Banco del Mutuo Soccorso | Il concerto

Banco del Mutuo Soccorso in concerto all’Auditorium. Ha ragione lui, Vittorio Nocenzi. Ha ragione il nuovo Banco del Mutuo Soccorso. Mi ero avvicinato al concerto dell’Auditorium non nascondendo la contrarietà per l’esigua presenza nella scaletta di brani del nuovo album Transiberiana, una bellissima opera giunta dopo venticinque anni senza novità in studio e dopo tremendi lutti. Un album che ascolto dopo ascolto mi ha conquistato sempre più: potente, profondo, innovativo pur conservando le caratteristiche inconfondibili della musica del Banco espressa soprattutto dalle tastiere di Vittorio Nocenzi, sempre colte e al tempo stesso genuine, appassionate.

Musica nuova, classicamente nella tradizione

Ecco, si può fare musica nuova ma al tempo stesso classicamente nella tradizione? Transiberiana e il concerto dell’Auditorium a Roma hanno detto che si può.
Vittorio Nocenzi ha definito speciale questo concerto nella sua Roma, come una serata tra amici nel salotto di casa. Note di Transiberiana, giusto un incipit, hanno introdotto i classici del Banco. Riproposti con qualcosa di nuovo negli arrangiamenti. La batteria possente di Fabio Moresco in Metamorfosi ha ricordato molto il drumming di Nick McBrain in Flesh of the blade degli Iron Maiden (brano che fu usato da Dario Argento nella colonna sonora del film Phenomena) ed in generale ha risuonato piuttosto heavy. Efficacemente. Il giusto, in linea con la musica nuova della band.
Canto di Primavera, dilatata, si conclude addirittura con una tarantella, riscoprendo ed evidenziando, come ha spiegato Vittorio, le radici italiche. Abbandonati i fiati di Alessandro Papotto che per sedici anni avevano dato colori nuovi alla musica del Banco, si sono cercate altre strade per rinfrescare una musica immortale.

Ricordando Francesco e Rodolfo

Particolarmente emozionante il ricordo immancabile di Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese, i due compagni di viaggio prematuramente scomparsi, scesi dal treno prima della Transiberiana (Vittorio li ha immaginati attaccati ai finestrini…). Ho particolarmente apprezzato la presenza virtuale, ed affettiva, di Francesco e Rodolfo: il Banco è passato attraverso anni tremendi, senza dimenticare che anche Vittorio ha vissuto un delicatissimo momento che lo portò in ospedale, al Gemelli, che ha fortunatamente superato brillantemente. E ieri in platea ad applaudire c’erano anche il fratello Gianni Nocenzi (componente anche lui della band nella prima parte di attività, dal 1968 al 1984) e il figlio Michelangelo.

Tony D’Alessio e l’eredità difficile

Sono tra coloro che ritengono Francesco Di Giacomo una voce assolutamente unica, la più particolare e bella che la musica italiana abbia avuto. Sostituirlo era un compito arduo, una missione impossibile se si pensava di replicarne le caratteristiche, come avviene oggi in molte cover band. Il salernitano Tony D’Alessio, che pare lo stesso Francesco aveva indicato come suo possibile sostituto nei giorni in cui meditava di dedicarsi ad altro in esclusiva, ha avuto il merito di avvicinarsi con estrema umiltà, con rispetto, al ruolo più scomodo. “Francesco lo rimpiangeremo sempre” rispondeva sincero dopo il concerto agli adulatori di turno che complimentandosi con lui non si trattenevano dal pronunciare qualche parola stonata.
Ascoltare la sua voce possente arrampicarsi con perizia sulle note, esprimere con la sua personalità i testi scritti da Di Giacomo, battersi sul petto quasi a ringraziare il popolo del Banco che lo ha accolto facendolo sentire in fretta uno della famiglia, ha avuto il sapore di una promozione sul campo.

Filippo Marcheggiani, la “matricola” è cresciuta

Ricordo la prima stagione di concerti con Filippo Marcheggiani alla chitarra, era il 1994 e non aveva partecipato alle registrazioni de Il 13. Era un ragazzino, aveva solo 18 anni ma si muoveva senza timori, con la giusta sfrontatezza di un baby che è accolto in una grande band. Ritrovarlo nel nuovo Banco a sostenere il ruolo di partner esperto di Vittorio Nocenzi, mi ha ricordato il tempo passato e quanto fossero giustificati gli elogi che fin da allora riceveva. Romano di Marino, la terra del Banco.

Le ragioni di Vittorio Nocenzi

La scaletta del concerto all’Auditorium alla fine ha avuto la sua ragione di essere. Tanto passato ma rinfrescato. Pennellate efficaci di nuovo. Per dare l’idea di ciò che il Banco è adesso e per non far dimenticare cosa è stato. Soprattutto alle generazioni più giovani che hanno scoperto da poco la musica del Banco del Mutuo Soccorso. Mi ha fatto piacere vedere accanto a me una famiglia: padre, madre, figliola appassionata della musica del Banco (si è rammaricata di non aver potuto ascoltare dal vivo Francesco Di Giacomo). Uniti nell’applaudire e partecipare con calore al concerto.
La note del Banco del Mutuo Soccorso continuano ad esserci anche per le nuove generazioni più sensibili al fascino della buona musica. E in quest’epoca di ignoranza diffusa, è qualcosa che consola.
La lezione con cui sono tornato a casa è stata proprio questa: non bisogna lasciarsi fermare dai drammi e dai lutti. Non bisogna dimenticare ciò che è stato ma si deve proseguire il cammino. Perché è vero che il Banco è un’idea che non puoi fermare, e come diceva Francesco Di Giacomo, “di rockstar ce ne sono tante. Ma c’è un solo Banco del Mutuo Soccorso”

Banco, la formazione attuale

Vittorio Nocenzi (pianoforte, tastiere e voce), Filippo Marcheggiani (chitarra elettrica), Nicola Di Già (chitarra ritmica), Marco Capozi (basso), Fabio Moresco (batteria) e Tony D’Alessio (lead vocal).

https://www.facebook.com/BancoDelMutuoSoccorso.Official/videos/2476398882647224/

Leandro De Sanctis

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