Roma Volley retrocessa, lettera a Comune, Acea e Fipav

Roma Volley retrocessa, lettera a Comune, Acea e Fipav. In genere in questi casi si comincia con la dizione “riceviamo e volentieri pubblichiamo”. Non stavolta poiché dalla Roma Volley Club non ho ricevuto nulla. Ho appreso della lettera aperta che il direttore generale Roberto Mignemi ha scritto al mondo… della pallavolo e di Roma solo leggendo il comunicato di reazione inviatomi dalla Federazione. Stavo per commettere l’errore di pubblicarle una dopo l’altra, ma i minuti di lettura richiesti me l’hanno sconsigliato: l’eccessiva lunghezza avrebbe scoraggiato. Avrei voluto informarmi sul sito della società, ma dinanzi all’anomalo avviso che non lasciava scelta (continuare a navigare sul sito contempla l’accettazione dei cookies) e che ho considerato scorretto, mi sono ritratto, andando a pescare altrove il comunicato della Roma Volley Club.
Le parole del direttore generale Mignemi contengono indubbiamente anche considerazioni legittime, ma per chi da sempre naviga nella realtà capitolina del volley e dello sport, sembrano un po’la scoperta dell’acqua calda. La realtà era ed è questa, non è che è cambiata nell’ultimo anno determinando la retrocessione della Roma Volley Femminile. E’ già successo che ogni volta che Roma è sparita dal volley o dal basket, si sia levato il grido di dolore, legittimo, per l’assenza della città e delle istituzioni capitoline. Non a caso quando nel 2000 arrivò lo scudetto maschile, quel progetto era figlio di una solida rete di collaborazioni, durata poco ma efficace fin quando è durata.
Più raro vedere accusate istituzioni cittadine, Federazione e possibili sponsor per una retrocessione. In genere è principalmente il campo, la qualità dell’organico e in parte anche della società, a determinare i risultati. Se la Roma avesse vinto la partita decisiva per salvarsi ci sarebbe stata ugualmente questa lettera? La realtà che viene dipinta sarebbe stata diversa?
Ripeto, a scanso di equivoci, alcune carenze descritte da Mignemi ci sono, ma imputabili principalmente alla città, agli anni di governo del sindaco Raggi le cui scelte hanno determinato in pratica la scomparsa di tanto sport a Roma e del suo impianto più funzionale, il Palazzetto dello Sport. Si è scritto tante volte, i tempi dei bandi non vanno d’accordo con i tempi dello sport.
I costi del PalaEur, ad esempio, erano noti e sono da sempre proibitivi per un club che in media raccoglie un migliaio di spettatori o poco più a partita. Tanto per ricordare: nemmeno la Roma di Mezzaroma ebbe la presunzione di andare a giocare al PalaEur. Le scelte di Acea possono non piacere a tutti, ma è indubbio che un’azienda (tra l’altro da quasi tre decenni al fianco della Fipav Lazio con Volley Scuola e altre iniziative) ha il diritto di scegliere chi affiancare. Certe osservazioni sarebbe stato meglio e produttivo farle prima della stagione, non dopo e in seguito al ritorno in A2. Ma è solo la mia modestissima opinione. Sono probabilmente limitato io, ma non ho capito cosa vuole per il futuro la Roma Volley Club. Cosa intenda Mignemi quando auspica un discorso sistemico. Difficile connettere e intrecciare situazioni di livello diverso e con diverse finalità, professionalità e appeal. Non ho saputo individuare tracce consistenti di autocritica. Per il fugace e isolato contatto che ho avuto e approfondito in passato, ho il ricordo, ad esempio, di consistenti lacune nel settore della comunicazione, per il quale non si riteneva di dover spendere adeguatamente. E non avere professionisti o aspiranti tali, portò a episodi autolesionistici. Cosa che si è in fondo ripetuta ora con l’Acea: dopo quest’attacco l’azienda cambierà idea sulla Roma Volley Club e diventerà munifica? Lo auguro alla società giallorossa, ma ho dubbi, più che certezze. La risposta della Fipav nel post successivo.

