CINEMA I sogni segreti di Walter Mitty

I SOGNI SEGRETI DI WALTER MITTY (orig. Secret life of Walter Mitty). Regia: Ben Stiller. Interpreti: Ben Stiller, Kristen Wiig, Sean Penn, Shirley MacLaine, Patton Oswalt.

http://leandrodesanctis.blogspot.it/2013/12/cinema-ben-stiller-e-la-carta-bellezza.html

Ero andato a vedere questo film, non dico prevenuto, ma consapevole di trovarmi di fronte ad un’operina leggera, carica di effetti speciali e situazioni inverosimili. Una specie di film cuscinetto per tirare il fiato dopo una serie di film intensi e drammatici. Walter Mitty in effetti non è quel che si dice un filmone, nè ha la pretesa di esserlo. Eppure…

Eppure è un film sincero ed appassionato nel proporre le sue tesi. Capace di toccare le corde della nostalgia e della solidarietà. Gli effetti speciali ci sono, ma Kristen Wiig è più affascinante. Ci si chiede come un cellulare possa sopravvivere ad un tuffo nell’Oceano, ma la bellezza atipica di paesaggi inconsueti anche per il cinema, come la Groenlandia e l’Islanda vale da dola il prezzo del biglietto. Quasi un giro del mondo da supereroe per il topo d’archivio sull’orlo del licenziamento, la rivincita dei sentimenti sulla cinica e gratuita cattiveria dei mediocri ed ignoranti tagliatori di teste, rappresentati per come quasi sempre sono davvero nella realtà: gente che non sa nemmeno di cosa sta parlando, che considera le persone come numeri. Ben Stiller non ha i problemi di Walter Mitty, ma ne prende a cuore la soprte ed i pensieri, conducendolo sulla via del riscatto interiore, attraverso un viaggio sul lato poco selvaggio ma corretto dell’esistenza. Il valore indimenticabile dei giocattoli dell’infanzia, il pudore impacciato, quasi adolescenziale con cui si accosta all’amore, ne fa un ragazzo che scopre di avere molte più risorse di quelle che gli altri e lui stesso pensano. Quel pupazzo di gomma tirato per le braccia e poi barattato per uno skate che è insieme dono e mezzo per raggungere un doppio scopo. E poi la figura quasi mistica del fotografo mito (Sean Penn) e soprattutto un finale romantico e significativo. Diciamo anche commovente per tutti coloro che stanno vivendo la fine dell’editoria così come l’abbiamo conosciuta finora, consumata ancor più prematuramente da scelte editoriali suicide, dall’ignoranza, dal killeraggio del vero giornalismo, dalla modestia culturale e professionale di chi decide senza rispetto nè per i lettori, nè per le persone e la storia delle loro stesse testate.  BEN fatto STILLER!

Leandro De Sanctis

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