VOLLEY Modena, non è più pallavolo Da Re

  Bruno Da Re al centro nella foto

http://www.ivolleymagazine.it/video.php?idvideogallery=6162&idcategoria&page#.Un0Ek_lg8rU

                                   Cherchez la femme…?*

 E’ proprio vero che non c’è più la pallavolo di una volta. Come non ci sono più tante cose di una volta, sepolte nel nome di una presunta modernità, di presunti progetti costruiti su castelli di parole di carta, destinati a coprire altro e spesso a sfasciarsi al primo refolo di vento. La vicenda che ha portato alla fine dell’esperienza modenese di Bruno Da Re, il dirigente più vincente del volley italiano, quattro anni fa passato dalla Sisley a Modena. Nel video linkato si possono ascoltare le sue parole. Chi lo conosce può rendersi conto del suo stato d’animo e dei contorni tutt’altro che chiari che hanno condotto al suo esonero due mesi dopo l’inizio della stagione.
A quanto leggo dai colleghi che lavorano sulla piazza modenese, appassionati ed informati, si è trattato di “tradimenti”, una specie di congiura nell’ombra. Ho letto che la signora Catia Pedrini, ma non solo lei, avrebbe avuto un ruolo importante, fondamentale in questa vicenda. Insomma, il cherchez la femme di Alessandro Dumas è sempre valido. A Modena una situazione che ricorda in qualche modo e con licenza, ciò che nel calcio sta vivendo il Milan, con Barbara Berlusconi che sgomita per detronizzare ed estromettere Adriano Galliani, anche lui il più vincente dei dirigenti del calcio italiano. E’ l’arroganza del padrone che prevale sulla qualità del dirigente?

La sostanza è che un altro dei migliori se ne va dalla pallavolo. Un volley in crisi che ha messo fuori gioco alcuni dei suoi dirigenti migliori: per un Cormio che è rientrato, a Ravenna, sono dolorosamente fuori e disoccupati, per citare due che hanno vinto lo scudetto, Bruno Da Re e Vittorio Sacripanti. 
Parlare di ricambio generazionale è pura ipocrisia, specie se le voci che circolano a Modena prenderanno corpo.
E’ questa la pallavolo dei padroni indicata come unico modello di sviluppo del volley italiano? Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Un Mezzaroma che ancora deve pagare stipendi e che è in causa con i giocatori e con i suoi ex dipendenti. Uno Sciurpa che nella gestione delle sue ultime stagionni di volley non si è dimostrato bravo come quando spara ai piattelli nelle piazzole del tiro a volo. Per tacere di altri che nel Centro e a Sud hanno dato prova di sè. 
La vicenda Da Re insegna ciò che negli ultimi anni ho messo a fuoco: in senso figurato, se qualcuno sta per annegare, forse è meglio lasciarlo al suo destino o aiutarlo ad andare a fondo. Se sopravvive poi ti pugnalerà alle spalle. La pallavolo a Modena stava per sparire, per l’ennesima volta negli ultimi anni. Bruno Da Re ha avuto un ruolo fondamentale per evitare che ciò accadesse. Chi amava davvero la pallavolo modenese, come Pietro Peia ad esempio, ci ha messo del suo e i modenesi lo sanno bene. 
L’amministratore delegato della Trenkwalder,
il signor Peter Zehentleitner (unico della società a presentersi alla stampa), ha detto varie cose, alcune decisamente comiche, se si ha ancora voglia di sorridere. 
1) “Bruno Da Re è il migliore direttore sportivo se si punta ad avere una squadra fortissima ogni anno differente. Noi vogliamo fare di più. Vogliamo un’organizzazione che cambi il modo di vedere la pallavolo. Punteremo sul settore giovanile”.
Serve ricordare che Da Re ha lavorato nel club che ha avuto il miglior settore giovanile italiano, con talenti presi e cresciuti da ogni parte d’Italia (dal messinese Vermiglio al campano Boninfante, al laziale Sabbi). E che la Ghirada è stato il primo esempio di sfruttamento commerciale esteso oltre lo sport?
2) “Ma va anche ricordato che negli ultimi quattro anni Modena non ha vinto scudetti”
“E te credo, direbbero al Bagaglino: E’ già tanto se respiravi…”

Conosco personalmente Bruno Da Re, in tanti anni di carriera, ricoprendo anche il ruolo di presidente di Lega, ha dimostrato le sue qualità, i suoi pregi e magari anche qualche difettuccio, perchè non esiste lavoro senza errori. Ma ai miei occhi ha sempre avuto un grande pregio: ama la pallavolo. Per lui come per altri appassionati dirigenti, il volley non è solo un lavoro. Non so quanti nuovi proprietari abbiano la stessa passione. Mi rendo conto che parlare di passione e di rapporti umani, possa far sorridere certi imprenditori. Ma Da Re ciò che vale lo ha dimostrato nel tempo. Gli imprenditori del mordi e fuggi devono ancora dimostrare tutto. Legittimo che si insegua anche il guadagno, ma almeno ci si risparmino lezioni scritte sulla sabbia. Quando ci si nasconde dietro al nuovo, che non è garanzia di migliore, può essere solo un modo per celare verità, fumo negli occhi insomma. I “padroni”, brutta parola che in certi casi rende l’idea, hanno il diritto di spendere come desiderano, se non lasciano debiti, ma almeno pensino meglio allo stupidario di presunte motivazioni. Se dovessimo giudicare dalle parole… diremmo che si capisce perchè la società è stata chiamata Modena punto zero. Attenzione che non si trasformi in Modena punto e… basta.
                                                                                Nella foto Adriano Galliani, il figlio, Barbara Berlusconi

* Cherchez la femme è una frase francese  che alla lettera significa “cercate la donna.”

L’espressione viene dal libro del 1854  I Mohicani di Parigi di Alexandre Dumas (padre). Il passaggio originale è: Il y a une femme dans toute les affaires; aussitôt qu’on me fait un rapport, je dis: ‘Cherchez la femme’.

Tradotto in Italiano:
C’è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: “Cherchez la femme.”

La frase incarna un cliché del detective della pulp fiction:
non importa quale sia il problema, spesso una donna è la causa alla
radice. La frase ha anche semplicemente assunto il significato di “Cerca
la causa che sta alla radice del problema.”
Fonte: Wikipedia

Leandro De Sanctis

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