CALCIO Totti e la sinergia SPALLotta: malinconico finale per il simbolo giallorosso

In questi giorni, dopo gli applausi del Bernabeu a Francesco Totti in occasione dell’ultimo Real Madrid-Roma, si è accostata l’accoglienza al Pupone alla standing ovation con cui fu omaggiato Del Piero. Ma ben diverse sono state le circostanze: Del Piero uscì dal campo dopo aver segnato la doppietta della vittoria juventina sul Real Madrid, perchè l’allenatore Ranieri volle consentirgli la passerella per la passerella trionfale. Totti si è alzato dalla panchina entrando in campo sullo 0-2, a partita e qualificazione compromessa per la Roma.
In Italia si ha la sensazione che i miti siano troppo ingombranti quando arrivano ad una certa età, nel calcio di oggi che ha riposto le bandiere e sventola plus valenze, ignorando le ragioni del cuore e del tifo, di certi legami che solo pochi giocatori sanno creare. 
Aperta parentesi: pensate che c’è stato un imbecille che ha sentenziato in tv che solo in Italia può ancora giocare gente come Di Natale o Totti. Calciatori, badate bene, che sanno ancora cambiare l’esito di una partita segnando o dispensando assist anche in un solo quarto d’ora: chissà cosa vede quell’esperto incompetente…
Conoscendo il modo che aveva portato alla fine dell’avventura juventina di Del Piero, ho sempre scisso la squadra dalla società, consapevole che il primo a voler Alex fuori fosse proprio il suo ex compagno Conte, in sintonia con la società. Dimenticando che negli anni dei settimi posti, prima dell’arrivo di Conte e del primo dei per ora quattro scudetti consecutivi, proprio Del Piero era stato l’unico a tenere in piedi la baracca. Ma predicava nel deserto. Insomma, non era certo un Del Piero alla frutta. Non era per riconoscenza o per il suo passato che poteva ancora giocare in bianconero.
Nella Roma di Garcia, non è stato Totti ancora un brillante interprete giallorosso? Solo due derby fa, quello dei gol e del selfie, Totti era stato ancora un giocatore decisivo della Roma. E in tante altre partite, come ben sanno i tifosi romanisti.
Non ho mai gradito il modo in cui la Juventus giubilò Del Piero, ma devo ammettere che al confronto del comportamento della Roma con Totti (almeno di quanto è stato pubblicamente dichiarato), lo stile della Juve è stato decisamente superiore. Consentì ad Alex un ultimo campionato, culminato con lo scudetto a cui contribuì in maniera significativa (basta pensare alla punizione che sbloccò la complicata partita con la Lazio) e la passerella finale, con lo Juventus Stadium in piedi ad applaudire e piangere per l’addio, mentre si esauriva Juventus-Atalanta.
Non contesto la legittima scelta della Roma di programmare un futuro senza Totti, ma il modo e gli interpreti.
Spalletti e Pallotta. Nomi che s’intrecciano, uniti nello SPALLottare Totti in pubblico, nel dargli antipatiche SPALLate. Un Totti a lungo fermo per infortunio, un Totti a cui al massimo si regalano manciate di minuti quando la partita è ormai decisa, nel bene o nel male. Come se con lui in campo la squadra non potesse difendere un vantaggio o tentare una rimonta.
Non so nei dettagli quanto mi raccontano amici romanisti, cosa e quanto abbia fatto Francesco Totti per la Roma, anche a livello economico. Ma è umiliante solo ipotizzare che Totti serve solo a far vendere magliette. E’ inconcepibile che sia uno sprovveduto calcistico come Pallotta a dire a Totti che ha l’età per cui deve smettere di giocare. 
Totti e solo Totti deve decidere se e quando smettere di giocare. Non può pretendere di giocare nella Roma, questo si che ormai è assodato. La società non lo vuole più e Francesco deve metterselo bene in testa. Glielo hanno fatto capire e detto in tutti i modi. 
Ma se a lui piace giocare ancora, vada a divertirsi altrove, a vivere nuove e ultime emozioni senza quella maglia a cui ha dedicato tutta la sua vita di atleta, rinunciando a quelle vittorie e quei trofei che con la Roma non è riuscito a festeggiare. Potrebbe giocare anche gratis, uno come lui non ha certo bisogno di super ingaggi per accordarsi con la sua seconda e ultima squadra della vita.
Capitolo a parte meritano i tifosi. E’ bastata una serie di vittorie per far pendere tutti o quasi dalla parte di Spalletti. Il quale aveva il diritto di compiere le sue scelte, come ha fatto, ma avrebbe anche avuto il dovere di non infierire e di non umiliare Francesco Totti (anche per saldare vecchi rancori come sostengono molti dell’ambiente giallorosso?) trattandolo come un monumento scomodo, traballante e sostanzialmente inutile, da mettere in fretta prima alla berlina e poi in cantina.
Auguro a Totti di rendersi conto della situazione, di andarsene dalla Roma con dignità e senza troppi rimpianti, di trovare un’altra tifoseria da deliziare per dare gli ultimi calci senza stress. E decidere poi, lui, quando avrà voglia di dire basta. E’ il minimo, per un campione.

L’applauso del Bernabeu a Totti (8-3-2016)
https://www.youtube.com/watch?v=OV21-FE2wyg

L’applauso del Bernabeu a Del Piero (5-11-2008)
https://www.youtube.com/watch?v=FcJE3h1he6k

Leandro De Sanctis

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