Joe Bell | Recensione film

Joe Bell | Recensione film.
Il tema è forte ed è ancora diffuso, tanto più dove c’è ignoranza, arretratezza culturale e influenze religiose che di religioso hanno invece ben poco. La storia di Joe Bell e di suo figlio Jadin, vittima di bullismo omofobico è drammaticamente cruda e il film di Reinaldo Marcus Green la porta sullo schermo con onestà e passione di intenti, pur non riuscendo a trovare la misura narrativa ideale. Mark Wahlberg si cala nei panni di papà Joe, devastato da quanto ha subito il figlio Jadin, vessato, dileggiato, bullizzato per il suo essere gay. E quando accade ciò che accade, decide di attraversare l’America, dall’Oregon fino a New York, per raccontare il dramma, per sensibilizzare l’America peggiore sulle conseguenze di una violenza troppo tollerata e sottovalutata. Se Forrest Gump andava di corsa, Joe Bell cammina, spingendo il suo carretto, cercando ma soprattutto offrendo la sua sofferenza vissuta, confessando gli iniziali errori, per suscitare reazioni, empatia. Perché non fare nulla o volgere lo sguardo altrove, è ugualmente violenza.
Ciò che nuoce al film è l’eccessivo ricorso al flashback (un vizio che pare dilagante nel cinema degli ultimi anni) che spezza il ritmo e affastella la vicenda rendendo meno scorrevole il racconto.
Apprezzabile la presenza di Gary Sinise, che forse non a caso è anche anello di congiunzione tra il già citato Forrest Gump e questo Joe Bell. Genitori che sbagliano, genitori che sanno cambiare idea e interrogarsi sul loro comportamento per comprendere come i figli vadano amati e sostenuti a prescindere dalle loro scelte sessuali. E’ già esageratamente stolto e crudele il mondo, perché si debba aggiungere anche l’incomprensione familiare. In fondo il viaggio di Joe Bell si propone proprio questo: un segnale di allarme che padri e madri devono recepire, per difendere e proteggere figli in balia dei bulli e dei loro fiancheggiatori istituzionali. Sguardo realistico sulle vergogne di un’America retrograda e rozza, profondamente ignorante. Ma anche recepibile come invito a rendersi conto dell’ignoranza dilagante e razzista (il bullismo omofobico è una diversa forma di razzismo) di un’Italia alla deriva, e avviata a un pauroso ritorno al più triste e violento passato.
Al di là del valore cinematografico, comunque sufficiente, è importante quello che un tempo si chiamava il messaggio. Un film intriso d’amarezza tragica, dall’inizio all’assurda fine.

Joe Bell

JOE BELL – Stati Uniti, 2020. Durata 94 minuti. Tratto da una storia vera. * visto su Prime Video, in versione originale con sottotitoli.
Regia: Reinaldo Marcus Green.
Interpreti:  Mark Wahlberg, Reid Miller, Connie Britton, Gary Sinise.  

Leandro De Sanctis

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