Ai confini del male | Recensione

Ai confini del male | Recensione film. C’era un tempo in cui i capolavori del cinema venivano pubblicizzati con un classico: film da non perdere, da non mancare. Ai confini del male, il film tratto liberamente dal romanzo di Giorgio Glaviano, che ha collaborato anche alla sceneggiatura induce ad altri consigli. Il suggerimento allo spettatore delle piattaforme che ha tanto da scegliere è quello invece di perderlo questo film, di non sprecare tempo. Una delle frasi chiave del film Ai confini del male più o meno dice che “Le cose non sono andate come dovevano andare”. Ecco, appunto, anche questo film. Non è stato confezionato come si doveva fare.
Se dovessi usare un linguaggio sportivo, direi che due attori bravi come Massimo Popolizio e Edoardo Pesce sono incappati nella peggior partita della loro carriera. Considerato che la storia c’era, l’ambientazione anche (il fascino del fiume, un meraviglioso cane con i suoi cuccioli), con un intreccio poliziesco degno, viene da pensare che il demerito principale sia stato del regista Vincenzo Alfieri, che si è lasciato sfuggire la barra del timone, forse distratto dalla voglia di assecondare modelli ambiziosi ma alla resa dei conti decisamente fuori portata di Ai confini del male. Dopo neanche dieci minuti lo spettatore più smaliziato e un minimo esigente, capisce già che ha sbagliato la scelta del film serale su Sky/Now.
Eppure Pesce e Popolizio sono abitualmente bravi. Perché qui sono sempre fuori registro, affatto convincenti?
Non amo parlare della trama dei film, ma un minimo di credibilità la recitazione e ciò che vediamno, come ci viene mostrato, le storie dovrebbero averla. E di buche Ai confini del male ne ha diverse in cui precipita. Dalla ragazza rapita che non beve e non mangia ma anche poi… E vogliamo parlare del modo in cui è stato girata la scena di lotta conclusiva non rivelo tra chi?
I personaggi avranno avuto un peso sulle pagine del libro, ma quello che vediamo non convince e non coinvolge. Altro che noir italiano per cui sono stati a torto scomodati paragoni che chi ha visto il film troverà imbarazzanti più che lusinghieri, indeciso tra l’indignazione e lo sghignazzo.
Non secondaria la qualità scadente della presa diretta o comunque del sonoro: abbondanti porzioni di dialoghi non si capiscono, non si comprendono. A Edoardo Pesce devono aver detto di recitare un ruolo di “cane pazzo” sopra le righe, introspettivo fino al ridicolo (frequenti e reiterati i suoi black out, in cui invece di ciò che sta facendo rivive il suo drammatico incidente) con parole bofonchiate e smozzicate con voce rauca. Si fa fatica a seguire quello che dice e spesso ci si arrende all’immaginazione. E non manca l’umorismo involontario, come quando costringe a parlare una donna schiacciandole la faccia su una sbarra, che rende complicato capire anche le sue parole. Per una volta che la voce di un personaggio arrivava forte e chiara…
Ai confini del male è un film oltremodo deludente e c’è da restare allibiti leggendo le recensioni osannanti di molti siti, anche marchi in teoria prestigiosi, di quelli che attiravano alla lettura gli appassionati quando venivano pubblicate su carta con articoli di approfondimento di critici e giornalisti acuti, competenti e appassionati. Ai confini del male è uno di quei film che fa rimpiangere la scomparsa della rivista Duel / Duellanti: leggere come avrebbe scomposto e massacrato questo presuntuoso tentativo di cinema, sarebbe stato interessante.

P.S. Ho trovato sgradevole e di cattivo gusto mostrare una ragazza morta completamente nuda sul tavolo delle autopsie. Indugiando di passaggio sull’organo sessuale femminile, dopo aver descritto cosa aveva subito. Frame gratuiti. Se fosse stato un uomo avrebbero fatto la stessa ripresa?



Ai confini del male, la scheda

AI CONFINI DEL MALE – Italia 2021. Tratto dal libro Il confine di Giorgio Glaviano. Durata: 101 minuti. Su Sky / Now
Regia: Vincenzo Alfieri
Interpreti: Edoardo Pesce, Massimo Popolizio, Roberta Caronia, Paolo Mazzarelli.

Leandro De Sanctis

Torna in alto