Adelio Pistelli ci lasciava cinque anni fa

Adelio Pistelli ci lasciava cinque anni fa. Nella foto lo vedete, primo da destra, nella tribuna stampa del PalaEur, ai Mondiali di pallavolo del 2010. Non posso che immaginare quanto avrebbe sofferto in questo periodo buio di pandemia, nel vedere la sua pallavolo in difficoltà, nel non poter viaggiare per i suoi amatissimi palasport, non poter trascorrere momenti con i giocatori a parlare di pallavolo e non solo.
Aggiungo il mio rimpianto personale per non poterlo avere come lettore, attento, curioso e critico, del libro Il tesoro di Rio, dedicato al primo oro mondiale vinto dall’Italia del volley, dalla Nazionale per cui faceva un tifo sanguigno e appassionato.
Ma, caro Adelio, ho voluto che il tuo nome comparisse nel libro, una specie di testo obbligato per chiunque ami il volley. Sono andato a pescare qualcosa di tuo che si inserisse nel contesto del racconto e l’ho trovato. Parole tratte da un’intervista che facesti per il sito dell’amico Lorenzo Dallari.
Non è molto, non è la stessa cosa, ma è un frammento di te che ho voluto, perché in un mio racconto della Nazionale, non potevi mancare tu, che hai avuto anche la grande soddisfazione di vedere un tuo pupillo diventare per due volte ct della Nazionale italiana. Parlo ovviamente di Andrea Anastasi, a cui dedicasti un bel libro che ha avuto anche una versione polacca.
Il tempo passa, da quel 19 novembre 2015 sono trascorsi cinque anni. Il tempo fa sbiadire tante cose, ci si abitua per forza a molto, se non a tutto, ma la nostalgia di te, della tua presenza, non si attenua. Anche se riemergono i momenti belli, con dolcezza e ironia. Unite al rammarico per tutte le cose belle della tua famiglia che non hai potuto goderti.

Leandro De Sanctis

Torna in alto