 2014. E se a livello di record e di vittorie, fino a poche settimane fa sembrava sempre Gatlin l’inseguitore, adesso le parti sembrano invertite.
    A poco più di due mesi dai Mondiali di Pechino, Gatlin è una sicurezza, Bolt una grande ingognita. Basteranno sessanta giorni di lavoro per colmare un gap che al momento sembra davvero consistente, forse irrecuperabile? Sul fatto che Justin si presenti in Cina al meglio ci sono pochi dubbi. Ma il suo rivale numero uno sarà ancora Bolt o l’altro statunitense Tyson Gay? Il giamaicano Asafa Powell crescerà abbastanza da insidiare il trono degli americani e di Usain?
    Bolt da parte sua ha abituato a dare il meglio nelle manifestazioni più importanti: lo ricordano le sei medaglie d’oro olimpiche e gli otto titoli mondiali. Ma quello era un Bolt diverso da questo balbettante del 2015. Pechino rappresenta una tappa sentimentalmente particolare per Bolt, che lì iniziò la sua favola. Ma nel caso il giamaicano dovesse rendersi conto di non aver risolto i problemi che lo frenano, non stupirebbe vederlo rinunciare in extremis ai Mondiali, per puntare tutto sull’Olimpiade di Rio 2016 nella quale sogna la terza accoppiata olimpica, a cui ha sempre dichiarato di puntare.

Usain a metà giugno, anno per anno

2015   100 10.12 Rio de Janeiro 19 aprile
           200  20.13  Ostrava 26 maggio

2014    100  non aveva ancora corso (poi il 23 agosto a Varsavia 9.98)
          200   non ha corso

2013   100   9.95 Roma 6 giugno
           200  19.79  Oslo 13 giugno

2012   100 9.76 Roma 31 maggio
           200  non aveva corso

2011   100  9.91  Roma 26 maggio
          200   19.86  Oslo  9 giugno

2010    100  9.86  Daegu  19 maggio
            200  19.56  Kingston  1 maggio

2009  100  10.00 Toronto  11 giugno
         200   non aveva corso (poi il 28 giugno a Kingston 20.25)

2008  100  9.72  New York  31 maggio
          200   19.83  Ostrava  12 giugno

2007  100 non aveva corso (poi il 18 luglio a Rethymno 10.03)
   200   19.89  New York 2 giugno

Le graduatorie del 2015 nello sprint
200
19.68 +0.9   Gatlin (Usa)  Eugene 30-5
19.99  +0.6  Dukes (Usa)  Starkville 16-5
20.02  +1,5  Webb  (Usa) Norwalk   6-6
20.03  -0.1   De Grasse (Can)  Los Angeles 16-5
20.03 +2.0 Bromell    (Usa) Eugene 10-6
20.04 +0.9 Jobodwana (Saf) Eugene  30-5
20.09  +0.8 Tsakonas (Gre)  Roma 4-6
20.12  +1.5 McClaine (Usa) Norwalk  6-6
20.13 +0.6 Bolt (Jam)  Ostrava  26-5
20.14 +1.9 Nkanata (Ken) Clermont 18-4
20.14 +1.0 Takase (Jpn) Kumagaya 17–5
20.14 +2.0 Hester (Usa)  Eugene 10-6

100
9.74 +0,9 Gatlin (Usa) Doha 15-5
9.84  +1.8 Powell (Jam) Kingston  9-5
9.88 +1.5  Gay (Usa) Eugene 30-5
9.90  +1.5 Rodgers (Usa) Eugene 30-5
9.90 +1.7 Bromell (Usa) Eugene 10-6
9.91  +1.8 Ogunode (Qat) Wuhan 4.6
9.93 +1.8 Bailey (Usa) Kingston 9-5
9.93 +1.7 Vaughn (Usa) Mobile 10-5
9.93 +2.0 Bracy (Usa) Birmingham 7-6
9.97  +0.6 De Grasse (Saf) Los Angeles  17-5
9.97  +2.0  Gemili (Gbr) Birmingham  7-6
……….
10.12   -1.3 Bolt (Jam) Rio de Janeiro 19-4
48ª prestazione, 96° tempo

Leandro De Sanctis

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