Vade retro Cakir. L’arbitro turco continua ad essere indigesto per le squadre italiane. Lo sa bene la Juventus, da ieri lo sa anche la Roma. Non si capisce da cosa nasca la grande considerazione che Uefa e Fifa hanno di questo arbitro, che si è macchiato di errori decisivi sia quando doveva decidere da solo che ora in epoca di VAR, come è successo a Oporto.
Se il rigore causato dal raptus di Florenzi, che nel supplementare ha mandato il Porto sul 3-1 è da attribuire al giocatore giallorosso, il mancato rigore per la Roma allo scadere dei tempi supplementari, per il fallo in area commesso su Schick è un errore gravissimo. C’è poco da discutere e cavillare: il fallo, sia pure sciocco, era da rigore e non si comprende perché Cakir non sia nemmeno andato a rivedere personalmente l’azione, fidandosi del giudizio, sbagliato, dei colleghi in sala VAR.
I precedenti con la Juventus. L’anno scorso nei minuti di recupero di Juventus-Real Madrid (0-3) non sanzionò col rigore l’atterramento di Cuadrado, solo davanti al portiere. Un episodio che si è rivelato decisivo alla luce del successo juventino per 3-1 nel ritorno al Bernabeu. In aggiunta, Dybala fu espulso per doppia ammonizione.
Ma prima ancora, la finale di Champions League contro il Barcellona: sull’1-1 Cakir non vide o non valutò correttamente, una vistosa trattenuta di area da parte di Dani Alves (allora al Barcellona) ai danni di Pogba (allora bianconero).
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