3/19 | Recensione film

3/19 | Recensione film. Ho apprezzato molto i film di Silvio Soldini nella parte iniziale della sua carriera. Ultimamente però devo ammettere di non ritrovare nel suo cinema quella precisione di intenti, quelle note personali che davano alle sue commedia e al suo cinema un’impronta significativa. Se Il colore nascosto delle cose era risultato deludente, 3/19 non riporta il regista milanese ai suoi livelli migliori, nonostante la bravura di Kasia Smutniak, ormai abbastanza clicherizzata e a suo agio nel ruolo di donna algida e di gelidi sentimenti.
E’ un classico del cinema di Soldini presentare in un modo i suoi personaggi e poi, quando gli succede qualcosa che volenti o nolenti cambia o può cambiar loro la vita, si distaccano dal ruolo e si lasciano trasportare altrove, anche a costo di sconvolgersi l’esistenza nel processo di cambiamento.
Camilla (Kasia Smutniak) è un avvocato che naviga insieme a squali dell’alta finanza e sguazza come un elegante blocco di ghiaccio nella sua quotidiana full immersion nel lavoro, che l’assorbe completamente. Fredda, decisa, competente ma anche impulsiva. Perciò si trova in strada sotto la pioggia e diventa protagonista di un evento che non le scivola addosso come l’acqua.
E’ vero che strada facendo, a fatica, si arriverà a sapere qualcosa di più su ciò che è e su ciò che è stata e che probabilmente l’ha fatta diventare come è. Ma al di là di un ragionevole e legittimo senso di colpa che la induce a cercare di sapere chi era il terzo morto non identificato del 2019 (a ciò si deve il titolo del film, 3/19) l’affannosa e complicata, per non dire impossibile, ricerca di un’identità venuta dal nulla e nel nulla drammaticamente scomparsa, diventa un viaggio ostinato.
Forse addirittura un capriccioso nodo di colpa da sciogliere, per lei che è abituata a lavorare per far andare le cose come vuole. O forse un imperativo di coscienza che lega l’evento di cui è stata protagonista a un’altra morte lontana nel tempo ma sentimentalmente vicina.
Il suo viaggio quasi impossibile fatica a rendersi spiegabile fino in fondo per lo spettatore. Nè sono più accettabili i repentini cambiamenti di Camilla, i dialoghi cruciali tra lei e il direttore dell’obitorio (Francesco Colella). Voleva dire molto Soldini di quest’altra anima divisa in due, del passaggio da una vita all’altra dopo un evento casuale, ma stavolta la sua narrazione non risulta completamente convincente. E a tratti statica e incanalata su un binario di prevedibilità, comprendente anche il mutare del rapporto tra madre e figlia. Succede di rileggere la propria vita e di decidere di cambiarla quando accade qualcosa che impone un viaggio interiore, il pentimento irrimediabilmente tardivo, il più o meno consapevole bisogno (o illusione?) di porre rimedio agli errori. Ma le modalità con cui viene mostrato il cambiamento risultano poco convincenti e forse c’era un altro modo per farlo, invece che mostrarci una professionista spietata e irreprensibile, improvvisamente comportarsi in modo stupido e così poco professionale.
Viene infine da chiedersi guardando 3/19: è poi così importante, quando si è morti, dove si è sepolti? Essere messi sotto terra in direzione La Mecca?

3/19, la scheda

3/19 – Italia, Svizzera, 2021. Durata 120 minuti.
Regia: Silvio Soldini
Interpreti: Kasia Smutniak, Francesco Colella, Caterina Forza, Paolo Mazzarelli, Martina De Santis, Antonio Zavatteri, Anna Ferzetti, Arianna Scommegna, Giuseppe Cederna.


Leandro De Sanctis

Torna in alto