Verona-Juventus 2-1 | Forcing tardivo, tira solo Dybala

Verona-Juventus 2-1 | Forcing tardivo, tira solo Dybala. Non si arresta la discesa agli inferi del campionato di una Juventus molle e modesta che dinanzi all’ex Tudor, anche vice di Pirlo un anno fa quando le cose andavano male ma meglio di oggi, assapora amaramente la fatal Verona. Seconda sconfitta consecutiva, un capitombolo nella metà della classifica, lontano da tutto, anche da quell’obiettivo minimo che per un club di alto lignaggio e bilancio affamato, costituisce il quarto posto con visione Champions League. La bistrattata Juventus di Pirlo lo agguantò in extremis con un finale tutto cuore e gol: ma c’era Ronaldo, che solo gli idioti potevano ritenere un male per la Juventus. Nel calcio si vince incassando pochi gol e segnando quelli che servono. E Cristiano Ronaldo, pur con una squadra male assemblata, come quella che ora guida Allegri, risolveva tanti problemi, specie nelle partite giocate cosi così, Se non gli fosse stato annullato per un millimetrico fuorigioco da VAR, il portoghese avrebbe lasciato la Juventus regalandole il 3-2 di Udine. Ma la sua ultima prodezza fu cancellata dal VAR, e quella vittoria divenne un pareggio, simbolo e anticipatore di tutti i guai che di lì a poco sarebbero arrivati.

Arthur si ripete: dall’assist al Benevento a quello di Verona


Non è il caso di tirare in ballo la sfortuna, ma ormai è chiaro che nella Juve di quest’anno, come insegna la legge di Murphy, implacabile, se qualcosa può andar male, lo farà. O come citava anche stamane il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, se la fortuna è cieca la sfiga ci vede benissimo. A Verona se n’è avuta conferma. Non si scalfiscono i meriti del bel Verona di Tudor (da quando è arrivato lui il Verona ha perso solo una volta su otto e sarebbe terzo in classifica con il miglior attacco) se si ricorda che l’assist dello svantaggio l’ha regalato Arthur. Si sa che è lento, si sa che tiene troppo palla anche in zone che sconsiglierebbero presunzione, si sa che spesso ritiene di salvarsi passando la palla indietro. Un malvezzo che nella scorsa stagione costò alla Juve anche i quarti di Champions. Ebbene, sette mesi fa un passaggio avventato del brasiliano al Benevento fu la chiave della sconfitta con i giallorossi e del gol di Gaich. Stasera Arthur si è ripetuto, lanciando Barak nell’area juventina. Il tiro da distanza ravvicinata non è stato trattenuto da Szczesny e per Simeone è stato un gioco infilare l’1-0. Erano trascorsi soltanto 10 minuti. Avvio terrificante in una partita che era da vincere. Ma dopo tre minuti la buca è diventata una voragine: Simeone è stato colpevolmente lasciato tanto libero da Bonucci, due metri e mezzo fuori dall’area e ha potuto inventarsi un gran bel tiro che è andato ad infilarsi all’incrocio dei pali. Sotto di due gol dopo meno di un quarto d’ora.