Roma Femminile, la lettera aperta alla città e alle istituzioni


Scrivo questa lettera aperta alla città e alle istituzioni perché vorrei proporre una riflessione su questa stagione e cercare di raccontare perché sia così difficile mantenere la seria A1 del volley a Roma (purtroppo anche il basket non l’ha più da tempo).
Questo è un messaggio impregnato di amarezza, mai polemico, e fortemente propositivo. Lo voglio specificare all’inizio perché vorremmo che tutte le istituzioni coinvolte lo leggessero come una necessaria analisi nell’interesse di Roma sportiva e Roma tutta.
Rivolgo un invito a istituzioni, federazioni, società sportive e cittadini a costruire insieme un nuovo scenario per lo sport della capitale d’Italia.
Con la nostra retrocessione Roma torna a non avere una squadra nella massima serie dei campionati di volley e basket, secondo e terzo sport di squadra in Italia dopo il calcio. Il volley è il primo sport al femminile nel nostro paese.
Tutti sanno quanto sia complicato lavorare nelle grandi città, tanto che molti pensano che questi sport trovino la loro giusta collocazione solo nelle piccole città.
Personalmente, trovo questo estremamente riduttivo ed accettarlo sarebbe una grandissima sconfitta per Roma.
Per esempio, Milano ha una squadra in A1 di volley e di basket maschile e in Lombardia ci sono più squadre di A1, per non parlare poi di altre capitali europee.
Cara Roma Capitale,
Cari Roberto Gualtieri Sindaco di Roma e Assessore Alessandro Onorato,
Vi ringraziamo per averci messo nella prima pagina del programma elettorale e per lavorare alla riapertura del Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano.
Cara Regione Lazio,
Cari Presidente Nicola Zingaretti e Delegato Roberto Tavani,
Vi ringraziamo per averci supportato con un contributo economico e un’apprezzata vicinanza morale.
Questi sono passi importanti e necessari, ma se vogliamo che realtà come la nostra attecchiscano non sono sufficienti, se non innestati in un discorso sistemico.
Lo sport di una città come Roma è fatto di grandi eventi (ad esempio la maratona e/o i campionati europei e mondiali), di quelli che io definisco grandi eventi continuativi (i campionati di alto livello che si giocano ogni domenica) e di sport di base, questi elementi devono essere tutti presenti nella nostra città e devono e possono essere collegati e sinergici.
Quindi si, assolutamente si, alla maratona di Roma ed ai suoi 12.000 e più partecipanti o alla Formula E, ma non scordiamoci che noi quest’anno, con una visibilità ancora minima, al primo anno di A1, abbiamo portato 16.000 spettatori in 13 gare (di cui 3 infrasettimanali e 1 lunedì) con una media di 1.200 persone a partita, e che, grazie anche a noi, che abbiamo riaperto il PalaEur e portato 4.200 spettatori alla prima partita contro Conegliano, si è deciso di disputare la finale di Coppa Italia di pallavolo femminile al Palazzo dello Sport dell’Eur con la presenza del Presidente Mattarella in diretta Tv su Rai2 in prima serata.
L’attività di base non va in antitesi con i grandi eventi e l’alto livello, anzi, aver riportato il grande volley nella capitale crea attenzione e offre l’opportunità a famiglie e giovani atleti di innamorarsi dello sport, potendone godere dal vivo in un ambiente sano ed accogliente.
Noi questa connessione tra la Roma Volley Club e il territorio in cui agiamo l’abbiamo cercata e iniziato a realizzarla da tempo.
Abbiamo ospitato durante le nostre partite e sui nostri social progetti sociali come la Banca delle Visite, K9 Rescue Italia, l’Associazione Italiana Persone Down, la Cooperativa Sociale Capodarco, Creattivi Oltre la Rete e altre attività di inclusione, sensibilizzazione e sostegno alla comunità, oltre alle campagne contro la violenza sulle donne, contro il razzismo e contro il bullismo che portiamo avanti da più di tre anni.
Abbiamo ospitato nelle nostre rubriche sui social gli altri sport romani, dando visibilità a realtà meritevoli con minori possibilità di essere notate e ospitato atleti e società, citandone solo alcuni, l’olimpionico di karate Busà, la Sis Roma pallanuoto femminile vincitrice della Coppa Italia, il tamburello maschile e femminile, la scherma, il football americano, il paddle, il nuoto, la boxe e tanti altri, offrendo, quando possibile, anche la platea del Palazzo dello Sport durante le nostre partite casalinghe.
Abbiamo cominciato la promozione della pallavolo con le scuole e offerto di svolgere il servizio campo a società di base da Roma Nord ai Castelli Romani, sino a Pomezia.
Abbiamo con le nostre rubriche promosso Roma tra i tifosi delle squadre avversarie, anche da un punto di vista culturale e turistico, e abbiamo promosso i primi gemellaggi internazionali.
Lo sentiamo come un nostro dovere e crediamo che questo approccio vada premiato e incentivato.
