Il ministro Abodi s’illude, sport ipocrita anche su Euro2032 ItaliaTurchia

Il ministro Abodi s’illude, sport ipocrita anche su Euro2032 ItaliaTurchia.

A proposito della candidatura dell’Italia ad ospitare gli Europei di calcio del 2032 insieme con la Turchia, ho letto sul Corriere dello Sport-Stadio una frase del ministro Abodi. A Giorgio Marota che opportunamente ricordava giustamente come il patto con la Turchia non sia piaciuto a molti ( “turchi spesso accusati di non essere propriamente paladini delle libertà democratiche”).
Il ministro per lo sport Abodi ha minimizzato: «Vale anche per altre nazioni dove si è giocato, penso ai Mondiali in Qatar o la Supercoppa in Arabia Saudita ma a volte tramite lo sport si possono recuperare spazi di democrazia e superare delle arretratezze»..
Una pia illusione quella del ministro Abodi, con cui anche il calcio come molti altri sport, a livello di singoli (giocatori, giocatrici, allenatori) e di organismi (Lega Calcio, Federazioni sportive varie, italiane, europee e internazionali) avvolgono scelte che sono puramente economiche e banalmente se ne fregano di ogni risvolto etico, di come i regimi dittatoriali sfruttino queste occasioni (pagate in vario modo) per presentare un’immagine ben diversa dalla realtà.
Assegnazione di eventi, sponsorizzazioni di dittatori e Paesi dove i diritti umani più elementari vengono calpestati, negati e combattuti, sono sempre bene accetti nel nome della pecunia non olet. E invece no, i soldi spesso hanno un cattivo odore, puzzano di morte e chi avalla dovrebbe vergognarsene, non giustificarli con i bilanci e gli incassi.
Basta ricordare chi ha organizzato eventi negli ultimi anni: Mondiali di calcio e poi di pallavolo in Russia (questi ultimi poi ritirati casa guerra di invasione dei russi in Ucraina), Champions League in Turchia, due Olimpiadi a Pechino in Cina, Mondiali di calcio in Qatar. Mondiali di calcio 2034 all’Arabia Saudita che ha presentato la sua candidatura sapendo che verrà accettata, con l’ex ct azzurro Mancini che non ha esitato a scendere altri scalini nella scala della considerazione e della stima umana di cui gode dopo aver lasciato la Nazionale per andare a guidare l’Arabia Saudita, definendosi orgoglioso della scelta saudita. Senza dimenticare la Lega Calcio che ha spedito in Arabia Saudita la Supercoppa di calcio.
Il ministro Abodi, ecco il punto che non si sottolinea mai, e chi sostiene che lo sport serve ai cambiamenti, è un illuso. E’ cambiato qualcosa in Cina dopo Pechino 2008 e dopo i Giochi invernali di Pechino 2022? Dittatura feroce come prima, evoluzione ancora più autoritaria su Hong Kong. La Russia omofoba, la Russia che avvelena o incarcera i dissidenti non ha recuperato arretratezza o spazi di democrazia, ma li ha anche tolti agli altri invadendo e bombardando l’Ucraina.
E’ vero che le dittature e i governi autoritari si stanno espandendo ovunque (Ungheria, Turchia, si è aggiunta anche la Polonia divenuta patria della pallavolo e in prima linea, sotto ai muri che ha costruito, nel negare diritti umani e libertà individuali). Sarebbe sempre più ristretta la lista di Paesi che consentono realmente libertà, ma lo sport ha fatto cadere quel velo di ipocrisia con cui nasconde i suoi affari. Siamo qui solo per soldi, diceva quel genio musicale di Frank Zappa e il titolo di quell’album si adatta alla perfezione al mondo dello sport (e del business). Del resto stiamo vedendo giocare in Champions League la Stella Rossa Belgrado con lo sponsor GazProm sulla maglia biancorossa: ma non erano banditi gli sponsor russi? La Uefa è un mondo a parte? Evidentemente si.

Riyhad Expo 2030 sponsor della Roma contro Roma

La cosa triste è che l’ultimo episodio, la sponsorizzazione della Roma calcio da parte di Riyadh, candidata antagonista della Capitale ad ospitare Expo 2030, fa parlare solo in chiave derby e se il presidente della Lazio Claudio Lotito sostiene, giustamente, che “gli sponsor servono a tutti, portano soldi, ma uno si deve anche chiedere qual è la finalità di quello sponsor. Una società privata fa come vuole, però qui c’è anche un questione di opportunità, qualcuno si dovrebbe porre dei problemi“. Poi si affretta ad aggiungere che “noi non stiamo qui a fare i moralisti“.
E invece qualche volta bisognerebbe anche ricordarsi dell’etica. E osservare come anche Riyadh Expo 2030 sia una immensa ipocrisia, perché il marcio non vale solo per lo sport. Non credo, per tornare al calcio, che a una proprietà americana interessi molto di diritti umani e rivalità tra Roma e Riyad per l’Expo: non è l’America, gli Stati Uniti, la patria del denaro come unica cosa che conti?
Sorvolo, in questo testo, sui soldi che una città in rovina, sporca e al collasso come Roma, ha deciso di investire su questa candidatura. Roma avrebbe bisogno di ben altro. Governanti competenti e sintonizzati con i reali bisogni delle persone, tanto per cominciare.


Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è intervenuto a Il Foglio nella polemica tra la Roma e il Comune per l’accordo con Riyadh Season come nuovo main sponsor: “Ma sa che quella della Raggi è proprio una bella idea, a ‘sto punto l’Expo di Roma sulla maglia ce lo mettiamo noi, ci dovrei pensa’, quello e SPQR. Scusi, ma se ho capito bene metteranno sulla maglietta della Roma un riferimento alla città che compete con noi per l’Expo, a lei le pare normale?. Io – prosegue il patron laziale – non voglio fare polemica con la Roma, gli sponsor servono a tutti, portano soldi, ma uno si deve anche chiedere qual è la finalità di quello sponsor. Una società privata fa come vuole, però qui c’è anche un questione di opportunità, qualcuno si dovrebbe porre dei problemi. Sa quante volte ho avuto l’opportunità di fare dei ricavi che ho ritenuto non fossero idonei per, come dire, essere reclamizzati perché magari cozzavano con alcuni dei nostri principi? Ma si sa, c’è chi cerca la massimizzazione dei ricavi e c’è invece chi cerca di coniugare il risultato economico con un messaggio valoriale”.

Leandro De Sanctis

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