OLIMPIADI Atene 2004-2014: i Giochi in rovina

http://www.corrieredellosport.it/olimpiadi/2014/08/08-372352/Atene+2004%2C+dopo+10+anni+le+rovine+olimpiche

Chi spinge per la candidatura olimpica di Roma 2024, in realtà un traguardo che alla luce della situazione attuale del nostro Paese appare abbastanza remoto, farebbe bene a non dimenticare le lezioni che il passato tramanda. Sicuramente c’è chi avrebbe molto da guadagnare, ma tra questi non ci sarebbero certo i cittadini romani, già vessati da tasse inique e da una qualità della vita che è andata sempre più deteriorandosi.
Sono passati dieci anni dai Giochi di Atene 2004, che i greci soffiarono proprio a Roma, che si candidò per il 2004 appunto ma che nel 1997 perse la votazione. Per fortuna, aggiungo.
Sul Corriere dello Sport di oggi si parla del degrado in cui sono precipitati molti di quegli impianti, quindi di soldi sprecati, con la consapevolezza che sarebbe finita così, perchè non si fece un piano di  riutilizzo, come accaduto per Pechino 2008, parzialmente per Barcellona 1992. E come ad esempio si fece per Roma 1960, con il Villaggio Olimpico: le palazzine che ospitavano gli atleti, furono poi assegnate alla cittadinanza e ancora oggi ci sono degli inquilini che allora ebbero assegnato l’alloggio.

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 «Si tratta di un grande investimento che mostrerà i suoi frutti nel futuro». Si difendeva così il ministro greco Alogoskoufis, quando dovette replicare alle accuse perchè i costi dell’Olimpiade di Atene 2004 erano più che raddoppiati rispetto alle previsioni, arrivando alla soglia dei 10 miliardi di euro, se non di più (in questi giorni si parla di una spesa complessiva di 15 miliardi di euro). Ma la cruda realtà ha dimostrato che il ministro sbagliava. Altro che investimento, al posto dei frutti ipotizzati, solo degrado, sterpaglie, calcinacci ed impianti abbandonati, andati in malora.
    A dieci anni dall’Olimpiade di Atene, che nel 1997 la votazione Cio scelse, bocciando tra le altre la candidatura di Roma, il bilancio è tristemente desolante. La gravissima crisi economica che ha messo in ginocchio i greci ha coinvolto tutto, anche perchè contrariamente a quanto ad esempio fece poi Pechino, la metà degli impianti non è stata più utilizzata, nè riconvertita. Un progetto che evidentemente peccava di superficialità ed approssimazione. Mentre la piscina olimpica di Pechino 2008, appena conclusi i Giochi, divenne un parco acquatico di divertimento a disposizione di tutti i cittadini, quella di Atene al posto dell’acqua mostra vuoto e calcinacci.  
    Fa tristezza, ricordando l’entusiasmo genuino della popolazione che si sentiva finalmente parte dell’Europa e in quel mese al centro del mondo, registrare lo sfacelo in cui versa la maggior parte degli impianti appositamente costruiti per i Giochi Olimpici. Era bellissima Atene in quelle lunghe giornate che non volevano abdicare alla notte, gente festante, la nuova linea di metropolitana leggera a cielo aperto che conduceva dal centro al Pireo. Furono costruite cattedrali nel deserto, senza curarsi di ciò che ne sarebbe stato finita l’Olimpiade. Ora le “cattedrali” sono in rovina, è rimasto solo il deserto.
    Il simbolo di un fallimento che diventa inevitabile, alla luce di quanto puntualmente accaduto, se nel nome dello sport si mette da parte il raziocinio, se si fa il passo più lungo della gamba, se si finge di non sapere che i budget iniziali, alla fine come minimo si raddoppiano. E alla fine ci rimettono i cittadini, sono loro che pagano il conto salatissimo. Dieci anni dopo Atene 2004, le rovine elleniche devono costituire un monito per chiunque coltivi l’ambizione di candidarsi ad ospitare un’Olimpiade. Atene è sprofondata nella crisi anche a causa dei circa 7 miliardi di spesa pubblica scaturita dai Giochi. E I cittadini di Montreal hanno impiegato 30 anni per pagare l’Olimpiade 1976!

Leandro De Sanctis

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