Schwazer, la Procura di Bolzano chiede l’archiviazione

Schwazer, la Procura di Bolzano ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale a carico del marciatore, accusato di frode sportiva. Alla luce delle varie tappe del procedimento, la richiesta del pubblico ministero Giancarlo Bramante non stupisce. E’ anzi una ulteriore conferma di quanto sostenuto dal marciatore azzurro e pian piano emerso nel corso degli ultimi quattro anni: Schwazer non si è dopato, il campione di urina che gli fu prelevato l’1 gennaio 2016 nella sua abitazione di Racines e nel quale furono rilevate sostanze dopanti, non fu conservato rispettando le regole previste e con ogni probabilità fu esposto alla possibilità di manipolazione. In parole povere, Alex Schwazer è rimasto vittima di una macchinazione, di un complotto ai suoi danni (e del suo allenatore Sandro Donati) che ha portato agli otto anni di squalifica.
Ora toccherà al Giudice delle indagini preliminari, Walter Pelino, accogliere o meno la proposta di archiviazione formulata dal pm Bramante. Ma il fatto che sia stato lo stesso pm a chiedere l’archiviazione, la dice lunga sull’opinione, suffragata dai fatti evidenti, che la Procura si è fatta di tutta la vicenda. Non va dimenticato che è stato proprio grazie al Giudice Walter Pelino che si è diradata la nebbia che avvolgeva questo caso, grazie alla sua tenace determinazione a far emergere la verità, che si è ricorsi all’intervento dei Ris per l’esame del dna contenuto delle urine, battagliando a lungo con il Laboratorio di Colonia (che definire reticente è poco) e di riflesso con la Federazione Internazionale di atletica e con la Wada, per non farsi prendere in giro e riuscire ad ottenere i veri campioni di urina conservati, per poterli riesaminare.
Il caso Schwazer presentava da subito troppe evidenti anomalie, che soltanto giudizi precostituiti e in malafede, potevano liquidare come una ricaduta nel doping da parte di Schwazer. Difficile quindi, pensare che ora il Gip Pelino non accolga la richiesta della Procura.
Il verdetto potrebbe arrivare nelle prossime settimane, forse anche prima della sosta di Natale. Dopo di che Schwazer e i suoi legali potranno intraprendere le azioni, inevitabili, per scalfire l’immotivato muro di gomma formulato da tutti gli organismi che lo giudicarono.
La World Athletics, la federazione internazionale di atletica, nonostante l’evidenza delle anomalie e del sempre più consistente sospetto di manipolazione delle provette, non aveva mutato atteggiamento, chiedendo alla Procura il rinvio a giudizio del campione olimpico di Pechino 2008.

L’avvocato Gerhard Brandstaetter

L’avvocato di Alex, Gerhard Brandstaetter, naturalmente attendeva una decisione del genere. “Mi avrebbe sorpreso il contrario. Attendiamo ora i prossimi passi e un’eventuale opposizione alla richiesta di archiviazione. Poi faremo di tutto per tutelare l’integrità di Alex, sia in sede di giustizia ordinaria che sportiva”.

Leandro De Sanctis

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