Lazio-Juventus 3-1, la Supercoppa ai più forti

Lazio-Juventus 3-1, Supercoppa. Dybala in azione Foto Juventus.com
Lazio-Juventus 3-1, Supercoppa. Dybala in azione Foto Juventus.com

Lazio-Juventus 3-1, la Supercoppa ai più forti. Se nel breve volgere di due settimane la Lazio batte per due volte la Juventus con lo stesso punteggio di 3-1, ci sono pochi dubbi sul fatto che al momento questa Lazio vada considerata più forte di questa Juventus. La squadra di Sarri ha giocato in modo indegno la finale che avrebbe potuto regalarle un trofeo, che sarebbe stato il primo della gestione bianconera per l’ex tecnico del Napoli.
La Lazio ha meritato la Supercoppa perché ha dimostrato di avere un gioco, di seguire una tattica studiata bene dal tecnico Simone Inzaghi, di avere gambe, cuore e cervello per stare in campo nel modo migliore, approfittando dei difetti di una Juventus che solo sulla carta le era superiore.

Il gol dell'1-1, firmato da Dybala Foto Juventus.com
Il gol dell’1-1, firmato da Dybala Foto Juventus.com

Una lezione vana

Sarri ha dimostrato di non aver saputo mettere a frutto la brutta sconfitta subita in campionato all’Olimpico contro la stessa Lazio. Alla fine il verdetto di Riad è stato identico: 3-1 per la Lazio, un’ espulsione bianconera. Non è una questione di modulo, ma di idee e di gioco, di prestanza fisica e di mentalità agonistica. Inizialmente Sarri ha scelto De Sciglio come laterale destro, preferendolo a Cuadrado presumibilmente temendo l’eccessivo sbilanciamento in avanti, dato che già c’erano Ronaldo, Higuain e Dybala. E De Sciglio (a cui la Lazio non porta bene…) si è macchiato dell’errore che ha spianato la strada a Lulic in occazione del primo gol laziale.
Ma per essere efficace, il tridente deve avere Dybala in posizione avanzata, a ridosso dell’area, non sulla trequarti, dove i suoi dribbling risultano inutili e infruttuosi. Non poteva essere De Sciglio l’uomo dei cross, come invece è avvenuto.
Alla Juve mancava qualità nell’apertura del gioco sulle fasce, nonostante Ronaldo abbia provato a svariare a destra e a sinistra. Matuidi è stato condizionato dal cartellino giallo rimediato dopo soli 9 minuti, per un fallo che avrebbe anche potuto essere sanzionato con l’espulsione. Nemmeno il pareggio ottenuto allo scadere del primo tempo (guizzo e tiro di Ronaldo non trattenuto dal portiere laziale, Dybala – 11° gol alla Lazio – pronto a ribadire in gol la respinta) ha rivitalizzato una Juventus scialba e inconcludente anche nella ripresa.
La Lazio ha avuto altre occasioni, la Juventus ha sfiorato il pari con una zuccata di Bonucci.
L’ingresso di Cuadrado ha creato superiorità sulla fascia destra, ma senza costrutto. Ramsey ha consegnato alla difesa laziale i suoi primi palloni, incaponendosi nel cercare, e non trovare, sponde improbabili in area biancoceleste. Perfino Douglas Costa non sa più che fare della sua velocità quando subentra. Una volta gli bastavano dieci minuti per creare scompiglio, ora s’infrange anche su scogli insuperabili.

Primo obiettivo sfumato

Il primo degli obiettivi raggiungibili è sfumato e la maniera non può non allarmare. Dove è il presunto bel gioco che avrebbe dovuto portare Sarri? O meglio, dove sta il gioco? C’è qualcosa che non funziona tra squadra e tecnico? Di chi è la colpa di quei movimenti lenti, di quei mancati scatti, di quelle distrazioni in ogni zona del campo e pure in quella difesa che una volta era un bunker? E’ bel gioco quella irritante e nosiosa sequenza di passaggi, spesso indietro, che in teoria dovrebbe aprire difese invece arroccate e coese?
La manovra bianconera raramente arriva al tiro, si continua ad avere la presunzione che si debba segnare arrivando in porta con il pallone, scambiando palla fino allo sfinimento. O meglio, fino a quando gli avversari non la tolgono. Dall’Arabia alla rabbia. Si torna con tanta rabbia (stavolta con due b) per aver visto un manipolo di campioni giocare da squadra tremebonda, senza cattiveria.
Bentancur si è arrabbiato tanto per l’espulsione: è vero che il suo piedone ha toccato il pallone deviandolo, prima di far cadere l’attaccante laziale e di ricevere il cartellino rosso. Ma se riguardate l’azione noterete la colpevole lentezza dell’uruguagio, che è rimasto fermo quell’attimo di troppo prima di capire che doveva inseguire il laziale.
Se le cose non miglioreranno, si annuncia un avvio di 2020 molto delicato per la Juventus e per Sarri. Conoscendo la storia e il modo di pensare della società bianconera, se ci fosse da scommettere sul nome di un futuro allenatore della Juventus, punterei su Simone Inzaghi. La Juve ha sempre avuto un debole per chi la sconfigge.

Lazio-Juventus 3-1

RETI: Luis Alberto 16′ pt, Dybala 45′ pt, Lulic 28′ st, Cataldi 48′ st
JUVENTUS
Szczesny; De Sciglio (10′ st Cuadrado), Demiral, Bonucci, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Matuidi (31′ st Douglas Costa); Dybala, Ronaldo, Higuain  (21′ st Ramsey)
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, de Ligt, Rugani, Danilo, Emre Can, Rabiot, Bernardeschi, Pjaca
Allenatore: Sarri.
LAZIO Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic, Leiva (19′ st Cataldi), Luis Alberto (22′ st Parolo), Lulic; Correa, Immobile (37′ st Caceido)
A disposizione: Proto, Guerrieri, Patric, Bastos, Marusic, Jony, Berisha, Anderson, Adekanye
Allenatore: S. Inzaghi.
ARBITRO: Calvarese
ASSISTENTI: Costanzo, Peretti
QUARTO UFFICIALE: Maresca
VAR: Mazzoleni, Giacomelli

AMMONITI: 34′ pt Leiva, 3′ st Bentancur, 13′ st Luis Alberto, 48′ st Bentancur
ESPULSI: 48′ st Bentancur

Leandro De Sanctis

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