Il tardivo e disordinato assedio: solo il gol di McKennie

Con 75 minuti e più da giocare, nulla sarebbe stato impossibile per una squadra determinata e focalizzata. Per una malata che non riesce a guarire c’è stato invece poco da fare. Allegri a fine gara si è soffermato anche sulla questione dei falli. Il Verona ne ha commessi 24 (in realtà molti di più), la Juve 8. Quelli almeno che ha fischiato l’arbitro Marinelli, la cui messa a fuoco dei falli non mi è piaciuta. Sono il primo a gradire un gioco meno spezzettato dai falsi contatti, ma in diverse occasioni falli chiari ai danni (soprattutto) di Morata, sono stati lasciati correre in maniera irritante per chi li riguardava nei replay. I bianconeri insomma, hanno come troppo spesso succede peccato in energia e convinzione nei contrasti, al contrario dei veronesi, che hanno continuato a tenere sotto pressione una Juve timorosa e maldestra.
Ad Allegri, tanto per essere chiari, rimprovero essenzialmente l’intestardirsi su un giocatore come Rabiot. Poi se i giocatori non sanno fermare un pallone, sbagliano passaggi non difficili, mancano gli stop, non scattano, non si liberano, non si propongono, si rifugiano costantemente nel retropassaggio anche se a ridosso dell’area avversaria, non attribuisco la colpa all’allenatore. Così come non me la prendevo con Pirlo nella scorsa stagione.
Ci si chiede quale sia il problema maggiore della Juve: difesa che imbarca troppi gol, attacco che non li segna, centrocampo che non filtra né costruisce. Beh, a questo punto direi che tutti e tre sono grossi problemi. E qui entrano le responsabilità della società, lasciata in braghe d’attacco dall’aver perso CR7 a tre giorni dalla fine del mercato, ma anche incapace di lavorare a dovere sul mercato nelle ultime tre stagioni.
Tornando a Verona-Juventus 2-1, ci si è svegliati tardi e siamo di nuovo a chiederci perché si debba attendere lo scampolo finale per vedere una squadra quanto meno arrembante, una Juve che ti fa scattare in piedi con il cuore e la speranza che accelerano. Al punto che il gol di McKennie, staffilata su bell’assist filtrante di Danilo, aveva anche illuso che si potesse pareggiare, cosa che sarebbe avvenuta se Montipò non si fosse superato sul tiro di Dybala al 90′. Già, Dybala. E’ stato praticamente l’unico a tirare, colpendo tra l’altro un altro palo. La Juve si è accesa solo quando lui ha potuto giocare palla a ridosso dell’area veronese. E quando si è preso un calcio in petto da Casale, avrebbe anche potuto determinarne l’espulsione per secondo giallo, se l’arbitro Marinelli avesse voluto vedere. Il Verona ha poi capito i patemi bianconeri, e ha pensato che era bene continuare a difendersi pressando alto e attaccando, perché non c’era mai sicurezza nei passaggi e nell’abbozzato giro palla juventino.
Il 2-2 non sarebbe stato disonesto, anche se il Verona con Kalinic ha avuto anche la palla del 3-1, in contropiede, dopo un evidente fallo su Morata non fischiato.
E così la Juve saluta tutte le grandi, dal basso di una classifica che giornata dopo giornata l’allontana dall’Europa e la risucchia nelle sabbie mobili di una per lei imbarazzante e anonima metà classifica. La statistica ci dice che una difesa che prende 15 gol in 11 giornate la Juve non l’aveva da 60 anni, dalla stagione 1961-62! E quella volta chiuse il campionato dodicesima.
Certo, martedì c’è lo Zenit San Pietroburgo e si potrebbe passare agli ottavi di Champions League, ma con quali ambizioni sportive realistiche? Sarebbe invece molto importante per il bilancio, perché tornando alla spietata legge di Murphy, proprio nella stagione del profondo rosso finanziario, la Juventus rischierà di trovarsi esclusa dalle ricche possibilità che offre la massima competizione europea. Ma quando si è tifosi, la speranza è l’ultima a morire, A patto di ritrovare una squadra se non altro più “cattiva” e ordinata.

P.S. leggo su twitter hashtag Allegriout. Definirlo patetico e incompetente è poco.

Verona-Juventus 2-1

RETI: Simeone 11′ pt e 14′ pt, McKennie 35′ st

VERONA Montipò; Dawidowicz, Gunter, Casale (22′ st Ceccherini); Faraoni, Tameze (30′ st Bessa), Veloso, Lazovic (22′ st Sutalo); Barak, Caprari; Simeone (38′ st Kalinic).
A disposizione: Pandur, Berardi, Cetin, Magnani, Cancellieri, Ruegg, Hongla, Lasagna.
Allenatore: Tudor

JUVENTUS Szczesny; Danilo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro (37′ st Pellegrini); Cuadrado (24′ st Kulusevski), Bentancur (13′ st McKennie), Arthur (24′ st Bernardeschi), Rabiot (12′ st Locatelli); Dybala, Morata.
A disposizione: Pinsoglio, Perin, de Ligt, Kaio Jorge

Allenatore: Allegri

ARBITRO: Marinelli 

ASSISTENTI: Margani, Scatragli

QUARTO UFFICIALE: Cosso

VAR: Valeri, Valeriani

AMMONITI: 26′ pt Lazovic, 29′ pt Danilo, 12′ st Casale, 16′ st Faraoni, 16′ st Arthur, 31′ st Gunter, 31′ st Morata

Leandro De Sanctis

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