In questa stagione abbiamo investito un budget di 1 milione di euro, assolutamente simile a quello delle squadre classificatesi dopo le prime cinque in A1, con il grande rammarico che noi siamo stati costretti a spendere il 27% del budget per gli impianti. Una cifra stratosferica che ci ha obbligati a destinare “solo” il 45% del budget a roster e staff tecnico.
Avremmo potuto giocare fuori Roma, come da molti consigliatoci, spostando il budget degli impianti su giocatrici e staff tecnico, ma noi siamo la Roma Volley Club e vogliamo giocare a Roma, vogliamo il pubblico di Roma e del Lazio, altrimenti tutto questo non avrebbe alcun senso.
Credo fermamente che andrebbe fatto sistema e che le aziende municipalizzate, ove possano, debbano sostenere realtà come la nostra.
Non è possibile che Acea Gruppo, con cui abbiamo cercato un dialogo visto il problema dei costi del Palazzo dello Sport e la mancanza di altri impianti omologabili in città, a giugno ci risponda che non ci può supportare, finanziando altre attività, per esempio, per citarne una, a scanso di equivoci, che apprezziamo in modo particolare e che abbiamo a nostra volta promosso, la Run Rome the Marathon.
Perché questa differenza?
Attenzione sappiamo bene che sono società private, che niente ci è dovuto per forza, ma credo che una riflessione vada fatta.
Quando si parla di impianti credo che si debba avere il coraggio di velocizzare lavori, bandi e assegnazioni e darli a chi merita direttamente, perché avere il Palazzetto in gestione permette di svilupparlo, investendoci e di poter creare fonti di reddito per le società.
Noi quest’anno non avevamo in gestione neanche il bar o gli spazi per permettere ai nostri sponsor di fare promozione o creare una postazione fissa per il merchandising.
Bisogna accelerare le assegnazioni, chiedere alle società non soltanto i canoni, ma l’impegno allo sviluppo dello sport di base e poi monitorare il rispetto degli accordi, solo così emergeranno i soggetti virtuosi per lo sviluppo dello sport tutto a Roma.
Care @Fipav Lazio, Fipav Roma,
Caro Vicepresidente nazionale Luciano Cecchi, Presidente Andrea Burlandi, Presidente @Claudio Martinelli,
Ringraziamo anche voi per la vicinanza e sostegno, ma anche qui non è stato e non è più sufficiente.
Se non si riesce a far passare il messaggio alle altre società di pallavolo del territorio che noi rappresentiamo tutte loro, che l’alto livello è un’enorme opportunità per tutto il movimento provinciale e regionale, che più la gente si innamora del volley, maggiori saranno i loro iscritti, sarà sempre difficile, se non impossibile non solo riempire il Palazzo dello Sport dell’Eur, ma anche il Palazzetto di Viale Tiziano.
Purtroppo, questa è stata un’occasione persa dalle società e anche da voi per lo sviluppo del nostro sport nella nostra provincia e nella nostra regione.
Sia chiaro e ci tengo a sottolinearlo in conclusione, la retrocessione è colpa nostra, perché alla fine nello sport contano i risultati e ci assumiamo tutte le nostre responsabilità, pagandone le conseguenze.
Credo, comunque, che, analizzando la situazione oggettiva in cui ci siamo mossi in questo primo anno in A1, ci vada riconosciuto che noi abbiamo corso con i pesi sulle spalle.
A giugno dell’anno scorso nessuno credeva che ci saremmo iscritti e meno che mai che avremmo giocato al PalaEur, e neanche che avremmo portato così tanto pubblico alle partite, che pur dovendo sostenere un costo di quasi 300.000 euro per gli impianti di gioco, incluso il doversi allenare tutti i giorni a Frascati, saremmo stati in grado di lottare fino all’ultima partita per rimanere nel più bel campionato di pallavolo del mondo.
Credo di poter dire che abbiamo fatto complessivamente miracoli e non posso che ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per il Club e per questa, comunque, bellissima stagione.
Vorrei infine essere chiaro su un punto.
Noi ripartiamo; dai tifosi che ci hanno sostenuto, che in questi giorni ci stanno commovendo per affetto e supporto, e dagli sponsor che hanno ricevuto visibilità e ottima reputazione con il loro imprescindibile contributo.
Speriamo di poter contare anche sul Palazzetto e sulle istituzioni.
Correggeremo i nostri errori e torneremo in A1, se qualcuno ci vorrà aiutare a tenere alto il nome di Roma le porte sono aperte per tutti.
Siamo pienamente disponibili a creare un tavolo operativo di confronto per fare sistema.
Altrimenti, andremo avanti con le nostre forze, come abbiamo sempre fatto, ma Roma sprecherà l’ennesima grande occasione per costruire insieme un nuovo modo sostenibile di fare sport in una grande città.
Roberto Mignemi
Direttore Generale
Roma Volley Club

Leandro De Sanctis

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