CALCIO Chiellini gliele ha cantate

Chiellini dopo il settimo scudetto le canta a tutti Foto VISTO DAL basso

Chiellini gliele ha cantate. Interpretando l’insofferenza di tutto il popolo bianconero verso la serie infinita di accuse, commenti, falsità, distorsioni della realtà che hanno accompagnato questeultime settimane di campionato, Giorgio Chiellini ha atteso di vincere la Coppa Italia e lo Scudetto con la Juventus, per togliersi i macigni dalle scarpe (ma per l’Inter alla seconda sconfitta consecutiva a San Siro, sarebbe solo un…Sassuolino nello scarpino).

La Juventus perde le finali perché le gioca, c’è chi si fa eliminare nei sedicesimi e negli ottavi

è stata una delle frasi di Giorgione Chiellini, che si era legato al dito il commento di Insigne dopo la vittoria del Napoli allo Stadium.
Chiellini ha replicato con fermezza, educata, pacata ma affondando i colpi con lucidità, interpretando il sentire di tutti gli juventini, a chi ha sminuito, denigrato e sbeffeggiato i risultati della Juventus, esaltando il gioco del Napoli, definito il vincitore morale dello scudetto, in barba ad ogni pudore e logica.  C’è chi ha festeggiato lo scudetto senza poi averlo vinto e c’è la Juventus, Giorgio Chiellini, che prima lo hanno vinto e poi hanno parlato. E festeggiato, come fanno da sette anni.

La cosa buffa è che da quegli stessi microfoni che hanno attizzato (anche ieri sera) il falò delle vanità napoletane arrivano le avvertenze, la preghiera di non alzare i toni. Se molti professionisti dell’informazione, televisiva e non, e del calcio avessero fatto meglio il loro lavoro, non ci sarebbe stato alcun innalzamento di toni.

Il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, è diventato stucchevole, se non patetico, nel reiterare la favola del Napoli che ha giocato 14 volte dopo la Juve… Nessuno che abbia il coraggio di chiosare, di sottolineare quanto sia ridicolo il piagnisteo continuo e immotivato, inconsistente. Sarri sarà, è, un ottimo allenatore. Ma un allenatore non si giudica solo da ciò che fa fare in campo alle sue squadre. C’è una componente di stile e di psicologia che non è meno importante. Guarda caso ieri ha ripetuto che il Napoli ha perso lo scudetto quel sabato sera di Inter-Juventus, guardata e sofferta in albergo davanti alla tv. Vuol dire che lo squadrone che dovrebbe essere il campione d’Italia morale (ma quando mai? E a che titolo poi?) per il suo gioco straordinario (espresso in Italia ma non in Champions League) è stato in realtà talmente fragile psicologicamente, da sciogliersi (0-3 con la Viola) la mattina dopo la rimonta scudetto (ora si può dire) della Juventus a San Siro contro l’Inter. Il grande Totò avrebbe detto a Sarri: Ma mi faccia il piacere…
Lo scudetto lo merita chi fa più punti. Seguo il calcio da una vita e una sciocchezza così non l’avevo mai sentita: quando il Torino di Graziani e Pulici perse lo scudetto per un punto (50 il Toro, 51 la Juventus di Trapattoni, 1976-77) si disse che era stato un campoionato fantastico e che ci sarebbero voluti due scudetti. Uno anche per il Torino, magnifico secondo. Nemmeno allora si arrivò a sproloquiare che il campione d’Italia morale era chi in realtà si classificò al secondo posto.

Le frasi di Chiellini

 “Dobbiamo ringraziare chi ci ha stimolato. Tutte le persone che ci hanno stuzzicato, esultato troppo presto e ci hanno mancato di rispetto ci hanno stimolato. Discorsi su finali, VAR, arbitri ci danno energia. Tante frasi fuori luogo ma noi festeggiamo e gli altri stanno a guardare. Non ci rendiamo conto perché non ci viene dato merito di quanto fatto: stiamo scrivendo pagine di storia irripetibili a breve termine e per tanto tempo nessuno farà quanto abbiamo fatto. Ci dicono vecchi e brutti ma alla fine chi festeggia siamo sempre noi. A metà del secondo tempo di Milano sembrava tutto finito. Vedere certe immagini e sentire certe cose è stata linfa. In Italia ogni trasferta è un’impresa, e siamo arrivati lì.  Chi ha parlato a vanvera starà in silenzio. Sembra tutto dovuto e scontato e sembrava che non meritassimo. Se gli altri pareggiano le partite e noi vinciamo un motivo c’è. Ci sono state tante frasi fuori luogo quest’anno dagli addetti ai lavori, oltre che dai media. E quest’anno, come altri, ci guarderanno festeggiare.

Abbiamo fatto qualcosa di straordinario e c’è mancato poco per giocarcela anche in Champions, che comunque con questo ciclo avremmo meritato.
Buffon mi mancherà tanto, è un punto di riferimento. Ma questa squadra è andata avanti anche senza i campioni e dovrà farlo ancora. Ogni squadra non ha mai un solo leader ma ne ha tanti. Ognuno con i suoi ingredienti portano all’alchimia perfetta

Rispetto, i più forti siamo noi

Nella vita ci vuole rispetto, poi ne paghi le conseguenze. Hanno parlato troppo e festeggiato troppo presto. Ora sta a noi, siamo stati zitti. Noi le finali le perdiamo perché le giochiamo, tante squadre scelgono di uscire ai sedicesimi o agli ottavi. Quando si manca di rispetto bisogna chiedere scusa. Ora ci siamo tolti qualche sassolino e ora tante persone che hanno parlato a vanvera devono stare in silenzio e capire che i più forti siamo ancora noi.

http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/juventus/juve-chiellini-festeggiamo-sempre-noi-e-gli-altri-tristi-a-casa-_1213655-201802a.shtml

http://www.itasportpress.it/serie-a/juventus-chiellini-scudetti-vinti-sono-36-mertens-ha-festeggiato-troppo-presto/?refresh_ce-cp

https://www.vistodalbasso.it/2018/05/03/juventus-napoli-inter-cultura-degli-alibi/

WORD GAMES Piazze per festeggiamenti offronsi

Leandro De Sanctis

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