VOLLEY Sir Perugia, rinuncia etica al Mondiale

Il presidente della Sir Safety Perugia, Gino Sirci, con Atanasijevic

Sir Perugia, rinuncia etica al Mondiale per club. Non succede spesso che un club resista alla tentazione di comprarsi la partecipazione al campionato del mondo per club di pallavolo. In teoria un torneo qualificatissimo, in pratica molto meno, perché oltre a chi ne avrebbe i diritti per i successi nei rispettivi continenti (come avviene nel calcio, sempre vituperato ma per certi aspetti spessoe da prendere ad esempio), può parteciparvi chi sborsa i soldi (500.000 dollari in questo caso) alla ditta privata che l’organizza, una società di Varsavia poiché il torneo iridato si svolgerà in Polonia dal 25 novembre al 2 dicembre (per gli uomini). Le donne invece giocheranno in Cina, a  Zhejiang dal 4 al 9 dicembre.

Sotto potete leggere il comunicato con cui Gino Sirci, il presidente della Sir Perugia, ha deciso di non sottostare alle regole del mercato, preferendo sbandierare un’etica sportiva che sembra ormai passata di moda, soprattutto nel volley. In questa sede mi piace apprezzare e lodare il gesto di ribellione ad una logica che ormai si accetta come ineluttabile. Senza pensare che la mossa sia anche una critica indiretta verso chi invece la wild card ha deciso di comprarsela. E poco conta in questo caso, che la stessa Perugia abbia investito e speso una grossa somma (ma prima che i costi lievitassero irrimediabilmente) per ospitare la final four d Champions League a Roma, due edizioni fa.

Altra abitudine poco sportiva, quella della Cev, che consente a una squadra di comprarsi l’accesso in semifinale se paga per organizzare la final four. Ma almeno in quelle occasioni, chi paga comunque partecipava di diritto alla Champions League e si era almeno qualificato per i play off.
Che sia un gesto di comodo, polemico o di semplice e saggia ribellione, il NO di Perugia è un primo passo verso una pallavolo che pensi meno ai soldi e più alla meritocrazia sportiva. Probabilmente resterà un gesto isolato, ma finchè non ci si ribella mai alla Cev e alla Fivb, sempre più ingorde di eventi con cui intasano il calendario e spremono i giocatori, non si ha poi il diritto di lamentarsi. Serve aggiungere infatti che il Mondiale di club è stato collocato in un periodo che sarebbe dedicato ai campionati?
E che i recuperi infrasettimanali hanno poi appeal mediatico zero?

Il comunicato della Sir Perugia

La Sir Safety Conad Perugia, in merito alla partecipazione al prossimo mondiale per club, comunica con la presente che non parteciperà al torneo stesso.
Non lo farà, oltre che per discorsi legati ad un calendario molto fitto in quella fase della stagione, principalmente per un motivo fondamentale: perché la società non ha il titolo sportivo per farlo. Le squadre che ne hanno titolo sono tre e si tratta del campione d’Europa (Zenit Kazan), del campione del Sudamerica (Sada Cruzeiro) e del campione d’Asia (Sarmayeh Volleyball Club). Gli altri cinque posti vengono assegnati esclusivamente a chiunque paghi una tassa di iscrizione ad una agenzia pubblicitaria di Varsavia, che è la società privata organizzatrice, e non alla Fivb. Per cui l’unico diritto che vale è quello economico e questo sistema di “qualificazione” contrasta con il principio che dovrebbe essere cardine e che è quello sportivo.
La società reputa conveniente investire le proprie risorse partecipando a manifestazioni alle quali ha meritato di prendere parte e quest’anno saranno parecchie e molto importanti sia in Italia che in Europa. Manifestazioni che richiederanno, da parte dello staff tecnico e dei giocatori, impegno e sacrificio, attenzione e concentrazione. E non ritiene strategico quindi spendere denaro ed energie verso il cosiddetto mondiale per club che, organizzato in questo modo, perde un po’ di fascino in quanto riservato in minima parte a chi ha diritti sportivi e maggiormente a chi acquista diritti economici esclusivamente pagando una tariffa. Perugia auspica che in futuro si consideri l’idea di organizzare questa manifestazione in modo meritocratico e dove a sfidarsi siano squadre presenti per loro meriti e non pagando tariffe di partecipazione. Sarebbe questa la strada migliore per dare al mondiale per club il prestigio che davvero merita!

Leandro De Sanctis

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